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Fabio Aru torna a parlare del suo addio al ciclismo e lo fa senza ripensamenti e nostalgia.

Il sardo che in carriera ha vinto la Vuelta d’Espana e ha indossato anche la maglia rosa e la maglia gialla, si è confessato in una lunga intervista a Rouleur, in cui ha dichiarato di avere ancora dei progetti inerenti al ciclismo e che metterà la stessa determinazione di quando correva nei suoi nuovi progetti.

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Fabio Aru: “Il momento più bello è stato il Campionato Italiano”

“Sono convinto che la mia età mi avrebbe permesso di fare altre tre o quattro stagioni ad alto livello ma dal momento in cui ho preso quella decisione, sono stato felice e sicuro che fosse quella giusta, e lo sono ancora. Mi arrabbio un po’ con chi mi dice che mi sono ritirato. Ho semplicemente finito la carriera agonistica e sportiva, ma rimango appassionato e impegnato in altre cose”.

“Il momento più bello è stato vincere il Campionato Italiano. Nonostante le tappe che ho vinto nei grandi giri, il campionato italiano mi ha commosso tanto e resta una giornata speciale. Il ritiro al Tour del 2020, invece, è stato il momento più negativo, a cui si è aggiunta un perdita familiare due giorni dopo”

“A volte mi sono affezionato a persone dalle quali forse avrei dovuto aspettarmi di meno – ha continuato – Oppure ho pensato troppo a quello che la gente pensava di me in un certo momento, perché non stavo andando molto bene in bici. Ma anche quella è stata una lezione.”

Un Fabio Aru che ripercorre tappe e delusioni di una carriera ottima e che strizza l’occhio al triathlon come possibile nuova avventura.“Mi piace come sport, ma in nessun caso farò un triathlon il prossimo anno. Vorrei prendere parte a qualche evento in futuro, ma è qualcosa di più lontano, che non riguarda assolutamente il 2022”