NBA: I cinque veterani che potremmo rivedere sul parquet

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Con l’avanzare dell’epidemia di Covid nella Lega, alcune vecchie leggende potrebbero rivedere il campo a breve.

La situazione epidemiologica della NBA, si sa, non lascia spazio ai dubbi: da ormai tre settimane, infatti, il numero dei giocatori contagiati sale vertiginosamente, tanto che quasi ogni giorno almeno una partita subisce un rinvio per mancanza del numero legale (8) da parte di una squadra.

Per ovviare a questa situazione – ed evitare in maniera definitiva il rinvio o la sospensione della stagione – Adam Silver ha quindi liberalizzato il sempre ristretto mercato dei contratti dai dieci giorni, permettendo – e in caso di numero elevato di contagi addirittura obbligando – le franchigie a firmare dei “crumiri” per sostituire i titolari.

La situazione, come prevedibile, ha creato episodi paradossali, come quello di Aric Holman, centro della squadra di G-League degli Spurs chiamato dai Miami Heat unicamente perché – visti  i tempi ristretti – serviva qualcuno in grado di arrivare al palazzo di San Antonio in meno di un’ora, oppure quello di Trae Young, ritrovatosi ad un allenamento dei suoi Atlanta Haws senza conoscere più della metà dei compagni.

Tra questi effetti grotteschi ed onestamente evitabili, tuttavia, vi sono anche dei lati positivi: la continua richiesta di giocatori da parte della Lega, infatti, ha permesso ad alcuni vecchi campioni di calcare nuovamente, almeno per una sera, un parquet della Lega cestistica più nota al mondo.

Se Joe Johnson ha fatto il suo – secondo – debutto con i Celtics prima di Natale, e Mario Chalmers si è già aggregato in queste ore ai Miami Heat, molti sono ancora i giocatori che aspettano una chiamata. Ecco i cinque più probabili – e divertenti – che potremmo vedere nei prossimi giorni.

 

#5:  Michael Beasley

Come fa un tiratore di mano mancina di oltre due metri e cinque, considerato da tutti un potenziale All-Star nella Lega, a ritrovarsi a 30 anni a girovagare tra la Lega Cinese e quella Portoricana? Per saperlo citofonare a Micheal Beasley, classe 1989 che si iscrive di diritto nel novero delle più grandi incompiute della storia della pallacanestro.

L’ala grande originaria del Maryland non calca un parquet a stelle e strisce dal 2019, anno in cui ha vissuto una breve parentesi con i Los Angeles Lakers.

Nonostante questa assenza prolungata, tuttavia, ha lanciato via Twitter la propria candidatura, invitando senza mezzi termini la propria ex-squadra a chiedere l’aiuto di cui ha bisogno. L.A. reagirà positivamente alla provocazione? Solo le prossime settimane saranno in grado di darci la risposta.

 

#4: Jamal Crawford

J-Crossover è, per la generazione nata all’inizio degli Anni Novanta, una delle icone NBA più amate. Scelto per risollevare le sorti dei Bulls post-Michael Jordan nel 2000, il classe 1980 ha vissuto una carriera ventennale tra alti e bassi, non riuscendo mai a vincere il tanto agognato anello.

Tre volte sesto uomo dell’anno e ottavo miglior realizzatore da tre punti di sempre, il quasi 42enne Crawford ha chiuso la propria carriera nella Lega con i Brooklyn Nets, con cui – nel 2020 – ha partecipato alla Bolla di Orlando.

A differenza di Beasley, il più taciturno Jamal non ha lanciato a mezzo stampa alcuna candidatura e non è scontato – eventualmente – che sia pronto ad accettare la chiamata. Vedere in campo un giocatore in grado di segnare 50 punti all’età di trentanove anni, tuttavia, è un desiderio di molti.

 

#3: Emeka Okafor

Poderoso centro di origini nigeriane, il trentanovenne di Houston si è reso eleggibile in estate per il Draft della G-League, non riuscendo tuttavia ad essere selezionato. Lontano dai palcoscenici più importanti dal 2018, ha giocato l’ultima stagione professionista – quella 2019-20 – in Corea del Sud.

Le possibilità di rivedere il lungo ex-Charlotte sono ridotte al lumicino, visti i due anni di assenza dal parquet, ma il fatto che si sia messo a disposizione della Lega in estate lascia intendere che, in caso di necessità, sarebbe più che pronto ad accettare la sfida.

 

#2: LiAngelo Ball

Che il sogno di papà LaVar sia di vedere tutti e tre i figli all’interno della Lega non è un mistero. Il fratello di mezzo, tuttavia, non ha ancora avuto questa possibilità, viste le doti tecniche decisamente inferiori rispetto a Lonzo e Lamelo, potenziali candidati, in questa stagione, per un posto all’All-Star Game.

Anche in questo momento di crisi e di continue chiamate “al piano di sopra”, il prodotto di UCLA è rimasto aggregato – probabilmente per assenza di offerte – ai Greensboro Swarm, affiliata di G-League dei Charlotte Hornets del più giovane LaMelo.

Al di là delle note questioni extra-campo, tra cui spiccano le intemerate di papà LaVar ed il l furto compiuto in Cina ai tempi di UCLA, sembrerebbe sensato affermare che il terzo dei fratelli Ball non abbia le qualità necessarie per ritagliarsi un posto nella Lega, anche in questa situazione così delicata.

 

#1: JR Smith

Altro giro, altra grande incompiuta. Tiratore sublime dall’arco e Campione NBA con i Cleveland Cavaliers nel 2016, JR è sempre riuscito nella titanica impresa di deludere qualunque aspettativa il mondo cestistico avesse su di lui.

Dopo l’ultima esperienza con i Lakers nella Bolla di Orlando – che lo rende, de iure, Campione NBA per la seconda volta, Smith ha abbandonato il mondo della pallacanestro, decidendo di dedicarsi al completamento della propria istruzione. È quindi diventato uno studente della North Carolina A&T State University, con cui partecipa – grazie ad un permesso speciale della NCAA – ai tornei collegiali di golf, altra sua grande passione.

Vista la situazione della Lega, tuttavia, lo studente modello JR ha rilanciato via Twitter la propria candidatura, chiedendo in maniera esplicita un contratto alle franchigie NBA. Di questo passo, potremmo vederlo presto con una canotta indosso.