Il tragico destino di Michele Scarponi, perde la vita a 37 anni

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Michele Scarponi

Tragedia nel ciclismo muore Michele Scarponi

E’ stato investito questa mattina da un furgone a Filottrano, in provincia di Ancona. Da una prima ricostruzione, l'”Aquila di Filottrano“, così come era soprannominato Michele Scarponi, in sella alla sua bicicletta per allenarsi percorreva via dell’Industria quando a un incrocio è stato travolto da un furgone, il cui conducente pare non abbia proprio visto il ciclista che gli ha tagliato la strada.

Michele Scarponi era tornato a Filottrano dal Tour of the Alps, dove aveva ritrovato la gioia della vittoria nella prima tappa a Hungerburg, in Austria. Attivato il 118, la centrale operativa ha provveduto ad inviare un’ambulanza che in pochi minuti ha raggiunto il luogo dell’intervento. Nel frattempo, da Torrette, si alzava in volo l’elicottero. L’anestesista rianimatore non ha potuto far altro che constatare il decesso. Lascia la moglie e due figli gemelli. Avrebbe compiuto 38 anni a settembre.

Michele Scarponi era diventato professionista dal 2002 e gareggiava per l’Astana, con cui si preparava ad affrontare il prossimo Giro d’Italia per sostenere Fabio Aru. Nel 2011 aveva vinto il Giro d’Italia dopo la squalifica di Alberto Contador per doping. Estroverso e scanzonato, tra le sue particolarità negli ultimi tempi c’era quella di allenarsi facendosi accompagnare dal suo pappagallo, Frankje.

Il dolore del mondo del ciclismo

Michele era un ragazzo estremamente serio, una grande persona. La tragedia è accaduta questa mattina presto, era uscito per l’allenamento nonostante fosse tornato ieri. E’ stato travolto ad un incrocio, sicuramente sarà molto sul colpo, l’impatto è stato molto forte. Il destino purtroppo ha voluto così“. Sono le parole di un commosso Renato Di Rocco, presidente della federciclismo, all’Adnkronos, sulla morte improvvisa del ciclista azzurro Michele Scarponi in un incidente stradale. “Lo conoscevo bene sin da quando era dilettante. E’ un dramma che non ci sia più. Era un uomo squadra, di grande professionalità, è una tragedia“.

Giovanni Cardarello
Giornalista Pubblicista, Romano del Quadraro, ma vivo in Umbria fra Spoleto e Terni. Social Media Manager per Lavoro, Giornalista per Passione. Sposato con Ilaria, 3 figli. Seguo il Calcio dal 1975 con ampie frequentazioni nel Basket (NBA, LBA, Rieti e Virtus Roma), nel Volley, nel Rugby, nella Formula 1 e nella MotoGP. Ho visto giocare dal vivo Totti, BrunoConti, Dibba, Scirea, Zoff, Gentile, Cabrini, Tardelli, Antognoni, PaoloRossi, Maradona, Platini, Baggio, Van Basten, Matthaeus, Cafu, Rummenigge, Falcao, Ronaldo, Lollo Bernardi, Ancelotti, Zidane, Del Piero, Pirlo, Buffon, Gardini, Batistuta, Larry Wright, Antonello Riva, Dino Meneghin, Pierluigi Marzorati, Tofoli, David Ancilotto, Roberto Brunamoniti, Domenico Zampolini, Bracci, Mike D'Antoni, Willie Sojourner, Kevin Garnett, Paul Pierce, Ray Allen e Papà Bryant. Dubito vedrò di meglio ma non si sa mai :-)