Manchester City, la stagione di Guardiola: top in Premier, flop in Champions

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Guardiola

Alla fine ce l’ha fatta: Pep Guardiola ha vinto la sua prima Premier League. Il tecnico del Manchester City, alla seconda stagione sulla panchina degli Sky blues, ha vinto il suo primo titolo inglese, il settimo nazionale da quando allena. Una vittoria mai messa in discussione, tanto che la (fu) squadra operaia di Manchester ha conquistato il suo quinto titolo nazionale della storia con ben cinque giornate di anticipo (ne mancherebbero quattro, ma il City deve recuperare ancora l’incontro contro il Brighton & Hove). Un campionato dominato in lungo e in largo e ad oggi, dopo 33 giornate, lo ha visto vincere ventotto volte, pareggiare tre e perdere due, segnando 93 reti e subendone solo venticinque.

SOLO DUE SCONFITTE

Le due squadre che hanno avuto l’onore di battere Kompany e compagni sono state il Liverpool e il Manchester United, rispettivamente il 14 gennaio e lo scorso 7 aprile, entrambe con due vittorie di misura. E lo stesso United ha regalato la vittoria del titolo ai “cugini”, perdendo in casa contro il West Bromwich Albion ultimo in classifica domenica. Mourinho che da la vittoria a Guardiola. Una cosa che nessuno avrebbe mai pensato un giorno. Il City non ha fallito invece sabato sera: 3-1 al Tottenham e tutti davanti alla tv a gufare contro i “cugini”.

NON SOLO PREMIER 

Per Guardiola oltre al titolo era già arrivata la vittoria in Coppa di Lega inglese lo scorso 25 febbraio, schiantando a Wembley l’Arsenal con un perentorio 0-3, mentre in FA Cup il City era stato estromesso al quinto turno da Wigan, club della “contea” di Manchester. Con questa vittoria, il killer instinct di Josep Guardiola è aumentato ancora, vincendo un altro titolo nazionale dopo i sei titoli nazionali con Barcellona e Bayer Monaco e le sette coppe e supercoppe nazionali. Una serie di successi ed impostazioni tattiche che rendono il “filosofo di Santpedor” come uno dei migliori allenatori della storia e questa vittoria da vero “cannibale del calcio” lo rende un mito del calcio di questi anni Dieci degli anni Duemila.

I NUMEROSI INVESTIMENTI 

Qual è stata la ricetta di questo Manchester City? Dominare e dare spettacolo in campo, non lasciando spazio (e scampo) agli avversari. E nella storia della Premier League, solo due squadre prima degli Sky blues avevano vinto il titolo con almeno 450′ di anticipo: l’Everton (First division 1984-1985) e due volte il Manchester United (Premier League 2000/2001 e 2012/2013). Una prima posizione conquistata all’ottava giornata e mai più abbandonata. Del resto, basta leggere i nomi della rosa a disposizione di Guardiola e si capisce come mai il City abbia vinto con largo anticipo. Quando si ha alle spalle uno sceicco è facile comprare i top player ed è più facile vincere.

I RINFORZI DIFENSIVI

Quest’anno dalle parti dell’Etihad Stadium hanno capito che si possono spendere tanti milioni di sterline anche in difesa e non solo nel reparto avanzato: gli innesti dei vari Benjamin Mendy, Kyle Walker, Danilom, Aymeric Laporte (a gennaio) e del giovane portiere brasiliano Ederson hanno fatto staccare agli sceicchi Mansur e Al Mubarak assegni per complessivi 230 milioni. Una campagna di rafforzamento esclusivamente “dietro”, capendo che si vince solo se si è perfetti in tutte e tre i reparti. Il centrocampo e l’attacco sono tra i più completi del Continente. Da de Bruyne a Bernardo Silva, da Gündoğan a Sané, da David Silva a Gabriel Jesus ai due striker Sterling e Sergio Aguero, a oggi trentotto reti in due e seconda coppia gol del campionato dopo Salah e Firmino del Liverpool con sette reti in più.

IL RAPPORTO CON LO UNITED 

Manchester City e titoli nazionali inglesi. Un binomio nato solo con l’approdo degli sceicchi che, investendo circa 1,8 mila milioni di euro in dieci stagioni, hanno portato il City a diventare una squadra temuta e rispettata dentro e fuori la terra di Albione. E il campionato di quest’anno è stato quello della definitiva consacrazione di quella che è stata considerata la seconda squadra di Manchester, anche se almeno da quattro stagioni gli Sky blues hanno messo la freccia e hanno superato lo United, imponendosi come prime football team della città.

UNA BACHECA CHE SI ARRICCHISCE 

Da quando gli sceicchi hanno comprato il City, non solo hanno dato smalto all’ex City of Manchester Stadium, ma hanno permesso che la bacheca del club, in queste dieci stagioni, si riempisse di tre titoli nazionali, una Coppa di Inghilterra, tre Coppe di Lega ed un Community Shield.
Un dominio molto forte, sconfiggendo ai limiti dell’umiliazione molti avversari: basti pensare che in questa Premier League dieci partite il Manchester City le ha vinte segnando tre reti, quattro con quattro reti, tre con cinque ed una con sei ed un’altra con sette. Una prova di forza completa e mai messa, come detto, in discussione.

IL FALLIMENTO IN CHAMPIONS LEAGUE 

Manchester City tra le migliori squadre di sempre del calcio inglese? Of course. Ma c’è un però. E questo “però” si chiama Champions League, perché se in Inghilterra il City vince e convince, a livello europeo gli Sky blues non sono allo stesso livello: il miglior risultato di sempre della squadra, ovviamente, lo si è raggiunto con la gestione “sceicca” con la semifinale della stagione 2015/2016.
Può una squadra dotata di un parco giocatori di questo tipo arrivare solo fino alla semifinale? Si può eccome, tanto che in questa stagione, Kompany e soci sono arrivati ai quarti perdendo in maniera netta contro il Liverpool. 3-0 ad Anfield, 1-2 all’Etihad. Eppure nella fase a gironi e nel primo turno ad eliminazione diretta sembrava che fosse la volta buona per il City di arrivare almeno nel lotto delle top 4 d’Europa. Il ciclone Liverpool si è abbattuto sui ragazzi di Guardiola eliminandoli tra dalla competizione (e con qualche torto arbitrale di troppo che ha fatto infuriare lo stesso Guardiola).
E questa ennesima eliminazione è stata accettata poco bene dai tifosi citizens. Può una squadra che ha speso 500 milioni in due stagioni fare un flop del genere?

LA GESTIONE GUARDIOLA 

E la gestione europea di Guardiola non è proprio esaltante: ottavi di finale la scorsa stagione (contro il Monaco) e quarti questa stagione. L’unica cosa che lascia meno amaro in bocca è che la squadra ha perso contro due squadre che sono arrivate almeno in semifinale. Ma questo non basta: l’ultimo (ed unico) successo europeo della squadra risale alla stagione 1969/1970, quando il City vinse la Coppa delle Coppe. Da allora, il vuoto. Per carità a vincere una coppa europea è sempre e solo una squadra, ma in Europa il City non è il leone del campionato ma un agnellino.

VERSO L’ESTATE 

In estate, ne siamo certi, il management emiratino del club sicuramente porterà a Manchester altri top player, le spese saranno in tre cifre e si punterà a vincere anche in Europa. Guardiola sarà confermato coach. Da cinque anni non vince un titolo internazionale (Mondiale per club con il Bayern Monaco) e la Champions non la vince dalla stagione 2010/2011. Un’enormità per uno che con i blaugrana, tra il 2008 ed il 2012, ha riscritto il calcio, il modo di giocarlo e quello di intenderlo.
Il “filosofo” ha fame e gli manca da troppo tempo alzare la coppa che conta di più. Manchester City, apparecchia bene la tavola per la prossima stagione.