Home Editoriale Verso Juventus-Roma: i centimetri di Turone e la “regola Nakata”

Verso Juventus-Roma: i centimetri di Turone e la “regola Nakata”

Torna la sfida tra le "regine degli anni 80"

Turone

Anni 80′, anni ruggenti: cominciano le polemiche tra Juventus e Roma

Di sabato, alle 18.00, e per giunta senza pubblico sugli spalti, ma sarà sempre e comunque Juventus – Roma, la sfida che all’inizio degli anni 80’ caratterizzò il nostro campionato, dando vita ad una rivalità ancora oggi accesissima tra le due tifoserie, benché da allora, tranne che in rare occasioni, la distanza tra le due squadre si sia addirittura acuita, invece che assottigliarsi come quelle sfide per un certo periodo lasciarono presagire…

Il gol di Turone, Bergamo e la “questione di centimetri”

La partita per eccellenza tra giallorossi e bianconeri, quella che di fatto fece scoccare la scintilla delle polemiche poi mai sopite, cambiandone per sempre il rapporto ed incrinandone irrimediabilmente gli equilibri, è datata 10 maggio 1981.

Stadio Comunale di Torino, terz’ultima giornata di campionato, la Juventus comanda la classifica con un punto di vantaggio proprio sulla Roma, salita nel capoluogo piemontese con tutte le intenzioni di effettuare il sorpasso decisivo, guidata in campo da Falcao ed in panchina dal Barone Liedholm; dall’altra parte Trapattoni ed una squadra che costituisce l’ossatura base della Nazionale che l’anno dopo vincerà il Mundial spagnolo. A 18 minuti dalla fine Maurizio Turone, detto Ramon, incorna nell’area piccola e mette alle spalle di Zoff il pallone spizzato da Pruzzo su cross di Bruno Conti; Bergamo, l’arbitro, sembra convalidare ma Sancini, il guardalinee (come si diceva allora), alza la bandierina segnalando il fuorigioco; il Var non è nemmeno lontanamente immaginabile e la moviola arriverà soltanto in serata, alla Domenica Sportiva (senza peraltro chiarire del tutto i dubbi), così il direttore di gara si fida del suo collaboratore ed annulla tra le proteste dei giallorossi che vedono sfumare le loro possibilità di scudetto. Il presidentissimo della Roma, l’ingegner Dino Viola, masticando amaro nel suo gergo, il “violese”, parla di campionato perso “per una questione di centimetri”… Da quel momento il “go de Turone” diviene un mantra per stigmatizzare lo strapotere juventino da parte dei sostenitori della Lupa.

Vendetta giallorossa servita da Nakata

Se è vero che le vendette vanno servite fredde la rivincita romanista si consuma addirittura vent’anni dopo: il 6 maggio del 2001. La Roma di Capello arriva al Delle Alpi con 6 punti di vantaggio sui rivali (la vittoria ne vale già 3) e punta almeno a mantenere il vantaggio, ma la gara si mette subito male; dopo 6’ la Juventus è già 2-0 con reti di Del Piero e Zidane! Per la capolista si prospetta un finale di stagione al cardiopalma con tre punti da difendere sulla Juve e cinque sulla Lazio scudettata ed in gran risalita. Ma il tecnico bisiaco al 60’ cala l’asso: dentro Nakata per Totti. Il giapponese prima batte Van Der Sar con una saetta sotto la traversa e poi, allo scoccare del primo minuto di recupero, costringe il portiere olandese ad una corta e maldestra respinta che l’aeroplanino Montella trasforma nella rete che in pratica consegna lo scudetto alla formazione capitolina. La vendetta è resa più gustosa perché il centrocampista del Sol Levante viene schierato grazie ad una modifica del regolamento in merito al tesseramento ed utilizzo degli “extracomunitari” varata pochi giorni prima e che avvantaggia soltanto un gruppetto di formazioni tra le quali proprio la Roma: stavolta il “potere” è giallorosso!

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