Dal Real al Real, differenze tra i blancos…

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Champions League

Real 1956-1960 vs Real 2015-2017

“Doppio” Ronaldo, Casemiro e Asensio sabato sera hanno dato al Real Madrid la dodicesima Champions League della sua storia. La squadra di Zinedine Zidane ha stabilito un record: mai una squadra aveva vinto il trofeo due volte consecutive. L’ultima a fare il back to back era stato il Milan di Sacchi, vincitore a Barcellona contro lo Steaua Bucarest e al Prater contro il Benfica nel 1989 e nel 1990, ma in quel caso il trofeo aveva il vecchio nome di Coppa dei Campioni. La vittoria del Millennium Stadium ha permesso ai blancos di staccare di cinque trofei la seconda squadra più vittoriosa nella manifestazione, il Milan, fermo a sette vittorie.
Per i castigliani i prossimi appuntamenti saranno la finale di Supercoppa europea contro il Manchester United ad agosto ed il Mondiale per club a dicembre. In entrambi i casi, il Real è detentore di entrambi i trofei.

Tra i tifosi e gli addetti ai lavori la vittoria della duodecima è stata senza se e senza ma: 1-4 alla Juventus con un Cristiano Ronaldo in formato…Champions. Per il talento di Funchal, dodici reti in stagione in Europa, 106 reti complessive nella manifestazione e quinto Pallone d’oro ormai a portata di…piede.

E la parola “cinque” in spagnolo in casa Real è ricorrente: dalla “quinta del Buitre” degli anni 80 alle cinque Coppe dei Campioni consecutive vinte nelle prime cinque edizioni del trofeo istituito nella stagione 1955/1956. Se per descrivere i cinque giocatori canterani la parola “quinta” in iberico significa altro (coopta), il Grande Real delle cinque coppe consecutive è stata la squadra più forte delle sua epoca ed una delle migliori della storia del calcio.
Fare paragoni è sempre una cosa stucchevole, figurarsi nel gioco del calcio. Eppure il Real Madrid della duodecima, delle sei finali vinte nelle ultime sei finali disputate nella coppa più importante (la terza negli ultimi quattro anni) può essere paragonato al Real Madrid del presidentissimo Santiago Bernabeu.

Il livello calcistico tra la fine degli anni Cinquanta e questo di metà anni Dieci è totalmente diverso per tecnica, pressione, tattica e livello agonistico, ma un paragone per ruoli è più che fattibile fra i due Real Madrid

Allenatore
In queste ultime due stagioni il Real Madrid ha avuto due tecnici: partito nella stagione 2015/2016 con Rafa Benitez, il gennaio successivo il tecnico castigliano è stato sostituito da Zinedine Zidane, ex numero 5 dell’era dei galacticos e tecnico allora emergente del Madrid Castilla, la squadra Primavera merengue. Con in panchina l’ex numero 10 della Francia Campione del Mondo e d’Europa, il Real Madrid ha vinto una Liga, due Champions League consecutive, una Supercoppa europea e un Mondiale per club. Si diceva che Zidane non fosse pronto ad allenare una squadra della caratura del Real Madrid: i suoi detrattori si sono evidentemente sbagliati. E molto.
Nel quinquennio 1956-1960 le meregues ebbero come entrenadores José Villalonga Llorente (due vittorie), Luis Carniglia (due vittorie) e Miguel Muñoz, il primo a vincere la coppa (allora a forma di anfora) sia da giocatore che da tecnico.

Portiere
Il Real di Zidane in porta può disporre di Keylor Navas, efficace portiere costaricano anche se molto lontano dalle performance di Iker Casillas, forse il miglior portiere della storia della squadra con la camiseta blanca.
Il Real del quinquennio ebbe il forte Juanito Adelarpe che difese la porta nelle finali di Parigi, Madrid e Bruxelles (contro Stade Reims, Fiorentina e Milan), mentre contro Stade Reims e Eintracht Francoforte a difendere i colori blancos ci fu Rogelio Domínguez

Difensori
Il Grande Real in difesa poteva contare su Miguel Munoz, Ángel Atienza, Marquitos, Juan Santisteban e José Santamaría. Difficile scegliere il migliore.
Il top in difesa di questo Real è rappresentato da Sergio Ramos, capitano della squadra e con tre Champions in bacheca. Dopo un avvio di carriera molto “grezzo”, il difensore andaluso è diventato uno dei più importanti interpreti del ruolo di questo XXI secolo, soprattutto perché è riuscito ad unire la precisione negli interventi con il vizio del gol (73 reti in carriera tra Siviglia e merengues, dieci in Nazionale). E i suoi gol sono risultati decisivi allo scadere delle partite: chiedere all’Atletico Madrid, che per un suo gol al 93′ si è visto sfuggire la Champions nella finale di Lisbona (poi vinta dai blancos ai supplementari). Non sarà né Baresi, né Beckenbauer o Scirea, ma il numero 4 di Camas è sempre un avversario da temere…e superare.

Centrocampisti
I centrocampi delle due squadre analizzate sono di altissimo livello: Raymond Kopa, José María Zárraga e Francisco Gento contro Luka Modric, Toni Kroos e Casemiro (con Sami Khedira e Angel di Maria presenti nella finale “derby” contro l’Atletico di Lisbona). I top delle due formazioni sono senza dubbio Kopa (Pallone d’oro 1958) e Modric. Per il centrocampista di Zara nessun Pallone d’oro in bacheca, ma quando il pallone arriva dalle sue parti difficilmente andrà all’avversario. E sabato a Cardiff il numero 19 croato è stato (escluso Ronaldo) il migliore.

Attaccanti
I due attacchi sono entrambi di una qualità esagerata: Alfredo Di Stéfano, Antonio Rial e Ferenc Puskás da un lato, Cristiano Ronaldo, Bale e Benzema dall’altro. Cosa aggiungere? Ah si, Amancio e Francisco Román Alarcón Suárez detto Isco, con quest’ultimo che ha ancora molto da dimostrare rispetto ai suoi compagni di reparto, ma che è stato autore di una stagione molto importante dove ha dimostrato di essere un giocatore di valore.

Giocatori simbolo: Alfredo di Stéfano e Cristiano Ronaldo
Le epoche dei due Real presi in esame sono diametralmente opposte e l’unica cosa in comune è il fatto che per vincere devono fare sempre un gol in più dell’avversario.
Entrambe le squadre hanno un giocatore rappresentativo: la saeta rubia Alfredo di Stefano e Cristiano Ronaldo. Sei Palloni d’oro in due (a dicembre diventeranno sette visto che il portoghese si porterà a casa il suo quinto trofeo), 307 gol per l’argentino-colombiano-spagnolo in undici stagioni al Real, quattrocentosei per il secondo in sole otto. CR7 è il giocatore che ha segnato di più nei 115 anni di storia del club e può essere considerato come il più forte di sempre passato dalle parti dei blancos.
Di Stéfano e Ronaldo, due attaccanti diversi ma veri cannibali dell’area di rigore. Due giocatori che hanno scritto la storia del club e che rimarranno nell’immaginario collettivo come due “maestri” di questo sport.
Ronaldo sta vivendo una seconda giovinezza, non è esplosivo come quando è arrivato a Valdebebas nell’estate 2009 per 94 milioni di euro, ma rimane il più forte giocatore di questi anni Duemila. CR7 da quando veste blanco viaggia ad una media di 50 gol in stagione e non fallisce mai nelle finali.
Di Stéfano, morto il 7 luglio di tre anni fa, è ancora oggi ricordato come uno dei principali attaccanti della storia del calcio e a molti piacerebbe vederlo in campo in questi anni per vedere come si sarebbe destreggiato con le difese arcigne, i centrocampi muscolari e gli attacchi esplosivi di questi ultimi anni.
Cosa accomunano di Stéfano e CR7? Senza dubbio velocità, fantasia, piedi vellutati, tecnica e tanto talento.

Qual è il Real più forte?
E’ difficile paragonare due squadre così diverse: il Real di di Stefano & C. giocava molto meno durante la stagione ed in Coppa dei Campioni le rivali erano poche (sedici iscritte nella prima edizione, ventisette nella 1959/1960) e nessuna alla sua altezza.
La squadra di Zidane invece gioca molto di più (57 partite giocate in stagione nel complesso), le avversarie sono di più (ventinove partite disputate complessivamente la prima edizione della Coppa dei Campioni, duecentodiciassette in questa appena conclusa) ed il valore è nettamente più elevato rispetto all’epoca dei pionieri della coppa a forma di anfora.
Ai punti è meglio questo Real Madrid, ma sarebbe intrigante vedere giocare il Real di di Stefano e Puskas contro il Real di Ronaldo e Benzema. Chissa come finirebbe. Non lo sapremo mai, ma ci piacerebbe vedere Ramos e Varane a marcare la saeta rubia e Puskas, oppure Santamaria “francobollarsi” a Benzema.