ESCLUSIVA – Cristiano Ruiu: “Milan vincente grazie a Ibra. Subito Eriksen”

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Ai microfoni di SportPaper.it Cristiano Ruiu, con il volto di Top Calcio24, noto opinionista di fede milanista, abbiamo parlato del presente e del futuro dei rossoneri. Di seguito l’intervista completa:

Il Milan continua a macinare vittorie e record. Si aspettava che la squadra di Pioli potesse continuare ad avere questo rendimento anche in questo avvio di stagione?

Le premesse si erano viste alla fine della scorsa stagione, con quel ciclo di dieci risultati utili consecutivi. Da qui a pensare che il Milan potesse davvero lottare per il campionato non me lo aspettavo, forse nessuno. L’unico che in quell’intervista del 10 luglio, forse anche in maniera provocatoria, aveva detto che se fosse arrivato all’inizio dell’anno scorso avremmo lottato per lo scudetto era stato Zlatan Ibrahimovic. Secondo me a quelle parole non ci aveva creduto nessuno, solo i compagni. Ci stanno credendo davvero e lo hanno fatto fin dall’inizio. Va dato merito straordinario a Ibra e chi l’ha assecondato, in primis Paolo Maldini e poi Pioli. Non ci dimentichiamo che se fosse stato per quello che era il progetto di Gazidis il Milan dopo le dieci partite della scorsa stagione avrebbe preso Rangnick, Ibra non avrebbe rinnovato, non ci sarebbe stato Pioli e data la fiducia a Maldini. Per fortuna sono riusciti a fare gruppo, a fare questo miracolo l’anno scorso e ad avere la fiducia dalla società per andare avanti quest’anno. Adesso stanno facendo qualcosa che già cosi, anche se dovesse finire qua il ciclo positivo, sarebbe straordinario.

Sappiamo tutti dell’importanza di Ibrahimovic fuori e dentro il campo. Spesso la sua figura però oscura anche il lavoro di altri, per esempio quello di mister Pioli. Quanti meriti ha secondo lei quest’ultimo sui risultati che la squadra sta ottenendo?

Bisogna essere sinceri. Pioli è sicuramente un buon allenatore ma non è mai stato un fenomeno. La differenza tra il Pioli dell’inizio e quello di quest’anno è Zlatan Ibarahimovic. Penso che lo stesso Pioli sia molto grato a Ibra che ha cambiato la squadra. Quando è arrivato lo svedese il Milan ha anche fatto delle scelte di mercato importanti, soprattutto nelle cessioni. L’allenatore deve molto a Ibra di questa metamorfosi, senza nulla togliere nessun merito a Pioli. E’ chiaro che la differenza l’ha fatta Ibrahimovic. Non ci dimentichiamo che in uno dei punti più bassi della storia del Milan, ovvero la partita persa per 5-0 contro l’Atalanta, sulla panchina c’era Pioli.

Capitolo rinnovi. Calhanoglu sembra essere lontano dalla firma, lei farebbe uno sforzo per trattenerlo ancora a Milano?

La situazione è complicata perché quando arrivi con dei giocatori in scadenza o hanno un ingaggio talmente alto alla Cristiano Ronaldo oppure hanno un’età, per cui non interessano a nessuno. O ancora, come nel caso di Donnarumma e Calhanoglu, sono un danno patrimoniale per il club molto importante. Il Milan se perdesse a zero il turco ha un danno patrimoniale e non può beneficiare di un’eventuale vendita del cartellino e quindi è un mancato guadagno. Arrivare in scadenza di contratto per giocatori che vuoi tenere o vuoi valorizzare è un errore clamoroso. Ancor di più per Donnarumma che da quando ha 16 anni, chiunque capisca di calcio, sa che sarebbe diventato uno dei portieri più forti al mondo. E’ già andato in scadenza nel momento del cambio di proprietà tra Finivest e i cinesi e andarci nuovamente è molto grave. Quando vai in scadenza devi affidarti alle mani del procuratore. Donnarumma può chiedere qualunque cifra ma il punto è: se il Milan gli offre 10milioni trova un altro club che glieli dà? Sicuramente si. Quindi se tu lo vuoi tenere lo devi accontentare.

Chalanoglu è un po’ diverso. E’ un errore comunque mandarlo via a zero. Se lui chiede 7 milioni in giro per l’Europa c’è un club che a zero è disposto a dargli quella cifra? Forse no. Su di lui si può lavorare di più a livello di trattativa. Sicuramente devi raddoppiargli l’ingaggio. Secondo me alla fine resterà.

Quanto sta influenzando l’interesse economico di Raiola sul prolungamento di Donnarumma?

Noi tendiamo a fare una distinzione tra Raiola e gli altri procuratori. Tutti fanno lo stesso ed identico lavoro. Calhanoglu non è assistito da Raiola eppure lui stesso va in scadenza e vuole un ingaggio triplicato. Raiola fa solo il suo lavoro, utilizzando i mezzi d’informazione in maniera molto mediatica, sembra più appariscente ma fa esattamente tutto quello che fanno gli altri. La differenza è che Raiola ha molti giocatori famosi e ha questa strategia per le trattative di mediatizzare tutto. Sul fatto che Donnarumma voglia restare al Milan, se lui non fosse cosi legato ai rossoneri arriverebbe a gennaio e si metterebbe a sfogliare la margherita fra tutti i club più importanti in Europa in grado di dargli un sacco di soldi. Invece lui aspetta il Milan, vuole il Milan e il suo amore è indiscutibile ma dall’altra parte Raiola deve tutelare i suoi interessi come professionista. Questo significa fargli avere i contratti più alti possibili. Quando trovi un club che presta il fianco lasciandoti in scadenza di contratto ovviamente Raiola ci sguazza. Ma lo farebbe qualsiasi procuratore.

L’Inter a gennaio vuole sbarazzarsi di Eriksen. Le chiedo se i nerazzurri stanno sbagliando con il danese e se lo vedrebbe bene al Milan?

E’ stata fatta una valutazione non tenendo conto il connubio tra le esigenze tecniche e quelle di mercato. Quando l’Inter ha preso Eriksen ero convinto che già avesse venduto Brozovic, il ruolo è quello lì. Il danese non è un trequartista, non puoi metterlo nel traffico davanti all’area di rigore, non è corto di passo e non ha il dribbling nello stretto. Lui è centrocampista in fase d’impostazione. Se gli dai le chiavi in mano è veramente un grande giocatore, lo prenderei subito al Milan. Un calciatore di quella statura e di quella caratura il Milan ne ha veramente pochi. Eriksen ricoprendo un ruolo che di fatto a Conte non interessava e non interessa farlo ricoprire da un giocatore che avesse quelle caratteristiche. E’ stata un convenienza per l’Inter, quello di andare a prendere a costo basso un grande giocatore vicino alla scadenza senza rendere conto delle esigenze tecniche. Conte non è quell’allenatore diplomatico che si fa andare bene i giocatori e non fa nulla per non nascondere il suo gradimento.

Al momento la scelta della Juventus di prendere Pirlo si sta rivelando un po’ azzardata. Come giudica il percorso fin qui dei bianconeri?

La Juventus ha dimostrato negli anni e anche nella sua storia, grande continuità, affidabilità delle scelte e coerenza. Nelle ultime due stagioni la Juve ha cambiato tre allenatori, tutti e tre con profili totalmente diversi, con modi di giocare differenti e con stipendi e storia molto diversa. Il tutto mettendo nella squadra un giocatore condizionante come Cristiano Ronaldo. Quello che vediamo quest’anno è il frutto di una confusione progettuale alla quale  non siamo abituati. Pirlo magari diventerà anche un bravo allenatore ma affidargli una situazione cosi intricata e spinosa chiedendogli di giocare bene è molto complicato. La Juve si salva e si è salvata anche l’anno scorso per una rosa nettamente superiore alle altre. In Champions League aveva il dovere di fare qualcosa di meglio.

Firmerebbe subito per lo Scudetto o per la qualificazione in Champions League?

Noi dobbiamo ricordarci da dove è arrivato il Milan. Non gioca in Champions League dal febbraio 2014, quindi sono già 8 anni. Non è da Milan e cozza con la storia. Perciò se dovesse arrivare la qualificazione alla Champions bisogna salutarla come un grande risultato, anche guardando il valore della rosa. Se dovesse vincere lo scudetto sarebbe un’impresa incredibile e straordinaria di quelle che nel calcio ogni tanto si vedono. Ce lo auguriamo ovviamente.

 

Daniele Amore
Daniele Amore, Direttore di SportPaper.it e di Komunicare Editore, esperto di calcio italiano ed estero