L’Italia mondiale, la cavalcata vincente degli azzurri a Germania 2006

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MARCELLO LIPPI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

La cavalcata trionfale dell’Italia a Germania 2006

Non c’è cosa migliore che rinfrancarsi con il ripercorrere, partita per partita, il “miracolo di Berlino”, la vittoria della nostra Nazionale del campionato Mondiale del 2006 in Germania. Un evento che ha riportato milioni di italiani nelle strade a fare caroselli e a godere del successo insperato, ma meritato, degli azzurri di Marcello Lippi.

Il Mondiale tedesco si disputò dal 9 giugno al 9 luglio 2006: il Paese teutonico ospitò la rassegna per la prima volta da Paese unito, visto che la prima volta lo organizzò nel 1974 come Germania ovest. Vi presero parte 32 squadre e gli stadi impiegati furono dodici, la maggior parte costruiti ex novo o ristrutturati in maniera importante. La Nazionale campione uscente era il Brasile, che nel Mondiale nippo-coreano di quattro anni prima aveva avuto la meglio prorpio sulla Germania.

L’Italia era testa di serie, ma non partiva con i favori del pronostico: era forte l’eco delle indagine di Calciopoli e delle polemiche che coinvolsero la Juventus e altre squadre. I bianconeri subirono la revoca dello scudetto appena vinto e furono retrocessi in Serie B.Molti tifosi non volevano che venissero convocati i giocatori juventini e di tutte le altre squadre coinvolte nel più grande scandalo calcistico della storia italiana. Altri invece speravano che la Nazionale si ritirasse dal torneo.

Fabio Cannavaro e compagni furono inseriti nel girone E, con Repubblica ceca, Ghana e Stati Uniti d’America. Un girone facile ma, viste le polemiche di quei giorni, gli avversari furono visti come tanti piccoli Everest da scalare.

La partita di debutto fu 12 giugno contro il Ghana ad Hannover: 2-0 italiano con gol di Pirlo e Iaquinta. La seconda partita fu sofferta: 1-1 contro gli Stati uniti al “Fritz-Walter-Stadion” di Kaiserslautern, con vantaggio azzurro di Gilardino reso vano dall’autogol di Zaccardo cinque minuti dopo il colpo dell’allora attaccante del ‘Milan. Fu una partita molto combattuta e aspra: furono espulsi Daniele de Rossi per l’Italia e Pablo Mastroeni ed Eddie Pope per gli Usa. Il centrocampista della Roma prese 4 giornate di squalifica

L’ultima partita fu giocata il 22 giugno ad Amburgo: Materazzi e Inzaghi segnare le due reti che batterono una volitiva Repubblica ceca. Epica la corsa a due tra Inzaghi e Barone al minuto 87, con l’attaccante del Milan che, a tu-per-tu con Cech, invece di passare la palla compagno di squadra libero da marcature scartò il portiere ceco e “gonfiò” la rete. Al 17′ Nesta dovette uscire dal campo per infortunio: al suo posto Materazzi. Per il terzo Mondiale di fila, Nesta subì un grave infortunio.

L’Italia si era qualificata agli ottavi insieme al Ghana: 7 punti i ragazzi di Lippi, uno in meno per Essien e compagni.

L’avversario degli Azzurri sarebbe stata l’Australia degli “italiani” Bresciano, Grella e Kalac. Non avesse vinto il girone, all’Italia sarebbe toccato il Brasile campione in carica.

La partita non fu bellissima e gli oceanici fecero in modo di chiudere tutte le incursioni azzurre. Il match sembrò terminare al 90′ sullo 0-0, con lo spettro dei supplementari. Fabio Grosso al 93′ fu atterrato in area da Lucas Neill: l’arbitro spagnolo Medina Cantalejo fischiò il penalty. Dal dischetto, Francesco Totti non sbagliò e batté Schwarzer. Gli azzurri, miracolosamente, erano approdati tra le migliori otto squadre del pianeta. Per strada, in quel tardo pomeriggio del 26 giugno, iniziarono i primi, timidi, caroselli. L’unica nota stonata fu l’espulsione di Materazzi.

Appuntamento per i quarti: “Volksparkstadion” di Amburgo, 30 giugno, avversario la matricola Ucraina di Shevchenko. Fu un match a senso unico: 3-0 Italia, con gran gol iniziale di Zambrotta e doppietta di Toni. Gli ucraini furono poca cosa per i ragazzi di Lippi: la semifinale arrivò senza troppa fatica.

E per un insperato penultimo atto, ecco arrivare l’avversario più ostico di tutti: i padroni di casa della Germania. Il match si giocò il 4 luglio al “Westfalen Stadion” di Dortmund, la casa del Borussia.

Si sfidavano per la finale del 9 luglio di Berlino due tra le migliori scuole di calcio del Mondo. I teutonici del CT Lowe avevano dalla loro il vantaggio di giocare in casa, anche se dovettero sfidare coloro che li avevano sempre sconfitti/eliminati negli appuntamenti che contavano (leggasi finale del Mondiale 1982). Contro l’Italia iniziò una campagna di destabilizzazione, soprattutto da parte dei giornali.

La partita fu memorabile: 0-0 al 90′ dopo molte occasioni e una palla che non voleva entrare.. Supplementari, Gilardino prese il palo, Zambrotta la traversa e al minuto 119, il penultimo prima dei rigori, Pirlo si inventò un assist no look in area tagliato per Grosso. Si pensava che il numero 21 potesse tirare in porta, invece passò la palla senza vedere dove veramente andasse. La sfera arrivò sul sinistro di Grosso che, senza pensarci due volte, tirò in porta. Gol e Italia in vantaggio. Il difensore, allora in forza al Palermo, esplose di gioia e fu assalito dai compagni. L’Italia a un minuto dalla fine vedeva la finale.

La partita però non era finita e la Germania ci credette ancora. Ma al 120 finì il sogno tedesco: Cannavaro di testa staccò e tolse la palla all’avversario in area e si diresse verso il centrocampo. Scambiò la palla con Totti ed il numero 10 azzurro diede la palla a Gilardino sulla sinistra. E furono venti metri di magia: “Gila” arrivò fino a ridosso dell’area, ma invece di tirare di destro, passò la palla all’accorrente del Piero che di destro segnò un gol clamoroso a giro. 2-0 e Italia che aveva “preparato le valigie” e si apprestava a giocare la finale di Berlino.

All'”Olumpiastadion”, la sera del 9 luglio, tutti gli occhi erano per la finale forse meno attesa: Italia contro Francia. I transalpini, teste di serie, nel girone eliminatorio erano arrivati secondi dietro la Svizzera e nella fase ad eliminazione diretta aveva mandato a casa in serie Spagna (3-1), Brasile (1-0) e Portogallo (1-0). A parte il match con gli iberici, la Francia fino a quel momento aveva faticato e non poco.

Il match conclusivo di quell’incredibile (per noi) Mondiale era affascinante: Buffon contro Barthez, Cannavaro contro Thuram, Pirlo contro Zidane, Gattuso contro Vieira, Totti contro Henry e Lippi contro Domenech. Arbitrò l’incontro l’argentino Horacio Elizondo.

Le due Nazionali non si affrontavano al Mondiale dal “quarto” di Francia 1998, mentre l’ultima finale la giocarono a Euro 2000.

Dopo 7 minuti l’episodio che poté indirizzare la partita: Materazzi in area commise fallo su Malouda. Rigore sacrosanto: Zidane, con un “cucchiaio”, segnò il gol del vantaggio. La strada per i ragazzi di Lippi fu subito in salita. Buffon aveva suito il secondo gol del torneo, il primo dopo 453′ (autogol di Zaccardo contro gli Usa) Ma quello era davvero il Mondiale italiano.

Dopo dodici minuti di difficoltà, al 19′ Pirlo dalla bandierina calciò un preciso corner verso l’area. Materazzi saltò più in alto di tutti e trafisse Barthez: 1-1 e finale riaperta.Al 36′ Toni colpì di testa e la palla si schiantò sulla traversa.

Il primo tempo si concluse in parità e nella ripresa Lippi fece due scelte tattiche non scontate: fuori Totti e Perrotta, dentro Iaquinta e de Rossi. La Francia fino a quel momento (il 60′) aveva cambiato il Viera per Aloud Diarra..

e poco dopo Buffon compì un vero miracolo sul clpo di testa di Zidane. Al minuto 89 ultimo cambio azzurro: dentro del Piero, fuori Camoranesi. Il match si chiuse al 90’in parità: 1-1 e quindi supplementari.

Al 100′ e al 107′ Domenech tolse Ribery e Henry per Trezeguet e Wiltord, i due castigatori dell’Italia nell’Europeo belga-olandese di sei anni prima. Nel mentre, grandissimo assist di Sagnol per la testa di Zidane: Buffon parò con un colpo di reni.

Al 110′ successe l’incredibile: dopo uno scontro di gioco, Materazzi e Zidane si dissero qualcosa. Il capitano francese ebbe una reazione scomposta e diede una testata al petto del difensore numero 23 azzurro che cadde a terra rovinosamente. Nessuno vide in diretta la scena, neanche Elizondo che fu informato dal quarto uomo, Medina Cantalejo. Espulsione per Zidane e Francia che avrebbe giocato in dieci gli ultimi dieci minuti di partita. Finì in modo inglorioso la carriera in Nazionale di colui che segnò una doppietta nella finale contro il Brasile del 1998.

La partita si chiuse ai supplementari ancora sul punteggio di 1-1: i calci di rigore avrebbe decretato l’erede del Brasile. Per la seconda volta, la finale di un Mondiale sarebbe stata decisa dai tiri dal dischetto. La prima volta fu nel 1994: l’Italia perse contro il Brasile.

I primi due rigoristi furono Pirlo e Wiltord: rete per entrambi.

Il secondo azzurro fu Materazzi e non fallì, mentre Trezeguet colpì la traversa e la palla rimbalzò in campo, ma lontano dalla riga : 2-1

Il terzo rigore fu di de Rossi che segnò sotto l’incrocio, mentre non fallì neanche Abidal.

I quarti rigoristi furono del Piero e Sagnol, che non fallirono neanche loro.

L’ultimo rigore toccò a Fabio Grosso. Sul numero 3 azzurro una pressione mai vista: se avrebbe sbagliato si sarebbe andati avanti ad oltranza; se avrebbe segnato avrebbe dato la vittoria all’Italia. Grosso non fallì e l’Italia vinse la sua quarta Coppa del Mondo.

Dopo le critiche e qualche sofferenza di troppo, l’Italia conquistò il quarto titolo mondiale. Un successo meritato che scrollò di dosso tutte le amarezze di Calciopoli e dei dubbi sul fatto che avremmo a malapena potuto superato il girone. E invece Lippi portò i suoi ragazzi sul tetto del Mondo. E come in Spagna, fu il Mondiale del cuore azzurro contro le malelingue e contro tutto e tutti.

E’ stato il Mondiale di Buffon, di Cannavaro che, dopo Combi, Meazza e Zoff, alzò al cielo la coppa che tutti i ragazzini sognano un giorno di alzare al cielo; è stato il Mondiale di Totti e Gilardino, di Camoranesi e Zambrotta. Ma sopratutto è stato il Mondiale di Materazzi e Grosso che, da “mestieranti” del calcio, scrissero una bellissima pagina di sport.

Sulle strade si riversarono milioni di italiani fino a notte fonda. L’apice del successo tedesco fu la serata del Circo Massimo di Roma del 10 luglio: nella piazza romana, si riversarono oltre 1 milione di persone per vedere la festa dei 23 eroi azzurri.

Con la finale di Berlino, diede l’addio alla maglia azzurra Totti e, quattro mesi dopo, Nesta.

La nostra Nazionale si presentò da Campione del Mondo in Sudafrica, ma fu eliminata subito nella fase a gironi con squadre di basso profilo come Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia. Stessa sorte in Brasile tre anni e mezzo fa: subito fuori per mano di Costa Rica e Uruguay, nonostante la vittoria contro l’Inghilterra alla prima partita.

L’appuntamento, si spera, è rimandato a Qatar2022. In Russia, il prossimo anno, la Nazionale non ci sarà: la Svezia ha eliminato gli azzurri ai play off e vedremo il Mondiale da casa la prossima estate..

Non ci rimane quindi da fare come disse Fabio Caressa dopo il rigore decisivo di Grosso: “abbracciamoci tutti e volemose bbene”, riguardando la fantastica rincorsa mondiale di Germania 2006.