Klopp, in Inghilterra mi sento un alieno

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Liverpool

La pandemia ha colpito milioni di persone e ha sorpreso tutti in modo improvviso. Ora però si conosce abbastanza bene il virus e ognuno può e deve fare la sua parte per prevenire i contagi. Il messaggio implicito di Jürgen Klopp ricalca parole e concetti che ormai sembrano assodati. Tuttavia non paiono così scontati in Inghilterra. Il tecnico fa un semplice paragone con la sua madrepatria. In Germania ci sono stati 8.961 decessi contro i 42.589 del Regno Unito e i tedeschi hanno 17 milioni di persone in più. Klopp ha le idee molto chiare sulle cause: il 15 giugno, quando in tutta Europa si indossavano da tempo le mascherine, il governo di Boris Johnson non le aveva ancora rese obbligatorie. Tuttora, quando si vuole entrare in un qualsiasi negozio della Germania è obbligatorio indossare la mascherina, sennò non si entra, senza se e senza ma.

Klopp ha le idee chiare sul virus, ma gli inglesi?

In Inghilterra (dell’Italia meglio non parlarne), pochissimi portano i dispositivi protettivi, tanto che Klopp dice di sentirsi un alieno ogni volta che va a fare benzina. Lui bardato con mascherina e guanti, tutti gli altri neanche li hanno a casa. L’allenatore del Liverpool è a dir poco sorpreso di fronte a comportamenti intollerabili, ma allo stesso tempo si scusa per essere stato troppo precipitoso ad inizio pandemia. Aveva detto infatti che il campionato doveva essere concluso a tutti i costi. Ora spiega meglio che evidentemente c’erano cose molto più importanti e non aveva capito del tutto la gravità della situazione. Adesso però si è ripartiti per davvero e al suo Liverpool mancano solo 6 punti per vincere la Premier League che manca da ben 30 anni. Stasera alle 20 il derby contro l’Everton sarà un ulteriore passo verso la gloria eterna.

Fabiano Corona
Fabiano Corona, redattore di SportPaper.it e di Sport Paper TV, esperto di calcio italiano ed estero