Home Serie A Pavoletti, storia di un bomber di razza

Pavoletti, storia di un bomber di razza

Pavoletti

Alcuni esperti sostengono che il calciatore entri nella fase di maturità (calcistica) tra i 29 ed i 32 anni: gli ultimi anni di carriera coincidono, quindi, con lo zenith delle loro prestazioni, per poi avere una naturale parabola discendente. Anche se la storia del calcio riporta di molti giocatori ritiratisi alla soglia dei quarant’anni.

Leonardo Pavoletti di anni ne compirà ventotto a novembre, quindi è in procinto di entrare nella sua definitiva “maturità da calciatore”. L’attaccante del Genoa è una delle più belle sorprese, italiane, di questo emozionante campionato di serie A che ha visto domenica pomeriggio assegnare il platonico titolo di campione d’inverno al Napoli.

Il Genoa di questa stagione non è un Genoa bellissimo e neppure entusiasmante: nonostante sia in mano ad un tecnico esperto come Giampiero Gasperini, per la compagine ligure l’attuale quart’ultimo posto in classifica non lascia ben sperare e già da domenica prossima, in casa contro il Palermo, dovrà far ripartire la sua rimonta in classifica.

La squadra del presidente Preziosi è una squadra, nel complesso, buona, avendo tra le fila Mattia Perin, Cristian Ansaldi, Diego Capel, Diogo Figueiras, Serge Gakpé,Blerim Džemaili e Diego Laxalt. Non una squadra che può lottare per i piani alti della classifica, ma non che si trovi ad annaspare a ridosso della soglia retrocessione. Il giocatore più in forma, ma soprattutto il più decisivo, è proprio l’attaccante livornese.

Leo” Pavoletti è arrivato a Genova lo scorso gennaio dal Sassuolo ed il numero 19 del “Gasp” si sta rivelando un attaccante letale, tanto da aver segnato finora in campionato otto reti in dodici partite e nelle sette giornate in cui l’ex Sassuolo non ha giocato in stagione, il Genoa ha segnato solo due reti. E se non era per la sua doppietta nel derby pre-Epifania, la partita sarebbe finita con tre reti, pesanti, di scarto.

Molto pratico e con i piedi per terra, Pavoletti sta facendo sognare i tifosi della Gradinata Nord che rivendono in lui i fasti altri bomber che hanno fatto sognare il “Ferraris” rossoblù: da Diego Milito a Roberto Pruzzo; da Tomáš Skuhravý ad Carlos Alberto “Pato” Aguilera; da Marco Nappi a Cosimo Francioso.

Il giocatore però deve migliorare molto il suo aspetto mentale, visto che in carriera ha collezionato molti cartellini gialli, un particolare non da poco per chi fa la punta centrale di mestiere. Ma del resto si sa che i livornesi hanno un bel caratterino.

Leo” Pavoletti ha iniziato a farsi conoscere nella stagione 2011/2012 quando militava nella Virtus Lanciano, con i frentani in Lega Pro, e grazie anche alle sue reti, il club abruzzese è stato promosso, per la prima volta, in serie B, mentre per la seconda volta in carriera chiuse la classifica marcatori in doppia cifra.

Ma è a Varese che “Leo” Pavoletti è diventato una leggenda: se la compagine lombarda si è salvata ai play out nella stagione 2013/2014, lo deve proprio al suo numero 19 dove, nonostante i 20 gol segnati in stagione, i biancorossi varesini hanno battuto nella doppia sfida salvezza il Novara con quattro reti del loro attaccante principe. E pensare che, si dice, Pavoletti all’inizio di quella stagione rifiutò il passaggio in Piemonte. Pavoletti salvatore della patria, ma la stagione successiva il giocatore tornò a Sassuolo ed il Varese retrocesse in Lega Pro. Ancora oggi il nome “Pavoletti” nella città del Sacro Monte fa venire alla mente bei ricordi in una piazza che ora gioca (e domina) in Eccellenza.

Il numero 19 di Gasperini, prima di militare nella squadra più antica d’Italia, si è “bagnato le labbra” in Serie A con la maglia nero-verde del Sassuolo, ma il giocatore ha trovato solo scampoli di partita con di Francesco e con l’apertura dello scorso mercato invernale è stato ceduto in Liguria. E da quando gioca nel Genoa, Pavoletti ha segnato già 15 reti in ventitré presenze, con una media di 1,5 reti a partita. Numeri da Gonzalo Higuain, per intenderci.

Nonostante la notorietà, Pavoletti è lontano dallo stereotipo del calciatore-tipo; non ha mai dimenticato le sue radici; sente spesso molte persone conosciute nelle piazze in cui ha giocato e si presta alle buone azioni, come chiamare i ragazzi disabili conosciuti a Varese, fare una foto con il tifoso genoano che dopo un suo gol al Sassuolo ha avuto un infarto o chiedere scusa per la gomitata a Gagliolo durante Genoa-Carpi che gli è costata tre turni di stop, oltre ad una pesante sconfitta per i suoi.

Con l’inizio del girone di ritorno, Pavoletti dovrà diventare ancora più leader di quanto non lo sia in questo Genoa che deve assolutamente risalire la china, onde evitare di retrocedere.

Le sue marcature da qua a fine stagione potrebbero servirgli per ottenere una convocazione per i prossimi Europei francesi. Il CT Conte in attacco non ha molte frecce al suo arco e si pensa stia monitorando le prestazioni di Pavoletti per una convocazione. E sarebbe un trauma per i “cugini” sampdoriani vedere lui tra i selezionati ed il loro beniamino Antonio Cassano a casa.

Prima di pensare ad entrare nei “fantastici 23” che Conte si porterà in Francia, Pavoletti sa che dovrà lottare non solo per fare più reti, ma anche per salvare il suo Genoa. L’obiettivo principale di tutta questa stagione ed il bomber di Livorno di salvezze se ne intende eccome.

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