Berlino 2015: Juventus e Barcellona per il tetto d’Europa. E per il triplete…

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Ci siamo: dopo 210 partite disputate, stasera ci sarà l’atto conclusivo. L’“Olympiastadion” di Berlino, tempio dell’Hertha, dove l’Italia vinse il suo quarto Mondiale, ospiterà la finale di Champions League, giunta alla sua LX edizione, la ventitreesima da quando non si chiama più Coppa dei Campioni. Per l’ottava volta, la finale della coppa europea più importante si svolgerà in Germania, ma per la prima volta nello stadio della capitale. Quella di questa sera sarà la sesta finale giocata di sabato sera e la prima disputata a giugno.

Per la settima volta nella storia, una squadra italiana ed una spagnola giocheranno la finale: due vittorie per le italiane con Inter (contro il Real Madrid nel 1964) e Milan (4 a 0 al Barcellona ad Atene nel 1994) e tre vittorie iberiche con Real Madrid (contro Fiorentina, Milan e Juventus) ed una per il Barcellona (1 a 0 ai supplementari contro la Sampdoria nel 1992).

Alle 20:45 sarà il 38enne turco Cüneyt Çakir ad arbitrare la finale tra Juventus ed Barcellona, che si incontrano per la prima volta nella partita secca. Berlino decreterà la nuova squadra campione d’Europa, l’erede del Real Madrid, eliminato proprio dai bianconeri in semifinale. Il Barcellona ha avuto la meglio sul Bayern Monaco, battuto al “Camp Nou” con un secco 3 a 0, mentre i bavaresi in casa hanno battuto i catalani 3 a 2, ma il conteggio dei gol in trasferta ha premiato i ragazzi di Luis Enrique. Per la Juventus, il Barcellona riserva un dolce ricordo: il 22 aprile 2003, ai quarti di finale, i bianconeri batterono i catalani in casa con reti di Pavel Nedved e Marcelo Zalayeta nei tempi supplementari, dopo l’1 a 1 dell’andata al “Delle Alpi”. Curiosità: di quel match, gli unici ancora in attività sono Gianluigi Buffon e Xavi Hernandez (stasera in panchina), mentre l’attuale tecnico del Barça, Luis Enrique, allora era il capitano blaugrana.

Chi vincerà la coppa, stasera completerà il triplete (vittoria nella stessa stagione di titolo nazionale, coppa nazionale e, appunto, Champions League): il Barcellona, in caso di vittoria, sarebbe al terzo triplete (dopo le vittorie nel 2006 e nel 2009), mentre per la Juventus si tratterebbe del primo “trittico”. Altre squadre tripletiste sono state, nella storia, il Celtic nel 1967, l’Ajax nel 1972, il PSV Eindhoven nel 1988, il Manchester United nel 1999, l’Inter nel 2010 ed il Bayern Monaco nel 2013.

Per i bianconeri due “Coppe dalla grandi orecchie” in bacheca (Bruxelles 29 maggio 1985 contro il Liverpool; Roma 22 maggio 1996 contro l’Ajax), ma cinque sconfitte in finale (Ajax 1973, Amburgo 1983, Borussia Dortmund 1997, Real Madrid 1998, Milan 2003); per il Barcellona ottava finale, con quattro vittorie (Sampdoria nel 1992, Arsenal nel 2006, Manchester United nel 2009 e nel 2011) e tre sconfitte (Benfica 1961; Steaua Bucarest 1986; Milan 1994).

Capocannoniere della manifestazione è Lionel Messi con dieci reti (77 totali in Champions) e dietro di lui Neymar con nove. Il miglior attaccante della squadra bianconera è Carlos Tevez con sette, alla sua miglior stagione in Coppa dei Campioni. Il numero 10 del Barça guida anche la classifica dei fornitori di assist (5).

La partita di Berlino vedrà di fronte l’attacco monstre del Barcellona contro il centrocampo di sostanza e qualità della Juventus. Lionel Messi, Neymar e Luis Suarez hanno segnato finora 120 reti in tre (il solo Messi ha segnato finora 58 reti e ha già segnato nelle due finali da lui disputate), mentre il centrocampo bianconero si affida alla geometria e alla regia di Andrea Pirlo, al guizzo e al talento di Paul Pogba, alla qualità di Claudio Marchisio e alla tecnica di Arturo Vidal, anche se in tutta la stagione la rosa juventina ha segnato meno dei tre “tenori”. I blaugrana, da parte loro, sono una squadra forte in ogni reparto, un gruppo collaudato, dove Luis Enrique è riuscito nell’ardua impresa di far convivere tre attaccanti di valore internazionale senza metterli in competizione fra loro. In autunno si vociferava addirittura di una spaccatura tra lui e Messi e di una sua clamorosa cessione. Da allora, il tecnico di Gijon ha abbandonato il tiki-taka per fare spazio ad un cambio di gioco basato su verticalizzazioni e dribbling.

A distanza di dodici anni, Gianluigi Buffon cercherà di vincere per la prima volta il trofeo per club più importante di tutti ed, insieme al compagno Pirlo, è il giocatore con più esperienza tra i ventidue che scenderanno in campo stasera, anche se il centrocampista bresciano ha all’attivo due vittorie, entrambe con la maglia del Milan. Per i due giocatori della Vecchia Signora, la partita di stasera sarà un dejà vu berlinese, in quanto entrambi giocarono la finale di Coppa del Mondo il 9 luglio 2006 contro la Francia. Oltre a loro anche Andrea Barzagli, in panchina allora, scenderà in campo e cercherà di contribuire alla vittoria finale.

La partita vedrà anche di fronte due tecnici “ripudiati” dal calcio italiano: Luis Enrique, allenatore di una deludente Roma nella stagione 2011/2012 e che alla prima stagione in Catalogna ha già collezionato un double; Massimiliano Allegri, subentrato all’amatissimo Antonio Conte lo scorso 15 luglio nonostante l’esonero ad inizio 2014 quando allenava il Milan, e che si pensava non sarebbe riuscito a vincere un titulo: da allenatore super contestato ad allenatore super amato che ha portato la Juventus a sedersi nel famoso “ristorante da 100 euro” di contiana memoria e portarla a giocare la finale di Champions dopo dodici anni di assenza ed una stagione in serie B solo otto fa.

Juventus-Barcellona, oltre a certificare la squadra più forte d’Europa, sarà la vetrina per il Pallone d’oro 2015: da una parte i soliti Messi e Iniesta, dall’altra l’Apache Carlos Tevez, Andrea Pirlo e Gigi Buffon. Non essendoci in estate Mondiali o Europei da giocare, il trofeo assegnato da Fifa e L’Equipe il prossimo gennaio andrà, (quasi) sicuramente, ad uno dei cinque atleti sopraccitati.

Parlando del match di questa sera (ore 20:45, diretta su Canale 5), sulla carta non c’è partita: da una parte una squadra che gioca a calcio quasi ad occhi chiusi, che ha tre attaccanti con in media a testa 40 gol in stagione e che è abituata, almeno negli ultimi anni, a vincere almeno due trofei a stagione, dall’altra la “cenerentola”, quella che ad inizio stagione non si pensava neanche potesse passare i gironi, che non avrebbe centrato il poker in campionato o che avrebbe vinto la decima Coppa Italia, oltre che all’essere una squadra con poco “peso” europeo. Eppure alcuni giocatori del Barcellona temono questa Juventus, una Juventus che non ha nulla da perdere e che farà in modo di vincere, magari imbrigliando in difesa i tre “tenori” di Luis Enrique.

Juventus, Barcellona a voi la palla. A voi l’Europa.