ESCLUSIVA – Anastasi: “Il DNA bianconero è quello di provare a vincere sempre, nell’Inter troppi stranieri”

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Sportpaper ha intervistato in esclusiva l’ex attaccante di Juventue ed Inter,Anastasi. Una lunga chiacchierata con argomenti riguardanti Inter, Juventus ed il suo arrivo a Varese.

 

Che ricordi ha della sua esperienza di Varese e di immigrato dalla Sicilia al Nord?

Stiamo parlando di cinquanta anni fa, anno 1966, era tutto completamente diverso, non c’era la tecnologia di oggi, tra  Catania e Varese ci si sentiva  ancora più distanti, però mi sono trovato abbastaza bene. Mi sono ritrovato in una città che aveva un modo di pensare e di vivere completamente diverso dal mio. A Varese i ragazzi uscivano da soli la sera, a Catania era molto più dififcile che accadesse.

Quali sono secondo lei i meriti di Allegri per tutti questi successi?

I meriti di Allegri sono grandissimi, quando arrivò alla Juventus ricordiamo che i tifosi bianconeri non lo volevano per il suo passato al Milan, c’erano in lizza per la panchina Spalletti e Mancini, lui era l’ultimo della lista. Invece in punta di piedi è arrivato in bianconero, ha utilizzato all’nizio lo stesso modulo di Conte , poi piano pano ha fatto giocare la squadra come voleva lui. Ricordiamo che in tre anni ha fatto due finali di Champions, ha quasi vinto tre scudetti di fila, una vittoria in Coppa Italia e la finale di questo anno contro la Lazio. Io credo che questa sia la stagione buona per completare l’opera, ed arrivare a vincere tutto, diciamo che la Juventus ha un buon 80% di possibilità di fare il Triplete.

Se dovesse essere Triplete, Allegri potrebbe rimanere ancora alla Juventus?

Se questa domanda me l’avesse fatta tre mesi fa, le avre irisposto che Allegri se ne sarebbe andato, adesso secondo me le possibilità che resti alla Juventus sono moltissime. Rimanendo a Torino avrebbe il vantaggio di avere una squadra che conosce benissimo.

Non c’è il rischio da parte dei giocatori della Juventus vincendo tutto, di avere un senso di rilassatezza nella prossima stagione, la cosiddetta “pancia piena”?

Quando giochi nella Juventus, la “pancia piena” non c’è mai, è una squadra che gioca sempre per vincere, il DNA bianconero è quello di provare a vincere sempre.

La figura di Moratti manca all’Inter?

Moratti manca senza dubbio al club nerazzurro, era un emblema per l‘Inter, e mi riferisco sia al papà che a Massimo. Il fatto che siano arrivati  i cinesi e mi riferisco sia al Milan che all’Inter, mi fa pensare che i giocatori non si sentono tranquilli, i risultati li abbiamo visti, solo due punti negli ultimi due mesi non sono da grande squadra. Penso che ci siano problemi sia a livello di società che di spogliatoio, al contrario di quello che è la Juventus dove tutto viene programmato. Mi ricordo un episodio, quando ero alla Juventus, Boniperti disse queste parole: “Voi non dovete avere nessun problema, i problemi li abbiamo noi, se ne avete venite in società e li risolviamo. Voi dovete pensare solo a giocare”.

Secondo Lei, perchè Pioli ha fallito?

Pioli è arrivato in una società che era ancora sottosopra, nei primi tempi ha fatto degli ottimi risultati, secondo me ci sono troppi stranieri nell’Inter, ognuno ha il suo modo di pensare e non è facile metterli tutti d’accordo. Quando non ci sono risultati, la maggior parte delle volte è un problema di spogliatoio, evidentemente non c’è tranquillità.

Le voci in generale di complotti verso società o tecnici, secondo Lei sono vere?

Secondo me il problema è che non c’è più attaccamento alla maglia, si pensa più al lato economico.

E’ favorevole a questo giro di miliardi nel mondo del calcio?

Non sono favorevole ovvimante, ma i tempi sono cambiati, proprio oggi ho letto che Lavezzi guadagna 50 miloni di euro in Cina, uno schiaffo al lavoratore ed alla povertà. Tornando alla Juventus, è una delle poche società che ha dei limiti di ingaggio, cose che diverse altre squadre non hanno.

 

Salvatore Ciotta
Salvatore Ciotta, redattore di SportPaper.it e di Komunicare Editore, esperto di calcio italiano ed estero