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Stefano Maccoppi ed una vita dedicata al calcio

Stefano Maccoppi dal campo alla panchina

In molti decidono di passare dal campo alla panchina, dimostrando di esser pronti ad esser protagonisti anche senza scarpini ai piedi. Tra i protagonisti del nostro campionato, in luce adesso nel nuovo ruolo da allenatore, Stefano Maccoppi. Il tecnico italiano ora in forza a Malta, sulla panchina dello Sliema. I colleghi di socceroad.com hanno intervistato il mister italiano. Di seguito le parole di Maccoppi.

Una sera di primavera, Stefano sta raggiungendo il ristorante per la cena di fine stagione della squadra, camminando sul lungomare di Sliema, città maltese situata sulla costa nord-est dell’isola a pochi chilometri a nord della capitale: La Valletta.

Oltre duecento partite in Serie A e oltre 150 in B per Stefano, prima di intraprendere la carriera da allenatore che lo ha portato a misurarsi con diverse culture e differenti modi di fare calcio: dalla Svizzera alla Romania, dal Congo a Malta senza naturalmente tralasciare l’Italia.
Proprio nel paese elvetico Stefano ha maturato la gran parte delle sue esperienze in panchina e proprio da lì si avvia la nostra conversazione.

Il calcio Svizzero: pochi Italiani sono riusciti ad ottenere risultati… quale è la tua idea?

“Bisogna contestualizzare sempre, devi capire la cultura che quei calciatori hanno di questo sport e come lo vivono. Non puoi pensare di allenare come in Italia, perché il calcio è vissuto diversamente. Non bisogna avere troppe pretese ma anzi bisogna partire studiando il loro modo di interpretare il calcio e da lì inserire i propri concetti: in Svizzera alla base di questo sport c’è la parola propositività e quindi un gioco che si costruisce tramite palleggio e si bada poco a distruggere… Per fare ciò credo che un allenatore deve proporre esercitazioni con la palla a scopo ludico oltre che tecnico tattico e così ho fatto!”

LA PILLOLA
…“Grazie alla grande disponibilità dei ragazzi e della società, a Sliema abbiamo sfiorato l’impresa di qualificarci per i preliminari di Europa League! Sarebbe stato il giusto premio e il coronamento di due mesi fantastici”.
Il calcio Svizzero come lo vedi?
“In grande miglioramento, stanno crescendo tanto! Di base hanno strutture all’avanguardia e curate in tutto e per tutto e a questo, negli ultimi anni, si è aggiunto un grande studio di scuole calcistiche europee che hanno permesso la formazione di allenatori locali, prendendo il meglio di tante filosofie; inoltre è in aumento la presenza di calciatori stranieri nei settori giovanili, che favorisce una crescita per tutto il movimento. Ad esempio giocatori serbi e croati che con la loro mentalità e qualità vanno ad alzare l’asticella creando un bel mix di fattori. Ho lavorato in svariate squadre elvetiche molte delle quali importanti ma ricordo con grande emozione quando ero alla guida de La Chaux-de-Fonds: la società era in seconda divisione e in piena crisi economica, siamo partiti da zero e in ritardo, con calciatori presi a costo zero. E’ stata una stagione fantastica, con un gruppo di ragazzi unici che si erano compattati per quella causa comune. Ci siamo salvati con cinque giornate di anticipo e oggi molti di quei ragazzi giocano nella serie A svizzera o addirittura spagnola e inglese”.

Le esperienze in Romania e in Congo?
“Molto diverse tra loro ma importanti: in Congo c’erano i presupposti per fare molto bene al TP Mazembe dove ho visto tanti talenti in quel periodo che sono stato lì… Unico problema: il grande protezionismo, ovvero erano troppo legati alle loro idee e faticavano a lasciarmi spazio, così decisi che non c’erano le condizioni per andare avanti. In Romania invece molto bene: stadio bellissimo quello del Ceahlăul, squadra che militava in Liga 2, c’era tutto per far bene. Il calcio rumeno è diverso rispetto agli altri: molto frenetico, non si poteva mettere la palla a terra che c’erano tre calciatori pronti a contrastarti, fanno dell’aggressività la loro qualità principale a scapito del famoso “giocatore pensante” che noi italiani vogliamo. E’ stata una bella cavalcata, conclusasi con una grande salvezza”.

Veniamo ai giorni nostri: grande stagione allo Sliema Wanderers!

“Assolutamente si! Ho preso la squadra a metà febbraio che navigava in cattive acque e sono riuscito, grazie alla grande disponibilità dei ragazzi e della società, a sfiorare l’impresa di qualificarci per i preliminari di Europa League! Sarebbe stato il giusto coronamento di due mesi fantastici ma eravamo troppo lontani: a dire il vero la società nutre ancora una piccola speranza di poter essere ammessa al primo turno preliminare e pure io ci spero, anche se questo poi significherebbe riavviare subito, in fretta e furia, una nuova stagione. Comunque andrà a finire ci troveremo con la società nei prossimi giorni, per discutere del mio futuro… Sono stato bene qui a Sliema, bel mare bei posti, mi sposto a piedi sia per andare al campo sia nel tempo libero e la cosa è molto suggestiva devo dire, il campo di allenamento è tra i migliori dell’isola e il campionato è comunque competitivo”.

Pratico e umile Mr.Maccoppi, uno abituato a mettersi in gioco a tutte le latitudini e indipendentemente dalla categoria! Il calcio è anche e soprattutto questo… Le soddisfazioni arrivano sempre dopo le difficoltà.

Il sole sta tramontando alle spalle di Stefano, il mare si illumina di un azzurro chiaro, il ristorante è pronto per accogliere tutta la dirigenza, i calciatori e lo staff dei Wanderers per brindare a una stagione bella e positiva, strizzando un occhio all’Europa magari con Stefano Maccoppi ancora protagonista!

I NUMERI DI STEFANO MACCOPPI:
Stefano Macoppi nato a Milano il 21 Aprile 1962.

PALMARES:

– 1 CAMPIONATO DI SERIE B (Piacenza 94/95)
– 1 CAMPIONATO DI SERIE C2 (Rhodense 80/81)
– 203 PRESENZE E 7 GOAL IN SERIE A
– 158 PRESENZE E 6 GOAL IN SERIE B

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