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È una Juve che va e una Juve che viene: la stagione ponte e la necessità di cambiare

Gli addii di Alex Sandro e Allegri, la necessità di mettersi il passato alle spalle e guardare con ottimismo al futuro: questa è la missione della nuova Juventus, pronta a ripartire da Giuntoli, Thiago Motta e Di Gregorio.

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DANILO ALZA LA COPPA ITALIA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Juventus: mettere da parte la nostalgia e cambiare pelle

La Juventus chiude la stagione con una vittoria, per 2-0, sul Monza di Palladino, nell’ultima di Alex Sandro, ultimo baluardo del periodo allegriano e ultimo reduce di Cardiff, con la maglia bianconera. Stagione particolare per la Vecchia Signora sommersa dall’onda di un cambiamento necessario e ovvio. Nel buono da raccogliere c’è un trofeo, la Coppa Italia, vinta lo scorso 15 maggio, e i tanti giovani usciti dal progetto Next Gen, figli della necessità virtù, pronti al grande palcoscenico bianconero. La vittoria di ieri sembra essere il ponte, il raccordo tra un campionato a due facce, da dottor Jekyll e signor Hyde, e la voglia di rivalsa, protesa a colmare il gap con le due milanesi. Lascia il vecchio e prende il nuovo, la Juventus, consapevole di un percorso da rifare, complicato dopo nove anni di vittorie, – che lo stesso Allegri aveva definito “non normale” (e ne ha pienamente ragione) – quanto mai necessario per rilanciare una società smembrata dal caso giudiziario e dalle criticità economiche degli ultimi tempi. La stagione della Juve, seppur a doppio volto, non è da disprezzare, così come l’intero lavoro di Allegri, finito nel mirino della critica, fondamentale per il passaggio al nuovo ciclo. Thiago Motta è la faccia fresca, pulita, di un calcio che si rinnova, che Giuntoli vuole fortemente come guida, Di Gregorio, miglior portiere della stagione, è il primo tassello verso il cambiamento di una rosa, non sempre all’altezza delle aspettative negli ultimi tempi. Poi il nodo rinnovi, partendo da Rabiot, in scadenza a giugno, e arrivando Chiesa, passando per Vlahovic, e il grande punto interrogativo delle incerte certezze degli ultimi anni; il prolungamento di Cambiaso, fino al 2029, sorpresa e garanzia per il futuro, Rugani, insieme a De Sciglio, ultimo pezzo nostalgico. Dunque, è una Juve che va, quella di Allegri e Alex Sandro, padri di un ciclo vincente e un altro complicato, che lascia spazio ad una Juve che viene, quella Motta e Giuntoli, con la necessità di risorgere dalle proprie ceneri, per tornare dove le compete. La prima missione del nuovo corso, tuttavia, è quello di allontanare i tifosi da i fasti nostalgici di una Juventus che non c’è più, per far comprendere quanto sia giusto il cambiamento.

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