Playoff, Ettore Messina: “Nel Basket funzionarono subito”

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Ettore Messina

Playoff parla Ettore Messina

Nel 1977 il basket italiano aprì ai playoff. Quali furono i motivi? “Allenavo ancora le giovanili ma ricordo che lo scudetto era un testa a testa tra Milano e Varese o al massimo riguardava 3-4 squadre. E a volte si decideva con molte giornate di anticipo. Non c’era più suspense, l’interesse stava crollando. Così nel ’75 introdussero la poule scudetto e dal ’77 i playoff”. Lo spiega Ettore Messina, 60enne coach della Pallacanestro Olimpia Milano dopo molte stagioni da viceallenatore nella Nba, che di playoff se ne intende, in una intervista a ‘La Stampa’ E funzionò subito? “Sì. Fu una rivoluzione piena di contenuti nuovi, spesso imponderabili. Improvvisamente poteva vincere anche una squadra non favorita e diversa dalle solite. Erano sfide faccia a faccia, con duelli diretti che aumentavano le rivalità tra club e anche tra giocatori. Capitava che una big trovasse la sua bestia nera e uscisse subito sconfitta. Erano aumentate adrenalina e pressioni. E vincere una partita fuori casa diventava quasi decisivo. Insomma, era tutto più bello. Aumentarono gli incassi, i diritti tv, gli sponsor e l’interesse generale”.

Ettore Messina e i playoff nel Calcio

Ma allora perché non si mettono i playoff in tutti gli sport di squadra? “Perché c’è sport e sport. Per il calcio, ad esempio, non so se sarebbe una buona idea. I play off non fanno parte della mentalità del calcio, uno sport che accende enormi passioni e pressioni: concentrarle in grandi stadi pieni di gente forse potrebbe anche essere rischioso. Paradossalmente però questa pandemia di Covid potrebbe offrire un’occasione unica al calcio, anche se solo temporanea. Il calcio potrebbe optare alla fine per i playoff a porte chiuse, e in questo caso magari funzionerebbero. Non credo invece che possa diventare una scelta stabile e la nuova formula del futuro. E poi c’è un altro problema…”. La sensazione è che i playoff piacerebbero di più alle outsider che alle big. È così? “Diciamo che, in questo senso, la Juventus potrebbe avere più da perdere che da guadagnare”