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Tutti pazzi di Conte il vincente

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Crazy for Antonio Conte

Chi lo avrebbe detto: Antonio Conte re di Stamford Bridge. E pensare che a fine settembre 2016, dopo il pareggio contro lo Swansea e le sconfitte consecutive contro Liverpool ed Arsenal, e con un Chelsea lontano dal vertice, si vociferava di un possibile esonero del tecnico leccese dalla guida dei blues. Eppure da quel momento sono passate diciotto partite ed il club londinese ha totalizzato sedici vittorie (di cui tredici consecutive), un pareggio (contro il Liverpool settimana scorsa) ed una sconfitta contro il Tottenham (o meglio contro Dele Alli, autore della doppietta vincente): i blues si stanno avvicinando dopo due stagioni alla vittoria in campionato. Conte erede di Mourinho a Stamford Bridge? Molto probabile.

E come nel caso della prima Juventus di Conte (stagione 2001/2012), il fatto di non giocare le coppe europee ma solo il campionato e le coppe nazionali sono il fattore X in più di Hazard e soci.

Conte cuore e grinta

E Antonio Conte grazie alla sua grinta (oltre alla sua capacità di allenatore già vista ovunque è andato ad allenare) è riuscito a farsi amare anche in una piazza esigente come quella del Chelsea. E i supporter blues sabato, dopo la vittoria contro l’Arsenal per 3 a 1 (con 3 a 0 fino al 90′) hanno forse capito che questo è l’anno buono e l’ex CT azzurro il prossimo anno la loro squadra disputerà dopo un anno di attesa la Champions non solo dalla porta principale, ma come testa di serie nei gironi.

La partita contro i gunners è forse l’apice della garra contiana per due motivi: dopo il gol pazzesco di Eden Hazard, Conte che si è tuffato sui tifosi ai bordi del campo; dopo un errore di posizione di Kanté in area, il coach italiano ha strattonato il suo vice-, Angelo Alessio, perché non potendo prendersela con il suo giocatore, se l’è presa con il suo assistente.

Insomma, la garra di Conte in Inghilterra è apprezzata come lo era in Italia.

Alla fine del campionato mancano quattordici partite e la distanza sulle inseguitrici si porta a nove punti dal Tottehham e dieci dal Manchester City: maggio è lontano, ma il passo del Chelsea in questa stagione è davvero monstre.

Dova nasce questo “English” Conte? Innanzitutto il tecnico di Lecce si sta imponendo come uno dei migliori di tutto il panorama europeo; sta smentendo il fatto che con la difesa a tre non si fa strada (anche se sarebbe meglio vederlo all’opera in Europa); con il cambio modulo la squadra ha recuperato terreno sulle prime fino ad arrivare a scalzarle ed arrivare al record delle tredici vittorie consecutive e a mettere (quasi) la parola fine ai sogni di gloria delle avversarie.

E il destino ha voluto che lo zenith della “cazzimma” di Conte sia stato toccato proprio contro l’Arsenal, la squadra che lo scorso 24 settembre, dopo un pesante 3 a 0, stava rischiando di fargli interrompere il “matrimonio” con i blues.

Ma non c’è solo grinta: Conte ha la mentalità vincente e lo ha dimostrato alla Juventus (ma non in Europa), lo ha dimostrato agli scorsi Europei (chi pensava che la sua Italia “operaia” sarebbe arrivata a giocarsi la semifinale venendo eliminata ai rigori contro la Germania, dopo aver battuto Belgio e Spagna); lo sta dimostrando al Chelsea dopo la difficoltà delle prime partite. Conte ci mette passione, dedizione alla causa e tanto, tanto cinismo.

Si parla di “the Italian job”: dopo Claudio Ranieri, un altro Italian coach sta facendo un’impresa. E per un calcio italiano in difficoltà in Europa, ecco l’Europa che si accorge dei nostri tecnici.

Con buona pace della “perfida Albione”.

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