Home Serie A Inter News Inter, Davide Santon: una carriera tra successi ed insulti

Inter, Davide Santon: una carriera tra successi ed insulti

Cosa differenzia un giocatore forte da un giocatore qualsiasi? Tante cose: tecnica, bravura, carisma, grinta. La storia del calcio è piena di giocatori forti e giocatori qualsiasi. Nella sezione “giocatori qualsiasi”, ci sono elementi che avrebbero avuto la possibilità di diventare “forti”, ma che per un insieme di cose sono rimasti allo stadio di crisalide senza diventare farfalle. Uno di questi è senza dubbio Davide Santon, classe 1991 di professione terzino sinistro. A 26 anni un giocatore o è “forte” o è un “qualsiasi”: Santon sta a metà del guado, tra l’uno e l’altro. Perché il terzino numero 21 di Spalletti ha le caratteristiche giuste per essere un grande del ruolo, eppure la sua carriera non è mai decollata. Un po’ per sfortuna, un po’ per colpa dello stesso giocatore, un po’ per tante cose.

INTER-JUVENTUS: GLI ERRORI DI DAVIDE SANTON 

E sabato sera, tra il minuto 87 e 89 di Inter-Juventus, il Mondo ha capito che Santon rimarrà (purtroppo) un giocatore “qualsiasi”. Entrato non si sa per quale motivo (vero Spalletti?) al posto di Icardi, Santon prima non ha marcato Cuadrado in area e poi, in mischia, non è riuscito a bloccare Higuain. Due errori (sopratutto il primo) che nell’economia di una partita sono importanti e che sono costati prima il pareggio e poi la vittoria juventina. Vittoria che lancia i bianconeri (praticamente) verso un (viste le ultime partite) quasi insperato settimo scudetto di fila.

TIFOSI CONTRO SANTON 

Apriti cielo: tutti contro Santon. E si sa in questi ultimi anni dove fa più male un post che la parola, il giocatore è stato bersagliato da tanti insulti e altre amenità sui social network. Ma ancora peggio è andata alla moglie Chloe che sui suoi profili è stata minacciata anche di stupro. Ovviamente la ragazza inglese si è risentita ed è rimasta scioccata da tanta ferocia nei confronti della sua famiglia. Cose incredibili: un conto è insultare per una prestazione brutta, un conto è minacciare gravemente, oltre tutto per una partita di calcio. Va bene che la sconfitta contro la Juventus potrebbe mettere in serio dubbio la qualificazione alla prossima Champions dell’Inter, ma usare toni violenti è una cosa sbagliata verso un giocatore come Santon.

LE GIOVANILI

E pensare che lo stesso Davide Santon, romagnolo di Portomaggiore, è stato uno dei più fulgidi talenti espressi dalla cantera dell’Inter insieme ai vari Balotelli, Bolzoni e Destro.
Santon aveva da poco compiuto 18 anni quando debuttò con i Grandi: era il 21 gennaio 2009 ed i nerazzurri affrontavano la Roma nel match di Coppa Italia valevole per i quarti di finale. Giocò tutta la partita e non fece male. Quattro giorno dopo debuttò anche in Serie A contro la Samp: sempre dal primo minuto, sempre sulla fascia terzina sinistra, ancora bene. A fine stagione le presenze di Santon furono ben sedici, tutte dall’inizio meno quattro.

LE 100 PRESENZE IN NERAZZURRO E LE ALTRE AVVENTURE

Da quel giorno Santon ha giocato 100 partite esatte con l’Inter. Nel mezzo, sei mesi a Cesena e tre stagioni e mezzo al Newcastle United, Premier League. Il destino: uno dei giocatori più talentuosi del nostro calcio costretto a volare Oltremanica per trovare spazio. Ma Mancini lo voleva ancora e nel gennaio 2015 fece il suo ritorno all’Inter.
Giocava e non giocava, faceva bene e non faceva bene e la domanda era: cosa vuole fare Davide Santon da grande? Il giocatore “forte” o quello “qualsiasi”?
L’Inter l’estate successiva non sapeva cosa farsene di quel giocatore di talento, ma non del tutto esploso. In più l’aggiunta di qualche infortunio gli impedì di trovare altre squadre, tanto da non superare le visite mediche in ben tre occasioni (Napoli, West Ham, Sunderland). Santon piaceva, ma non era al top e che farsene di un giocatore non al top? Nulla.

LA GESTIONE SPALLETTI

Ma quest’anno, complice la cessione di Nagatomo, D’Ambrosio dirottato a destra ed un Dalbert davvero deludente, ecco l’ennesima occasione per il giovane Santon: fino al match di sabato del “Meazza”, 14 presenze di cui nove dal 1′. Da grande speranza a rincalzo di lusso. Poi il patatrac: la sostituzione di Spalletti. E pensare che il tecnico di Certaldo all’inizio non voleva togliere Icardi ma Perisic, ma poi cambiò idea. Non che cambia molto, in quanto il numero 44 ed il numero 9 nerazzurro sono i top scorer della squadra, ma Santon dalla sua parte di campo prima si è lasciato scappare Cuadrado e poi non ha bloccato Higuain. Il risultato? 2-3, Juventus lanciata verso il titolo, Inter quinta e oggi non qualificata per la prossima Champions per colpa (sarebbe clamoroso) di un cambio sbagliato. E poi i fischi, gli insulti, le minacce. Tutto quello che non serve ad un calciatore in crisi.

IL PATATRAC

Eppure Santon di esperienza alle spalle, nonostante i 26 anni, ne ha tanta. Del resto, è uno che ha giocato in Serie A, in Premier, in Champions e anche in Nazionale, non l’ultimo arrivato. Ma ai tifosi (interisti in questo caso, ma non sono da meno altri di altre squadre) questo interessa poco: per colpa sua probabilmente non si andrà in Champions. Senza rendersi conto che se l’Inter, ora come ora, passasse in Europa League non è solo colpa del povero Santon, ma di tutta la squadra che quest’anno ha alternato partitone a partitine. Ed il fatto di aver tenuto in scacco la Juve fino al minuto 85′ è stato sintomatico.

L’INTER E’ UNA SQUADRA A META’

Poi è successo quello che è successo: l’Inter non è ancora una squadra che può lottare per i grandi obiettivi. Ed il fatto che, se tutto andrà male, non disputerà la Champions per il settimo anno di fila qualche domanda ad Appiano Gentile dovranno pur farsela.
Non sappiamo ora se Santon giocherà ancora le ultime tre partite che rimangono ai nerazzurri per cercare di acciuffare quel benedetto quarto posto e se in estate il terzino farà le valigie e saluterà (un’altra volta) l’Inter, ma una cosa è certa: questa storia potrebbe pesare molto sul corso della carriera del giocatore, non nuovo a minacce e chiusure di account.

NESSUNO MERITA MINACCE ED INSULTI

I veri tifosi stanno vicino ad un giocatore nel momento di difficoltà, perché tutti sono capaci di tifare quando tutto va bene. E’ quando va male che i veri tifosi si vedono.
E Davide Santon, 26 anni ed un pedigree di tutto rispetto, non merita questi trattamenti, soprattutto dai cosiddetti “leoni da tastiera”, persone che sfogano la loro rabbia contro qualcuno scrivendo amenità tramite una tastiera ma che messi dinnanzi alla loro “vittima” diventano piccoli come formiche e balbettano.
Santon non diventerà un terzino sinistro forte come sono stati i vari Facchetti, Maldini, Roberto Carlos e Thiago Silva, ma è un giocatore che si è sempre rimboccato le maniche si è sempre impegnato per cercare di fermare l’avversario di turno e far ripartire l’azione nonostante abbia magari dei limiti tecnici.
Sbagliare è umano, anche nel calcio. Anche se da un tuo errore possono cambiare le sorti di un campionato. Cocciante cantava, in “Bella senz’anima”, “povero diavolo che pena mi fai”: poveri tifosi che pena ci fate.

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