Champions League, le parabole di Kimmich portano il Bayern nella storia

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Quante volte si è visto Joshua Kimmich arrivare al limite dell’area e dare un giro perfetto al pallone? Almeno due: ieri sera e il 26 maggio scorso. In finale di Champions o alla ventottesima giornata di Bundesliga contro il Dortmund, il colpo del campione è sempre decisivo e permette al Bayern di correre ad ampie falcate verso la storia. Nella notte di Lisbona il cerchio si è chiuso: triplete compiuto.

Champions League, il Bayern vince il triplete. Kimmich protagonista

Dopo il fischio di Orsato le lacrime di Neymar sono state l’evento più mostrato e commentato del pianeta, mentre è passato in sordina il pianto liberatorio di Kimmich. Il tedesco è arrivato in Baviera quando la squadra già aveva vinto tutto. Molti compagni avevano appena trionfato anche al mondiale brasiliano ed era inevitabile un periodo meno assiduo alla vittoria. Il Bayern a dirla tutta non ha mai smesso di alzare almeno un paio di trofei a stagione, ma la Champions è sempre sfuggita. La dirigenza però ha continuato a pianificare perché un progetto, seppur ottimo, a volte ha bisogno di tempo per stupire. Quindi negli anni sono arrivati i nuovi Lahm, Schweinsteiger, Robben e Ribery. Nel 2015 invece viene acquistato un giocatore diverso dai predecessori perché non ha caratteristiche che lo accomunino con uno solo. Kimmich è centrale, terzino, mediano, mezzala, recupera-palloni, regista, assist-man, leader. Il talento è un dettaglio non indifferente, altrimenti non sarebbe stato chiamato dalle floride giovanili dello Stoccarda per giocare insieme a Timo Werner. Il lavoro però conta molto di più. E’ così diventato indispensabile per Guardiola e Ancelotti in due ruoli diversi, mentre è imprescindibile per Flick, che lo fa giocare letteralmente a tutta fascia. In questo modo Kimmich può intervenire su Mbappé, forse con un fallo, nella propria area di rigore e pennellare sulla testa di Coman a sedici metri dalla porta avversaria.

E all’occorrenza, dalla stessa posizione, è in grado di segnare così.

Assist o gol, il risultato è sempre lo stesso: la vittoria.

 

Fabiano Corona
Fabiano Corona, redattore di SportPaper.it e di Sport Paper TV, esperto di calcio italiano ed estero