La rivincita del sor Claudio Ranieri

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Ranieri

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La decima giornata di Premier League, giocata sabato scorso, ha sancito la crisi del Chelsea di José Mourinho, con i Blues quindicesimi in classifica dopo la sconfitta nel derby di Londra contro il West Ham: 1 a 2 ad Upton Park, quinta sconfitta in campionato e con lo Special one in crisi di risultati, identità e a rischio esonero. Il turno ha anche visto il pareggio a reti bianche tra le due squadre di Manchester, con i Citizens ora in testa a pari punti con l’Arsenal.

Al terzo posto si issano gli Hammers, a pari punti con lo United. Al quinto posto, ad un punto dal quarto che varrebbe l’accesso ai preliminari di Champions League a maggio, c’è una squadra che lo scorso anno si è salvata nelle ultime giornate e, nonostante sia una delle più vecchie squadre inglesi, ha avuto anche un passato in Championship (serie B) ed in League One (Lega Pro inglese): il Leicester City, The Foxes. Il Leicester City è l’espressione di una città di 285.000 abitanti (più grande di Venezia, per intenderci), Leicester, sita nel cuore dell’Inghilterra nell’East Midlands, nota per aver dato i natali al bassista dei Queen John Deacon, a due membri dei Dire Straits, ai Kasabian ed ai leggendari Peter Shilton e Gary Lineker. Nato nel 1884, il Leicester City (Leicester Fosse fino al 1919) ha in bacheca tre coppe di Lega inglesi (1964, 1997, 2000), due finali perse della stessa (1965, 1999) ed un Charity Shield, alzato al cielo nel 1971, ma ha giocato oltre sessanta stagioni nella seconda serie inglese.

La squadra è un mix di giocatori di esperienza e giovani di forte interesse e da cinque anni è di proprietà di Vichai Raksriaksorn, imprenditore thailandese a capo di una società leader nell’ambito dei duty free asiatici, la King Power International Group, main sponsor della squadra. Il tycoon è uno degli uomini più ricchi del suo Paese e ha deciso di acquistare il Leicester City per portarlo ai vertici del calcio anglosassone, o comunque toglierlo dall’anonimato in cui ristagnava da tempo. Parlando di uno degli allenatori più vincenti degli anni duemila come Mourinho, non si può non parlare dell’attuale tecnico del Leicester City, una vecchia conoscenza del calcio italiano che ai tempi ha gettato le basi per il Chelsea vincitutto di Roman Abramovič, Claudio Ranieri. Il tecnico testaccino è arrivato lo scorso luglio nel Leichestershire al posto del dimissionario Nigel Pearson tra lo scetticismo dei tifosi e degli addetti ai lavori.

Ora, con i foxes in zona “Europa che conta”, la tifoseria biancoblu’ stravede per il suo tecnico. Ranieri ha firmato un triennale ed è tornato ad allenare in Premier League a distanza di undici anni dal suo addio a Stamford Bridge: ironia della sorte, Abramovič, nel 2004, sostituì proprio il tecnico classe 1951 con lo Special one, vincitore della Champions League con il Porto. Nei suoi quattro anni con i Blues, Ranieri vinse al primo colpo un Charity Shield e nella sua ultima stagione arrivò secondo in campionato e per la prima volta portò la squadra in semifinale di Champions League. Il tecnico romano, nel suo curriculum, conta altre panchine all’estero: le due esperienze al Valencia (Coppa di Spagna, Coppa Intertoto, Supercoppa europea), all’Atletico Madrid (esonero), al Monaco (vittoria due anni fa della Ligue 2 e secondo posto l’anno successivo) e alla guida della Nazionale della Grecia. Il rapporto con la selezione ellenica terminò lo scorso anno a seguito del pessimo cammino degli ex Campioni d’Europa nella qualificazioni europee. Grazie al “miracolo Ranieri”, il Leicester City ora può sognare in grande, cancellando anni e anni di amarezze, facendo stropicciare gli occhi ai suoi tifosi, che fino ad oggi potevano vantare solo qualche vittoria nei derby contro le altre squadre dell’East Midlands ed anonimi campionati. Lo scorso anno i foxes, che avevano in squadra Esteban Cambiasso, si erano classificati al quattordicesimo posto, costruendo la salvezza in primavera, inanellando, ad un certo punto, sette vittorie ed un pareggio in otto giornate, grazie anche alla vena realizzativa dell’argentino Leonardo Ulloa e alle parate di Kasper Schmeichel, figlio del celebre Peter.

Ovviamente, Claudio Ranieri ha anche tra le mani una buona squadra che ha nei suoi pilastri gli ex “italiani” Gökhan Inler e Yohan Benalouane. Gli ex Napoli ed Atalanta si uniscono ai vari Robert Huth, Riyad Mahrez, Jeffrey Schlupp, Shinji Okazaki, Danny Drinkwater, Marc Albrighton e Nathan Dyer. Ma il giocatore in più a disposizione di Claudio Ranieri si chiama “Jamie” di nome e “Vardy” di cognome. Classe 1987, da tre anni veste la maglia del Leicester City dopo aver giocato in passato anche nella sesta serie con Stocksbridge, Halifax Town e Fleetwood Town. Ed invece il ragazzo di Sheffield è riuscito a portare il Leicester City in Premier League in due stagioni a suon di reti e ora, con una media esatta di una rete a partita, si è tolto lo sfizio di essere convocato con la Nazionale inglese (con il quale ha debuttato nelle qualificazioni europee subentrando ad un certo Wayne Rooney), il suo valore di mercato è vicino ai sei milioni di euro e su di lui pare abbia messo gli occhi il Liverpool del neo tecnico Jürgen Klopp..

E pensare che solo quattro anni fa il suo cartellino costava poco più di 30 mila euro. Ranieri ha portato grinta e visione di gioco dalle parti dello “Stadium”, tanto da perdere finora solo una partita (contro l’Arsenal alla settima giornata per 2 a 5 in casa) e compiendo rimonte impensabili: chiedere all’Aston Villa, alla quinta giornata, che vinceva 2 a 0 a meno di venti minuti dal termine ma Vardy e compagni prima hanno pareggiato e poi hanno segnato il gol vittoria all’89’ di gioco; al Tottenham ed al Bournemouth che sognavano i tre punti ed invece il Leicester City li ha agguantati clamorosamente. E sugli spalti dello stadio di casa si intona da qualche tempo anche il celebre ritornello de “Nel blu dipinto di blu”, in onore di questo coach che sta facendo sognare e divertire allo stesso tempo e che non si pensava facesse così bene, soprattutto. Ranieri è spesso intervistato dai giornali, ma non si sbilancia mai dicendo che il campionato è ancora lungo. Del resto, non si ricorda mai una parola fuori posto da parte dell’ex tecnico di Fiorentina, Juventus, Roma ed Inter (tra le tante).

Un signore fuori e dentro il campo, come sempre. Siamo sicuri che Claudio Ranieri, un po’ troppo bistrattato dal calcio italiano negli ultimi tempi, invece sia contento di questa sua esperienza che non solo lo ripaga dei sacrifici fatti, ma che ha ribadito il fatto che in terra d’Albione i tecnici nostrani sono fra i migliori d’Europa. Del resto quando era al Chelsea lo soprannominarono tinkerman, l’aggiustatore. Er sor Claudio, uomo timido e schivo ma capace di far giocare chi allena, siamo sicuri da qua a maggio, con il suo Leicester City, farà vedere tanti green mice ai suoi avversari.