Inter-Lazio, Pioli sfida il suo passato

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PER IL TECNICO NERAZZURRO UNO SNODO CRUCIALE PER UN’INTER ANCORA ALLA RICERCA DI SE STESSA. LA LAZIO PUNTA A ROVINARE IL NATALE DEI NERAZZURRI ANCHE QUEST’ANNO.

Mentre si accatastavano le strenne natalizie sotto l’albero, l’anno scorso, l’Inter del Mancio godeva di un primato che esasperava al limite il suo tipico pragmatismo. La Lazio di Pioli, poco brillante e con un’eliminazione agostana in Champions mai del tutto metabolizzata, sulla carta non doveva costituire un ostacolo proibitivo. Il gol di Candreva, invece, ha gelato San Siro e dato il La alla debacle nerazzurra, che a Gennaio ha visto progressivamente scivolare via i suoi propositi di scudetto.

Quest’anno Pioli e Candreva sono attesi alla medesima impresa, ma con maglie invertite. Si sono ritrovati da un mese e mezzo ormai, smorzando antiche ruggini, per remare insieme e traghettare la carretta nerazzurra su mari più rassicuranti. Lo scontro diretto di stasera rappresenterà per l’Inter un test molto importante, anche perchè si troverà di fronte una delle squadre più in forma del campionato. Questa volta a recitare il ruolo di favorita potrebbe essere la compagine di Inzaghi, che ha raccolto l’eredità del tecnico emiliano la scorsa primavera, dopo lo svezzamento nella “cantera” di Formello.

Dopo le prime domeniche di apprendistato, tutt’altro che scevre da critiche a causa del mancato approdo europeo, Inzaghino sta dando alla sua squadra una connotazione camaleontica, ma al tempo stesso interessante. Perchè di Lazio ne abbiamo viste abbigliate con le vesti più disparate.

Prendiamo ad esempio l’aspetto offensivo; Ciro Immobile, bomber principe dei biancazzurri con nove segnature, marca visita nella casella dei marcatori dallo scorso 30 di Ottobre, quando decise la sfida col Sassuolo. La Lazio, nelle successive sei uscite in cui l’attaccante campano è rimasto a secco, ha ottenuto 4 vittorie in 6 partite, perdendo solo il derby. In più le dieci reti segnate in questa porzione di campionato portano sette firme diverse, a conferma del gioco corale che valorizza non soltanto gli attaccanti, ma anche i centrocampisti, con Biglia e Milinkovic in testa. La Lazio ormai ha preso questa direzione a livello di identità di gioco, l’unico neo è che negli scontri diretti – Napoli a parte – non sempre paga. Per fare un salto di qualità occorre maggior scaltrezza, e nel derby i ragazzi di Inzaghi hanno mostrato questo loro limite. I giudizi sul gioco espresso purtroppo non leniscono le ferite di una sconfitta evitabile.

L’Inter costituisce un avversario per la Lazio assolutamente insidioso, anche se alla ricerca di una chiave di volta a livello di gioco. Qui non parliamo dell’aspetto puramente estetico della questione, ma piuttosto accenniamo ad una solidità che Pioli sta cercando di partita in partita. Alla base vi deve essere una società forte e un preciso imprinting gestionale e ambientale. La stagione balorda dei nerazzurri è giustificabile anche per queste due lacune piuttosto evidenti. Il prossimo mercato sarà un banco di prova importante per Suning e Ausilio, dopo il fallimento – finora – di quello estivo.

Tornando al match di stasera, due sono le novità in casa nerazzurra. Squalificati Felipe Melo e Joao Mario, Pioli prova a trovare le ultime risposte convincenti da due giocatori che sembrano sul punto di partenza, ovvero Geoffrey Kondogbia ed Ever Banega.

Partiamo dal francese, acquistato a peso d’oro l’estate del 2016 e rivelatosi un autentico flop. Ormai pare che la sua avventura ad Appiano sia alle battute finali, il suo impiego si può spiegare soltanto per mancanza di alternative al ruolo di mediano da affiancare a Brozovic, date le squalifiche dei due sopracitati e l’infortunio di Medel. Ma siccome il mercato brilla per follia endemica, chissà che una prova finalmente convincente dell’ex Monaco non induca Pioli a tenerlo con sè, o magari Ausilio a rivenderlo meglio. D’altronde Felipe Melo dovrà stare a riposo forzato per due partite.

Banega, invece, approdato a costo zero, sarebbe di certo una plusvalenza da non sottovalutare soprattutto in ottica Fair Play finanziario. I suoi mugugni nelle ultime settimane non sono risultati inascoltati. Il dilemma tattico che lo vede suo malgrado protagonista purtroppo simboleggia i grandi problemi di assemblaggio che hanno condizionato il lavoro di De Boer prima, e stanno facendo scervellare Pioli ora. Da mediano davanti alla difesa, suo ruolo a inizio carriera, non funge; da trequartista, finora Joao Mario ha garantito maggiore dinamismo, anche se qualitativamente l’argentino è due spanne sopra. Ma l’Inter è alla ricerca di equilibri, e attualmente il portoghese sta dando risposte più convincenti. L’Inter, con l’ex Sporting a fare da pendolo “alla Nainggolan”, sta garantendo maggiore solidità ed efficacia in fase di non possesso. Il fatto che l’Inter abbia mantenuto la porta inviolata nelle ultime due partite non si deve solo alle parate di Handanovic, ovviamente. Per Banega la partita di stasera sa proprio di ultima chance.