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Quel fantastico giocatore chiamato Andrea Bargnani

Andrea Bargnani, l’eterno “Mago”

La notizia del possibile ritorno in Italia di Andrea Bargnani ha generato un vero e proprio putiferio. Il centro azzurro, come da sempre nella sua carriera, si porta dietro di sè pregiudizi e luoghi comuni; smontarli non è facile ma cercare di fare chiarezza può sicuramente dare una mano. Già perché “Il Mago” ( così come venne soprannominato da Riccardo Pittis ai tempi di Treviso) è stato di sicuro tra i giocatori più controversi de basket italiano. Amato, e spesso troppo facilmente odiato, ha illuso ( come da soprannome ) e fatto sognare qualsiasi amante della palla a spicchi. Chi infatti non si è mai, neppure una volta, innamorato sportivamente di Andrea Bargnani, sta mentendo a sè stesso.

Da Roma a Treviso 

Il protagonista della nostra storia nasce a Roma da una famiglia in cui lo sport era tutto o quasi. La mamma Luisella lo spinge verso il mondo cestistico intravedendo in lui quel talento cristallino che tanti ora gli contestano. Alla tenera età di 6 anni, a Trezzano Rosa dove si è trasferito con la famiglia, inizia a farsi conoscere dal panorama nazionale. A 12 anni nella Sam Basket Roma viene già considerato tra i giocatori più forti della capitale. Il passo naturale per qualsiasi promettente cestista di Roma è la Stella Azzurra. Così fu anche per Andrea. Nelle giovanili della Stella brilla ( e non potrebbe essere altrimenti) quel ragazzino che già a 17 anni sembra superiore a qualsiasi suo coetaneo. Dopo l’ennesima stagione positiva arriva la chiamata in grado di cambiarti la vita: la Benetton Treviso bussa alla porta di casa Bargnani.

Per il ragazzo il passo è di quelli importanti. Dall’allora B2 ( con doppio tesseramento visto che giocava anche con le giovanili della Stella) si passa alla Serie A. Treviso allora era allenata da Ettore Messina ed aveva in squadra giocatori come Pittis, Bulleri, Marconato e Giovannoni; un ambiente ideale per far crescere un diamante grezzo.

Gli anni in maglia Benetton

Il suo primo anno alla Benetton, nella stagione 2003-04, gioca poco ( appena 8 partite in Italia e 16 in Europa per poco più di 8 minuti a partita, ma lascia intravedere sprazzi del suo talento. Alla sua prima stagione in maglia trevigiana Bargnani vince la Coppa Italia ed arriva in semifinale scudetto. La stagione successiva, 2004-05, è quella in cui il giovane pivot inizia a scalare le gerarchie in Italia ed in Europa. Le partite da 8 diventano 20, i minuti da 9 diventano 14. Crescono di pari passo anche le medie: 6 ppg con 4 rpg in A1 e 5 ppg e 4 rpg in Eurolega. Anche quell’anno arriva la Coppa Italia, in campionato ci si ferma ancora ai Playoff.

Nell’estate 2005 c’è una vera e propria rivoluzione in casa Treviso. Via coach Ettore messina, arriva David Blatt; via anche Marconato e Bulleri sostituiti con Zizis, Nicholas e Mordente con Soragna capitano e finalmente il “Mago” grande protagonista. Il centro ex-Stella Azzurra è finalmente al centro del progetto; Blatt crede moltissimo in lui e gli concede spazio. In Italia mette a segno 12 ppg conditi con 6 rpg in appena 23 minuti giocati; in Eurolega le cifre sono simili 11 ppg con 5 rpg. Al termine della stagione Treviso vincerà il suo quinto titolo e Bargnani verrà eletto miglior giovane d’Europa. I tempi sono maturi per tentare il grande salto; il giovane romano si rende eleggibile per il Draft 2006.

Il Draft NBA 

Il 28 giugno 2006 il Barclays Center di Brooklyn è gremito. E’ infatti l’attesa notte del Draft, tutto il mondo statunitense ha gli occhi puntati su New York. Ad essersi aggiudicati la prima scelta assoluta quell’anno erano stati i Toronto Raptors. I canadesi non hanno nessun tipo di esitazione; con la prima scelta assoluta il commissioner NBA David Stern chiama Andrea Bargnani from Treviso, Italy. Stupore ed incredulità; qualcuno l’aveva sospettato ma nessuno ci credeva per davvero. Il “Mago diventa il primo europeo della storia ad essere chiamato con la prima scelta assoluta al Draft. Il ragazzone da Roma viene scelto prima di atleti come Lamarcus Aldridge, Brandon Roy, Kyle Lowry e Paul Millsap.

Chi è Andrea Bargnani ?

In molti negli anni si sono chiesti il perché i Raptors avessero scelto proprio Bargnani per tentare di aprire un ciclo vincente. La risposta, secondo il mio poco autorevole parere, va cercata a Dallas sponda Mavericks. In quegli anni infatti l’NBA era stata travolta dal ciclone Nowitzki; WunderDirk aveva stupito tutti rivoluzionando il ruolo di PF e, in buona parte, anche quello di centro. Il lungo infatti non era più la classica presenza fissa in area con range di tiro tipicamente limitato; con Nowitzki le cose cambiano, il tedesco spara dal perimetro con assoluta facilità e il mid-range è la sua zona di caccia. Ecco perché negli anni a seguire ogni franchigia cercava quello che potesse essere l’erede del biondino dei Mavs. I Raptors l’avevano trovato in Andrea Bargnani.

In Italia infatti “Il Mago” si era messo in luce come un lungo atipico; il ragazzo era in grado di partire in palleggio per penetrare, aveva mani morbidissime dalla media e sopratutto dal perimetro era una costante minaccia. Certo la difesa non era il suo punto forte e spesso a rimbalzo non era poi tanto efficace ma tutti erano convinti che fossero lacune dovute all’età e, in parte, alla voglia.

L’avventura canadese: luci e ombre pt 1

L’inizio in quel di Toronto non è per nulla facile: basket diverso, preparazione diversa, schemi di gioco nuovi rispetto a quelli di Roma e Treviso. Il numero 7 dei Dinosauri però a piccoli passi mostra di poterci stare in quella lega, e non solo essere una comparsa. Dopo un periodo di naturale adattamento, “Il Mago” inizia a farsi conoscere anche in Canada. La sua mobilità, il suo gioco in post, la sua abilità in penetrazione e il suo aprirsi dal perimetro lo rendono un cliente ostico per quasi tutti i lunghi della lega.

La prima annata è positiva: 11.6 ppg con 4 rpg e il premio “Rookie of th month” vinto per ben due volte tra Gennaio e Febbraio. Una improvvisa appendicite a Marzo segna una prima battuta d’arresto per la sua crescita; il rookie rimane fuori fino ai Playoff dove, nonostante delle buone prestazioni, non riesce a battere i NJ Nets.

Nella stagione successiva il suo rendimento cala leggermente. Bargnani infatti non ha un buon rapporto con il suo coach Sam Mitchell. Iniziano inoltre anche i guai al ginocchio; una ipertensione lo tiene fermo per alcune settimane e le scelte dell’allenatore tendono a relegarlo spesso e volentieri in panchina. 10.5 ppg e 3 rpg in 65 partite giocate sono il suo bottino personale.

Le due stagioni successive vedono Andrea Bargnani consacrasi come uno dei migliori centri della NBA.  Il ragazzo gioca bene e mette a referto 17 ppg e 5 rpg in entrambe le stagioni vissute in Canada. “Il Mago” si gioca spesso il posto con Jermaine O’Neal e Bosh ma dimostra col tempo impara ad adattarsi anche al ruolo di SF, seppur poco congeniale alla sua mentalità.

L’avventura canadese: luci e ombre pt 2

La stagione 2010-11 è la migliore in assoluto di Bargnani dal punto di vista realizzativo; il centro, malgrado il lockout della NBA che fa giocare solo 66 partite, mette a referto 21,4 ppg a notte conditi con 6 rpg. Con la partenza di Bosh è lui il leader della squadra; ogni pallone in attacco passa per le sue mani e lui spesso e volentieri lo trasforma in facili punti.

Gli ultimi due anni, 2011-12/ 2012-13, sono i più travagliati dell’atleta azzurro in Canada. Tutti si accorgono che il talento è cristallino, il fisico, ahimè, pure. Nel 2012 a Gennaio un problema fisico lo costringe a saltare tutta la seconda parte di stagione. Nella successiva annata i problemi fisici non accennano a terminare e Bargnani appare, agli occhi dei tifosi, poco motivato e superficiale. L’amore che provavano per uno dei migliori pivot della lega si trasforma progressivamente in odio e rimpianto per averlo scelto con la numero uno in quel Draft. Andrea giocherà solo 35 partite in quella stagione e perderà il posto in favore di Valanciunas. Siamo ai titoli di coda dell’avventura canadese.

La grande Mela: Knicks e Nets

I Raptors pur di liberarsi del suo contratto decidono di tradarlo ai Knicks. Il giocatore romani si trasferisce a NY sperando di rilanciare lì la sua carriera; a Toronto arrivano Nowk Camby e Richarson più due scelte al Draft. L’avventura in maglia Knicks tuttavia non è delle più fortunate; i continui problemi fisici e il poco feeling con Woodson prima e Fisher poi lo porta a non esprimersi al meglio. Il ragazzo ha sempre la stessa facilità nel segnare ma ora appare sempre più svogliato e timoroso di qualsiasi contatto. Dopo due anni deludenti, malgrado le buone medie punti tenute ( 13,3 ppg nel 2013-14 e 15 ppg nel 2014-15) lascia la storica franchigia newyorchese.

Il ragazzo in estate lavora per trovare una nuova sistemazione. Dopo aver respinto la corte dei Kings, firma al minimo salariale con i Brooklyn Nets sperando di trovare un ambiente sereno e in cui rilanciarsi e trovare minutaggio. Le cose non vanno proprio così; dopo un avvio incoraggiante, Bargnani rompe con la società e risente dell’esplosione di Brook Lopez; il 20 Febbraio rescinde il contratto abbandonando definitivamente l’NBA.

La chance del Baskonia ed il futuro

Nell’estate del 2016 ad offrirgli una nuova, prestigiosa, chance è il Baskonia. La squadra basca presenta l’azzurro ex-Torotno come il grande colpo della campagna acquisti. La faccia di Bargnani è sulle tessere della campagna abbonamenti e su tutti i muri del palazzetto. Il ragazzo, superati apparentemente i problemi al ginocchio, pare trovare anche subito un feeling con coach Sito Alonso. In Spagna riesce a rendere al meglio e in Eurolega gioca con costanza su buoni livelli. I guai però sono sempre dietro l’angolo; un nuovo problema al ginocchio sinistro lo tiene fermo per quasi tre mesi. Al suo ritorno l’atleta italiano perde il posto nelle rotazioni e finisce per essere tagliato il 26 aprile 2017.

Il suo futuro, ad oggi, è una vera e propria incognita. Il ragazzo, dopo aver rinunciato alla chiamata di Messina per Eurobasket 2017, ha scelto di lavorare per ecuperare al meglio dagli infortuni passati. La Virtus Roma ci starebbe provando per portarlo in A2; tutti si aspettano l’ultimo grande spettacolo del “Mago” sperando che stavolta non finsica con un’anonima sparizione dal palco scenico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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