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Juventus power. E le altre?

Juventus-Chievo

Sono due stagioni che il calciomercato italiano sembra essere tornato quello dei tempi d’oro, dove i top player andavano e venivano nella nostra Serie A con molta facilità e con un buon dispendio miliardario da parte dei loro presidenti.

Lo scorso anno abbiamo visto tutte le migliori squadre del nostro massimo torneo accaparrarsi ottimi giocatori tirando fuori, finalmente, molti “sghei”: arrivarono gente del calibro di Carlos Bacca e Luiz Adriano; Geoffrey Kondogbia e João Miranda; Edin Dzeko e Lucas Digne (anche se in prestito); “Pepe” Reina e Vlad Chiricheș; Mario Suarez e Nikola Kalinić; Mario Mandzukic e Juan Cuadrado, anch’esso in prestito. Molte squadre si accaparrarono a suon di milioni anche molti giocatori che già militavano in Serie A: il Milan tesserò Romagnoli e Bertolacci; il Napoli Valdifiori ed Hysaj; la Juventus Zaza e Rugani; l’Inter Ljajić; il Torino Baselli e Zappacosta; l’Atalanta Pinilla.

Si disse che il campionato sarebbe stato più aperto dei precedenti perché la Juventus si era privata in poche settimane di Pirlo, Vidal e Tevez ed i nuovi acquisti (“la joya” Dybala, lo svincolato ma spesso infortunato campione del Mondo Sami Khedira, il giovane Daniele Rugani, lo sconosciuto Alex Sandro; l’inspiegabile arrivo di Hernanes) non sarebbero stati all’altezza della situazione. Insomma, si prospettava una massima serie nazionale più combattuta rispetto al passato e fino alla decima giornata, o comunque fino a Natale, si iniziava giù a parlare di un’abdicazione bianconera. Salvo poi tutto tornare “nella norma” dal 13 febbraio (grande recupero bianconero in classifica e vittoria casalinga contro il Napoli capolista) e la Juventus vinse, con tre giornate di anticipo, il suo quinto titolo nazionale consecutivo, lasciando i partenopei a – 11 punti al termine del torneo.

Il mercato di quest’estate, in generale, vede qualche movimento, ma nulla più: da qui alle ore 23 del 31 agosto c’è ancora tanto tempo e i direttori sportivi possono anche muoversi con calma e dare ai propri allenatori il giocatore o i giocatori giusti per strappare alla compagine di Allegri le possibilità di vincere un clamoroso sesto scudetto consecutivo, cosa mai successa alle nostre latitudini.

Di solito tra luglio e agosto, sotto gli ombrelloni di mari e piscine, tutti i tifosi si ritrovano e commentano come se fossero loro i direttori sportivi, i procuratori o i presidenti delle squadre che tifano indicando chi prenderebbero, chi cederebbero e quale modulo utilizzerebbero. Un classico vacanziero italiano.

Si dice però che il prossimo scudetto sarà vinto dalla Juventus, senza se e senza ma. “Ma come, hanno stilato il calendario settimana scorsa, la Juve avrà un percorso in salita e già le si assegna lo scudetto?”, direbbe un disattento uomo della squadra.  Quest’anno è diverso: siamo al 27 luglio e tutti dicono che si giocherà per il secondo posto, per il terzo, per il quarto e giù a scendere. Motivo? La Juventus, da quando ha aperto il mercato, non solo si è rinforzata “di brutto”, ma lo ha fatto acquistando (a peso d’oro, questo va detto) due giocatori provenienti dalle squadre arrivate la scorsa stagione seconda e terza in campionato.

A oggi, i bianconeri (al netto delle cessioni di Morata e del “talismano” Padoin, del fine prestito di Cuadrado e dell’addio danaroso, ma non ancora ufficiale, di Paul Pogba) possono contare sugli innesti di Medhi Benatia, Dani Alves, Miralem Pjanic, Marko Pjaca e dell’ultimo vincitore (con record) della scorsa classifica marcatori, Gonzalo Higuain. E si dice che il mercato bianconero non sia ancora (!) finito, visto che pare che la Juventus si sia informata sui barcelonisti Ivan Rakitić e Arda Turan, sul centrocampista centrale del Chelsea, Nemanja Matić, e conta sull’arrivo del giovane talento brasiliano Gabriel Barbosa detto “Gabigol”. Una Juventus sempre work in progress, quindi.

E i colpi messi a segno da Beppe Marotta sono dei capolavori economici: per il centrale marocchino, il dg juventino ha trattato con il Bayern Monaco un bel prestito con diritto di riscatto facoltativo a fine stagione; il terzino brasiliano è arrivato a parametro zero; per uno dei centrocampisti più di prospettiva e sorpresa degli scorsi Europei si sono investiti 23 milioni, mentre per il centrocampista ex Roma e per il “pipita”, Marotta ha fatto una cosa inusuale, pagare le due clausole rescissorie di 32 e 94 milioni, poi ribassata di quattro milioni per l’argentino. E l’attacco bianconero della stagione entrante sarà composto dal vincitore della classifica marcatori dello scorso campionato e dal vice-: cinquantacinque gol in due (ma difficilmente replicabili).

La Juventus ha speso moltissimo, ma per fare questo ha dovuto sacrificare Paul Pogba: i 110 milioni (o forse i 125 o forse i 130) che verserà il Manchester United di Mourinho nelle casse juventine permetterà al club non solo di avere una plusvalenza allucinante sul centrocampista classe 1993 e daranno tanto, ma tanto ossigeno alle già ricche casse bianconere. Insomma, già la Juve era forte, ora lo è ancora di più. Sulla carta, ovviamente, ma i fatti stanno dalla parte juventina.

E le avversarie?
La Roma a oggi ha tesserato Mario Rui e Juan Jesus, riscatto Stephan El Shaarawy e Antonio Rudiger mentre in uscita, a parte le cessioni di Ljajić e Falque, non segnala nulla; il Napoli ha ingaggiato Giaccherini e Tonelli ma è una “bomba ad orologeria” perché può permettersi di sedersi al tavolo delle trattative contando su oltre 100 milioni ricavati grazie al pagamento della clausola incassata e all’ingaggio risparmiato per Higuain; il Milan sta vivendo in queste settimane un importante cambio di gestione societaria, preso un top player come allenatore (Vincenzo Montella) ma nessun giocatore di rilievo se non il parametro zero Álvaro Arbeloa ed il capocannoniere della scorsa Lega B, Gianluca Lapadula e la quota da investire sul mercato sembra, a quanto pare, molto esigua; la Lazio è stata ferma un mese in attesa di risolvere la grana Bielsa, ingaggiando Simone Inzaghi come tecnico e può disporre ora di Ciro Immobile, arrivato a titolo definitivo dal Siviglia, e del difensore belga Jordan Lukaku, mentre ha salutato Formello Santiago Gentiletti destinazione Genoa e Mauri, Braafheid, Konko e Klose non hanno avuto un prolungato di contratto e ora sono liberi di accasarsi dove vogliono; in casa Fiorentina tutto tace, o meglio non si è mosso quasi nulla se non veder tornare dai prestiti Giuseppe Rossi e Mario Gomez che sicuramente non rimarranno in riva all’Arno.

In questo elenco manca, volutamente, l’Inter, la squadra che per tutti gli anni Novanta ed inizio anni Duemila ha sempre vinto la palma di “regina dell’estate” per i colpi super onerosi messi a segno che però hanno portato a pochissime soddisfazioni a maggio. La Beneamata segnala gli arrivi degli svincolati Éver Banega e Caner Erkin, oltre al difensore Cristian Ansaldi dal Genoa: buoni giocatori ma nulla più.

Il nuovo corso (cinese) interista ha due grane da risolvere: il rinnovo di Mauro Icardi e la paura che Roberto Mancini si dimetta da allenatore.
L’agente, nonché moglie dell’attaccante, Wanda Nara gioca al rialzo sapendo che il suo assistito piace a molte squadre, tra cui il Napoli, che darebbe a “Maurito” la maglia di Higuain, il suo ruolo e i galloni di leader. Il club di Aurelio de Laurentiis pagherebbe il cartellino del giocatore anche 60 milioni dando almeno dieci milioni a stagione al giocatore. Le parti sembrano lontane perché Ausilio dice che Icardi non si muoverà da Milano e ora sembra che ci sia un clausola rescissoria “segreta”.

Il tecnico jesino, uno dei migliori allenatori nostrani, ha alcune divergenze con la dirigenza e si potrebbero ventilare le sue dimissioni da allenatore nerazzurro visto il mercato non ancora decollato ed alcune incomprensioni con il management. Le sue dimissioni una boutade estiva? Non tanto, visto che il “Mancio” ha manifestato malessere verso i vertici della squadra per una campagna acquisti che non decolla, oltre ad incomprensioni varie. Se dovesse saltare Mancini, la lista dei candidabili spazia da Villas Boas a Leonardo, dal loco Bielsa a Prandelli. Cui prodest un cambio durante il ritiro estivo, a meno di un mese dall’inizio del campionato? A nessuno se non alla Juventus.

I social network, il nuovo “bar sport” degli anni Dieci di questo secolo nonché nuova voce del tifoso, sono zeppi di commenti in favore della Juventus che non avrebbe avversarie in parte perché la potenza economica del club è indiscutibile e perché le avversarie si stanno leccando le ferite per bilanci un po’ troppo in rosso e strategie di mercato poco chiare, anche se si è già al 27 luglio.

Il campionato inizierà il prossimo 20 agosto e tutti temono che la Serie A possa trasformarsi in una copia della Bundesliga o della Ligue 1, dove Bayern Monaco e PSG, campionati nazionali da quattro anni consecutivi (e di questo passo anche degli anni a venire), non solo hanno molto potere economico e possono permettersi di spendere milioni per alcuni giocatori o per l’allenatore (il diciannovenne Renato Sanches passato poche settimane fa ai bavaresi dal Benfica per 35 milioni; Unai Emery, il tecnico del Siviglia tre volte consecutive vincitore dell’Europa League), ma strappando anche i giocatori migliori alla concorrenza. Leggasi Mats Hummels per i bavaresi, che negli anni hanno dato a Guardiola prima e ad Ancelotti dopo, il meglio del calcio tedesco (da Dante a Lewandowsky, da Gotze a Kimmich).

Tornando ancora a casa nostra, i tifosi juventini non vedono l’ora che parta il campionato e, soprattutto, la Champions League. E proprio la “coppa dalle grandi orecchie” l’incubo che assilla i tifosi della Vecchia signora che vogliono tornare a vincerla dopo sconfitte brucianti (l’eliminazione della scorsa stagione agli ottavi giocando alla pari, e forse meglio, del Bayern poi finalista) e di sogni svaniti (la sconfitta di Istanbul di tre stagioni fa; l’aver giocato mezzora alla pari a Berlino contro il Barcellona della MSN). I tifosi juventini baratterebbero un sesto scudetto di fila con la terza Champions League, mentre quelli delle altre squadre vorrebbero che la “macchina perfetta” si inceppasse, così da farle un colpo…gobbo.
Non siamo ancora ad agosto, ma c’è già chi sogna e c’è chi rincorre e si dispera.

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