Campione d’Italia: perché c’è una città italiana in Svizzera?

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Campione d Italia

Si trova in Svizzera, ma è in provincia di Como. Gli stipendi sono pagati in franchi svizzeri, ma l’ordine pubblico è affidato alle forze di polizia italiane. Sembra un paradosso, invece è la realtà quotidiana di Campione d’Italia, la piccola enclave italiana di 1,7 chilometri quadrati situata a 18 chilometri dal confine del Belpaese, famosa soprattutto per il Casinò Municipale che attira ogni anno migliaia di turisti e appassionati provenienti da ogni parte del mondo.

È interessante comprendere come sia possibile una simile situazione geopolitica, e per farlo bisogna risalire al 777 d.C. Fu intorno a questa data che Totone, un antico signore longobardo, donò alla basilica di Sant’Ambrogio una parte dei propri possedimenti, sottomettendo Campione all’autorità ecclesiastica milanese. Grazie all’imperatore Lotario, che mutò il diritto di proprietà in diritto di sovranità, Campione mantenne l’indipendenza fino al 1512, quando la Svizzera (in quanto membro della Lega Santa) ottenne il controllo del Ticino, inglobando anche il territorio di Campione.

In questa circostanza fu l’abate di Sant’Ambrogio a battersi per mantenere l’autonomia e la libertà di passaggio in territorio elvetico, riuscendo nell’intento. Il problema si ripresentò nel 1797, con l’abolizione delle corporazioni religiose da parte di Napoleone, ma la proprietà in questo caso fu trasferita al Fisco e Campione passò alle dipendenze di Como, restando italiana. Al congresso di pace successivo alla sconfitta di Napoleone nel 1815, gli svizzeri tentarono ancora una volta di rivendicare il possesso della città, ma ancora una volta senza esito.

Oggi l’enclave italiana conta circa 3 mila abitanti, in buona parte impiegati nella gestione del Casinò Municipale inaugurato nel 1917, che rappresenta il fulcro della vita sociale e il motore economico preponderante di Campione d’Italia. La nutrita clientela che ogni anno frequenta le sale della casa da gioco può approfittare di tavoli dedicati alla roulette, al baccarat, al poker, al blackjack, alle slot machine e a tutti gli altri giochi da casinò tradizionali, che oggi trovano spazio in versione virtuale negli innumerevoli portali che si occupano di gioco d’azzardo online, tra i quali spicca l’esperienza di casino Midas recensioni.

L’edificio che ospita il Casinò si sviluppa su tre imponenti strutture disegnate dall’architetto Mario Botta, che ha voluto interpretare in chiave moderna e funzionale il profilo collinare di Campione d’Italia e nel contempo valorizzare la vista del Casinò per chi giunge dal lago.

Negli ultimi anni la storica casa da gioco di Campione, attiva ormai da più di un secolo, ha affrontato un periodo complesso dal punto di vista finanziario, al punto che nel 2018, ad appena un anno dal centenario della sua nascita, è stata dichiarata fallita ed è rimasta chiusa per quasi tre anni, con conseguente perdita del posto di lavoro per i quasi 500 lavoratori alle dipendenze della società di gestione della casa da gioco.

La riapertura è stata resa possibile da un concordato che prevede un drastico taglio dei costi e un nuovo accordo con il Comune di Campione, meno oneroso rispetto al passato per la casa da gioco. Nei mesi scorsi sono state avviate tutte le procedure necessarie alla riassunzione di 180 dipendenti ed è stato varato un piano di ripresa economica che mira all’assolvimento di tutti i debiti ancora pendenti.

Fabiano Corona
Fabiano Corona, redattore di SportPaper.it e di Sport Paper TV, esperto di calcio italiano ed estero