Inter, Dzeko tra passato presente e futuro

L'attaccante bosniaco è tornato a parlare in vista del big match di Champions contro il Real Madrid di questa sera.

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Edin Dzeko
Edin Dzeko rammaricato ph: Fornelli/Keypress

L’attaccante bosniaco è tornato a parlare in vista del big match di Champions contro il Real Madrid di questa sera.

Edin Dzeko, attaccante dell’Inter, ha parlato ai microfoni di Amazon Prime in vista della sfida contro il Real Madrid di questa sera.

L’attaccante stasera farà il suo esordio in Champions dopo l’ultima cavalcata nella competizione con la Roma di Eusebio di Francesco dove arrivò in semifinale contro il Liverpool di Klopp uscendo immeritatamente.

L’attaccante ex Roma e City ha ricordato l’infanzia in Bosnia, il rapporto con Spalletti con cui fece la sua stagione migliore alla Roma fatta però anche di problemi caratteriali e la conoscenza di Zhang e Simone Inzaghi, che ha affrontato varie volte nel derby contro la Lazio tra lui e l’allenatore.

Dzeko: “I giocatori forti possono giocare sempre insieme”

Queste le parole dell’attaccante numero 9: “Il cigno di Sarajevo è un soprannome che mi piace. L’ho sentito in questi sei anni, nell’ultimo mese sempre di più. L’infanzia non era facile per tanti bimbi in Bosnia, durante la guerra. Però la gente è uscita da lì molto più forte e quello che sono oggi a livello sportivo non me l’aspettavo. Umanamente sì perché grazie ai miei genitori sono diventato uomo, prima di tutto il resto”. 

La differenza tra Lautaro e Aguero secondo il giocatore: “I giocatori forti possono sempre giocare assieme e io con Aguero mi sono trovato benissimo, come lui con me. Se facciamo qui con Lautaro quel che abbiamo fatto allora sono contento. Lautaro è un grandissimo giocatore e speriamo di fare grandi cose per l’Inter”. 

Il suo rapporto con Spalletti: “Roma è una piazza molto difficile. Spalletti è uno dei più forti che ho avuto. Al primo giorno a fine allenamento mi ha portato a vedere le mie partite al City dicendomi quali movimenti non andavano bene. Lavoravamo tanto coi movimenti, coi tiri. Anche questo mi ha aiutato ad essere capocannoniere. Roma-Barcellona? Anche noi dicevamo che dovevamo provarci, ma poi pensavamo come fosse possibile fare tre gol al Barcellona dopo aver perso 4-1. Ci siamo detti di provarci perché i tifosi erano con noi. Il primo gol ha cambiato tutto, perché è arrivato molto presto. Non ci siamo ancora accorti che occasione fosse perché forse il Liverpool era più forte ma noi stavamo bene. La prima l’abbiamo buttata via, fosse andata diversamente poteva succedere di tutto”. 

La nuova esperienza all’Inter: “Ho sfiorato l’Inter due-tre volte almeno. La prima non mi aspettavo di venire perché avevo un altro anno a Roma, ho detto al mister Mourinho che avrei dato tutto per la Roma anche se non mi sono piaciute tante cose degli ultimi sei mesi. Però ho molto rispetto per Mourinho e per la Roma che mi ha dato tanto a cui posso dire solo grazie. Però ero in scadenza, l’Inter mi voleva tanto e la Roma mi ha detto che non mi avrebbe prolungato il contratto. Ho visto nell’Inter molta fiducia in me e che sanno e pensano che posso dare ancora tanto. Ho conosciuto Steven Zhang qualche anno fa a Milano e mi ha chiesto se immaginavo di poter giocare nell’Inter. L’anno scorso l’ho visto nel post-partita contro l’Inter ed erano già campioni d’Italia. Ho fatto i complimenti e mi ha detto che avrei potuto vincere lo scudetto”. 

Su Simone Inzaghi: “Negli ultimi anni ha fatto grandi cose alla Lazio e spero che da adesso tutti e due insieme continueremo a farle dopo lo scudetto vinto meritatamente l’anno scorso”. 

Su Lukaku: “Ha dato tanto all’Inter negli ultimi due anni. Ha vinto lo scudetto e fatto tante cose. Ma io non sento un peso, penso solo all’Inter e ad aiutare la squadra. Non vedo l’ora di rigiocare la Champions League dopo gli ultimi anni. Contro il Real alla prima abbiamo subito i migliori. Siamo pronti e non vediamo l’ora”. 

Anthony Cervoni
Anthony Cervoni, redattore di SportPaper.it e Sport Paper TV, esperto di calcio italiano ed estero