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Dicembre decisivo per la Juve e per le antagoniste

Un mese decisivo per i bianconeri di Allegri

Chi pensava ad un torneo quasi già deciso, deve fortunatamente ricredersi. La Juve, fin qui più vincente che convincente, alla vigilia dell’ultimo turno di campionato, governava tutti dall’alto dei suoi rassicuranti 7 punti di vantaggio.
Con la solita austerità sabauda, ha portato a casa tre punti vitali varcando le rive del Nerviòn martedì sera, e tanti saluti agli esteti dopo una partita memorabile solo per il risultato.

Ma il campionato sa essere spietato, e contro un Genoa sceso in campo con l'”animus pugnandi” del suo mentore, i bianconeri sono usciti cornuti e mazziati, con il tecnico ancora sulla graticola. Scelte sbagliate, mercato incompleto, preparazione atletica da rivedere etc. etc.

Analizziamo brevemente lo stato influenzale della “goeuba” alla vigilia di un trittico niente male, con l’Atalanta yè yè a fare visita allo Stadium il prossimo sabato, poi il derby col Toro del Gallo, e infine la Roma sempre in casa, sperando che i giallorossi abbiano curato parte del loro spleen nei secondi tempi.

Innanzituto, che i terzini costituissero il lato debole della Juve alla vigilia di questa stagione, era lecito prevederlo. E lo si è visto purtroppo più volte, con Dani Alves ed Evra a corto di cavalli, e ci mancherebbe, un Liechtsteiner da ricostruire mentalmente dopo i propositi dì arrivederci, per non parlare di Asamoah ormai desaparecido.

Gli infortuni dello stesso Alves e di Bonucci, uniti a quelli di Barzagli e Chiellini, hanno sguarnito il reparto principe di una squadra che ha fatto della compattezza difensiva la base per i propri successi. Rugani e Benatia sono chiamati al salto di qualità, soprattutto il primo, designato come uno dei difensori del futuro anche in chiave azzurra.

In mediana, invece, mancano i garretti per dare una connotazione di lotta ad un reparto statico come pochissime volte si è visto negli ultimi anni. Marchisio è in fase di recupero, ma Hernanes e Pjanic, al momento di usare la sciabola, prediligono lo stesso il fioretto, spesso con scarsi risultati. Khedira è l’unico a cantare e portare la croce, ma fisicamente inizia a mostrare il fianco. A Siviglia, ma ancor più a Marassi, si è vista una squadra priva di idee, e con troppa frenesia nel giocare il pallone. Sinonimo questo di scarsa coesione fra i reparti, nonchè di poca serenità. Proprio Pjanic, che dovrebbe portarsi sulle spalle la squadra, è apparso spesso molle e inconcludente. Col bosniaco nella forma migliore sarebbe di sicuro un’altra Juve, ma le doti del trascinatore non sembra proprio averle. Il mercato di Gennaio potrebbe essere riparatore in tal senso.

In attacco, infine, l’abulìa di Mandzukic, troppo pigro, e le scelte non ottimali di Allegri – come Cuadrado seconda punta – costringono il Pipita Higuain a trovare presto la forma migliore dopo gli ultimi acciacchi. In attesa di Dybala, apparso ancor più imprescindibile durante la sua assenza forzata.

Con questo, stiamo parlando della squadra più forte del nostro campionato; sappiamo bene tutti che in quanto a risorse caratteriali dispone di un serbatoio senza fondo, e proprio la débacle di Marassi col Genoa deve fungere da avvertimento per la concorrenza. Evidentemente ci voleva uno scossone decisamente più violento, rispetto agli scricchiolii post San Siro. Si può solo migliorare, e farlo dall’alto di un primo posto in entrambi i fronti è lusso non da poco. In attesa che si svuoti l’infermeria e la mente di Allegri dai soliti amletici dubbi.

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