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Tour de France, settima tappa: Eolo spinge la Bora, ma vince Van Aert

Tour de France, la tappa di oggi

Ieri la sesta tappa del Tour arrivava sul Mont Aigoual, dove il vento si diverte a sferzarne la cima quasi tutto l’anno. Ma la giornata da protagonista di Eolo è oggi. Le raffiche alla media di 24 km/h in direzione sud-est colpiscono il gruppo ai fianchi. La giornata è difficile fin dall’inizio, ma solo l’intelligenza la trasforma in opportunità. Il pensiero va subito alla fuga, magari con tanti uomini, che ieri è andata in porto. Non sono però singoli corridori a spingere, ma un’intera squadra. Tutta la Bora-Hansgrohe si mette davanti e, grazie al grande ritmo, divide il gruppo. Vengono scombinate le più accreditate ipotesi sul traguardo: tappa per velocisti, si diceva. Invece Peter Sagan mette alla prova i suoi avversari per la maglia verde e in vista dell’arrivo. Colleziona così eccellenti vittime. Bennett si stacca e finiscono ancor più indietro Viviani, Ewan e Nizzolo. Insomma, Eolo libera la Bora, la cui tattica è geniale: nessuno tra i team di classifica aiuta l’azione e quindi la squadra tedesca si posiziona con un ventaglio stretto in modo da coprire solo i propri compagni. La frattura, da probabilmente ricucibile, diventa sempre più tragica visto che i secondi si trasformano in (tanti) minuti. Sagan allora, fatti fuori diversi avversari, può fare incetta di molti punti al traguardo volante di Saint-Sernin-sur-Rance. Trentin supera per primo la riga bianca di millimetri davanti allo slovacco, che però domani vestirà di nuovo la maglia verde. La Bora ci prende gusto e continua a stare in testa pure sulla salita del Col de Peyronnenc, GPM preso da De Gendt. Allo scollinamento il belga non rientra in gruppo, ma sfrutta l’opportunità, come già successo nelle due tappe del Tour vinte (nel 2017 e l’anno scorso). Supera in fuga anche la Côte de Paulhe, ma i secondi non si trasformano in minuti. Nel centro abitato di Castres infatti cambiano le gerarchie in testa al gruppo perché la Ineos inizia a fare il ritmo. Il motivo è molto semplice: torna a soffiare il vento e quindi riappare la stessa tattica di inizio tappa. Risultato: il gruppo si rompe di nuovo lasciando indietro Porte, Pogacar e Landa. In testa spingono tutti, nessuno escluso per spezzare il peloton e quindi la classifica generale. Si aspettano sempre le grandi montagne per vedere la selezione che decide le sorti della maglia gialla, ma le condizioni possono saltare fuori in ogni momento. Oggi il vento crea l’opportunità per ribaltare una tappa considerata di trasferimento in una giornata determinante per l’intero Tour. La UAE ieri aveva trovato ottime risposte da Fabio Aru, ma l’uomo che lotta per la generale è Pogacar che però viene sbalzato indietro. Lo stesso vale per Carapaz: davanti si va così veloci che basta un attimo per staccarsi. Il vento non permette rientri, così come la volata che il gruppo ha iniziato da Castres. Da un ritmo del genere non può che nascere uno sprint rapidissimo, da cui esce ancora Wout Van Aert. Secondo successo in questo Tour, che avrà qualche recriminazione visto che Sagan e Alaphilippe si sono bloccati per qualche spallata di troppo tra i corridori. Il più lesto è comunque Van Aert che magicamente si impone nelle tappe, come nelle classiche. Ciclista totale, visto che domani spingerà in salita, la prima sui Pirenei, per Primoz Roglic, oggi molto attento a non restare indietro.

Tour de France, la tappa di domani

Tour de France, la volata di Van Aert

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