Coppa d’Africa: il punto dopo la prima fase

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Mohamed Salah

ESCONO DI SCENA A SORPRESA L’ALGERIA E LA COSTA D’AVORIO CAMPIONE USCENTE. ANCHE AUBAMEYANG SALUTA LA COMPETIZIONE COL SUO GABON PADRONE DI CASA. STUPISCE IL MAROCCO DEL “PROFETA” HERVE’ RENARD.

La prima fase a gironi della Coppa d’Africa, quella che celebra i suoi primi 60 anni, ha saputo regalare parecchie sorprese, soprattutto in negativo. Alcune delle pretendenti al titolo stanno già preparando mestamente i bagagli, e i loro attesi protagonisti ritornano nei loro club che li attendono a braccia apertissime. Della serie, forse fermare i campionati durante questa manifestazione sarebbe quantomeno da tenere in considerazione, dato che la maggior parte delle nazionali che comporranno la griglia dei quarti sono composte soprattutto da giocatori affamati di gloria e denaro, e per loro questa competizione rappresenta di sicuro una vetrina di assoluto rilievo rispetto ai loro anonimi trascorsi nei club di mezza Europa.

Ma analizziamo i quattro gironi con ordine:

GRUPPO A – Stecca clamorosamente il Gabon padrone di casa, affidato ad un Camacho che ha dimostrato di non capirci più di nulla. Affidatagli la guida della nazionale a un mese dall’inizio della competizione, si è preoccupato maggiormente di questioni contrattuali e di organigramma, piuttosto che tecniche. Fatto sta che uscire dopo la prima fase rappresenta uno smacco clamoroso per una selezione attesa ad un importante salto di qualità. Passano il turno la Burkina Faso ed il Camerun , atteso ad una pronta rinascita, ma a regalare le emozioni più grandi sono “i licaoni” della Guinea Bissau di Baciro Candè. Escono dal torneo con un punticino (rimediato peraltro contro il Gabon), un’ottima impressione data sul campo e parecchi brividi per quelle lacrime durante l’inno nazionale, prima della partita contro il Camerun. Una nazione fra le più povere al mondo, dove il retaggio colonialista portoghese ha lasciato soltanto macerie e un senso di insicurezza dilagante. I vincitori morali di questo torneo sono loro, una delle anime più tristi e drammatiche del Continente Nero.

GRUPPO B – Un’altra vittima illustre, l’Algeria, saluta anzitempo il torneo. E si tratta di un flop a dir poco clamoroso, soprattutto per una selezione accreditata fra le massime favorite, se non addirittura la squadra da battere. Riyad Mahrez ha segnato una doppietta nell’esordio, contro lo Zimbabwe. Poi, il crollo, con la sconfitta nel derby con la Tunisia (Ghoulam disatroso…), che invece passa ai quarti contro i favori del pronostico. Il Senegal condanna “i fennec” con il gol di Sow, dopo il doppio illusorio vantaggio di Slimani. Per i “leoni del Teranga”, trascinati da Keita e soprattutto da Manè, un primo posto nel girone che suona come candidatura forte per la finalissima di Libreville.

GRUPPO C – All’ASEC Mimosas, storica accademia del calcio ivoriano, ci sarà da lavorare nei prossimi anni, per ricostruire una nazionale all’altezza del suo recente passato. I vari Drogba, Tourè e Gervinho (infortunato) hanno assistito a distanza alla detronizzazione degli “elefanti”. Kessiè, attesissimo, gioca con la testa altrove (Bergamo? Torino?), la squadra traccheggia per il campo invece di correre. Neanche Kalou riesce ad essere decisivo. Stupisce il Marocco di Hervè Renard, proprio lui, il tecnico del trionfo degli ivoriani di due anni fa, che punta ad un clamoroso tris (vinse anche con lo Zambia). I “leoni dell’Atlante” giocano un calcio frizzante, rabbioso anche. E c’è tanta rabbia, per una nazione funestata dal virus ebola che le ha precluso l’organizzazione della Coppa d’Africa (al suo posto la Guinea Equatoriale) di due anni fa, rischiando anche una pesante squalifica da parte della CAF.
Il gol, stupendo, di Aloui, sa di liberazione. Assieme ai maghrebini, passa la Repubblica del Congo di Kabananga, top scorer del torneo con 3 reti.

GRUPPO D – A spezzare ogni timore per “i faraoni” ci pensa lui, Mohamed Salah, la sua punizione contro il Ghana (già qualificato) permette all’Egitto di passare il turno, addirittura come prima classificata. Una squadra pragmatica, quella egiziana, che rispecchia il credo calcistico del suo mentore, Hector Cuper. E’ l’unica, fra le magnifiche otto, a qualificarsi mantenendo vergine la propria porta, difesa strenuamente da un sontuoso El Hadary (44 anni!!!). Due le reti segnate, ma pesanti come macigni. Ad accompagnare l’Egitto c’è il Ghana, muscolare e ben messo in campo da Avram Grant, un’altro che in quanto a spettacolo non regala molto alla platea. Scommettiamo che entrambe faranno davvero strada?