Il punto sulla Juve: una cavalcata inarrestabile, o quasi

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Quando ti chiami Juventus e domini avversari e campionati tutto sembra normale e logico, quando pur mantenendo la stessa casacca e la stessa capacità di vincere mostri qualche difficoltà tutti son pronti a gettare ombre. La storia della Juve è rappresentata dagli stessi colori sociali, fatta di momenti molto luminosi e altri molto bui. Quando si vince con superiorità, molto in Italia pochino all’estero, le avversarie son lì spettatrici senza complimenti. Quando continui a vincere ma si rappresentano dei punti di debolezza, dagli errori arbitrali alla precarietà di condizione, stampa e rivali son li col coltello tra i denti. La verità è che le proteste rivolte alla squadra di Conte e dei presunti aiuti arbitrali altro non sono che l’altra faccia della medaglia di una rosa in calo di forma. Se Vidal rischia due volte il secondo giallo significa che il centrocampo bianconero, forse per la prima volta da quando siede Conte, è costretto ad inseguire; se Pirlo, nonostante la Juve stia amministrando, rischia un penalty sacrosanto significa che si è persa in parte la lucidità mentale a causa della fatica. D’altronde è normale che per la squadra bianconera si presenti una flessione a questo punto della stagione, visto che, dopo la rimonta subita dalla Fiorentina a inizio campionato, la Juventus ha dimostrato di essere un tritasassi in campo nazionale. La difesa, vero punto di forza, ora sembra logora, sia per infortuni che per stanchezza, non è un caso che la Juve stia subendo da palla inattiva o arrivi a fare patatrac come l’autogol di Caceres di due domeniche fa. Il centrocampo subisce il calo di forma di due uomini fondamentali come Vidal e Pogba. Mentre l’attacco, per la prima volta forse dopo tanti anni, sembra una delle poche sicurezze grazie alla ben assortita coppia Tevez-Llorente.

Il problema di Conte sarà quello di riorganizzare i “suoi” per evitare rimonte su uno scudetto che si sta cucendo per la terza volta sulla maglia e di andare il più lontano possibile in Europa, anche perché, senza nascondersi, la Juventus deve avere come obiettivo minimo la vittoria finale, sia perché giocherebbe in casa e soprattutto per il nome che porta. Per le avversarie il dilemma principale sta nel abituarsi a definire ladri i bianconeri, ma continuare a guardarli vincere, oppure provare a fare un gioco tale che metta in seria difficoltà una squadra arrivata al punto cruciale della stagione con le gambe muscolose, ma leggermente deboli.