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Argentina, game over?

Messi

Quando lo scorso 1° dicembre a Mosca sono stati sorteggiati gli otto gironi del Mondiale russo, si alzò un coro: il gruppo D, composto da Argentina, Croazia, Islanda e Nigeria, sarà quello più difficile ed entusiasmante di tutta la prima fase. I fatti, a distanza di sei mesi, hanno dato ragione alle previsioni: il gruppo D è il più bello del Mondiale. Così bello che l’Argentina, tra il 2014 ed oggi vice-Campione del Mondo e volte consecutive vice-Campione del Sudamerica, è ad un passo da una clamorosa eliminazione. Tutto dipenderà dal match di oggi pomeriggio tra l’Islanda e la Nigeria e dall’ultimo match tra Messi e soci e le “Super aquile” africane.

A oggi, la Selección sudamericana è la grande delusione della kermesse mondiale: due partite giocate, un punto fatto, una rete segnata e ben quattro incassate. Con l’aggiunta del rigore sbagliato da Lionel Messi con la prodezza del carneade islandese Hannes Halldórsson, oggi eroe planetario.

La partita di ieri sera a Nižnij Novgorod tra Argentina e Croazia è stata una delle più attese: Lionel Messi contro Luka Modric, Ivan Rakitic contro Javier Mascherano, Danijel Subašić contro Willy Caballero. E proprio i tre giocatori argentini appena citati sono stati la vera delusione. Ognuno a modo loro.

Il grande colpevole della dèbacle è stato Caballero, onesto mestierante del ruolo di portiere, autore di una svirgolata clamorosa che ha portato al vantaggio di Rebic. Il portiere del Chelsea (panchinaro del Chelsea, ad essere più precisi) non ha poi potuto nulla contro il bellissimo gol di Modric (anche se l’azione che ha portato al gol il capitano croato non ha visto una strenua difesa argentina), mentre sul 3-0 di Rakitic il portiere classe 1981 ha commesso un errore di posizione. Insomma, un Mondiale disastroso il suo.

Chi ha floppato in una maniera clamorosa finora è stato senza dubbio Lionel Messi. La “pulce” in due partite è stato l’ombra di sé stesso, confermando il fatto che in Nazionale non è il Messi che veste la camiseta del Barcellona. Il rigore sbagliato è stata una mazzata per il capitano dell’Argentina, tanto da non essere mai stato in palla contro i croati. E la mente va subito al confronto impari con Cristiano Ronaldo: due partite, quattro gol realizzati tutti da CR7 ed un Portogallo ai piedi del suo giocatore più forte di tutti i tempi. A livello tecnico, questa Argentina è pari al Portogallo, solo che i lusitani hanno un CR7 in formato Mundial mentre l’Albiceleste è una squadra che gioca male, fa fatica nelle ripartenze e ha pesanti lacune difensive. Oltre ad avere un capitano che in 180 minuti non ha fatto vedere nulla del suo innato talento.

E pensare che questo doveva essere il Mondiale di Lionel Messi, arrivato a 31 anni (domenica) con voglia di scrollarsi di dosso la spada di Damocle dell’essere il successore di Diego Armando Maradona in caso di vittoria della manifestazione. Ed invece Messi, nonostante aver dato la qualificazione da solo all’Argentina grazie alla prova maiuscola nell’ultima partita contro l’Ecuador con una tripletta, ha fatto male anche ieri: pochi palloni giocati, pochi palloni passategli, mai pericoloso dalle parti di Subašić, mai presente nelle mischie quando la “temperatura” in campo iniziava ad alzarsi.

Ovviamente non stiamo dicendo che Messi non sia un campione, ci mancherebbe. Solo che Maradona era un’altra cosa. Il Barcellona non è l’Argentina, perché con i blaugrana giocano dei veri campioni, mente con l’Albiceleste milita il meglio che la Nazione argentina mette a disposizione del Commissario tecnico di turno. E spesso e volentieri i due “elementi” non coincidono.

Per essere certa di passare il turno, l’Albiceleste dovrà sperare in un pareggio oggi, ma poi sommergere di gol le Super eagles. Sperando che Croazia e Islanda, nell’ultimo match, non si facciano male.

Il calcio si sa è una scienza non esatta, ma la (eventuale) eliminazione dei viceCampioni uscenti già nella prima fase è una cosa che non capita dall’edizione 2002.

L’Albiceleste è stata la dimostrazione che se si vuole fare bene ad un Mondiale bisogna avere gente esperta, pronta al sacrificio e pronta a tirare fuori le castagne dal fuoco: l’undici schierato da Sampaoli (oltre ai tre subentrati) non è parso all’altezza della situazione. Troppi, troppi errori anche dei singoli per una squadra che si pone (o si poneva?) di vincere il suo terzo Mondiale.

E la colpa ce l’ha anche il Commissario tecnico, Jorge Sampaoli. Contestato sin da tempi non sospetti, Sampaoli ieri è stato in balia degli eventi: squadra messa giù in maniera scriteriata, errori nel modulo, errori nelle convocazioni e chi più ne ha più ne metta. Se l’Albiceleste dovesse venire eliminata, l’esperienza dell’ex tecnico di Cile e Siviglia terminerà la AFA (la Federcalcio argentina) dovrà ripartire da zero.

Il 15 luglio si giocherà la finale del Mondiale e 43 milioni di argentini vorrebbero sentire suonare l’inno. Ce la farà l’Albiceleste a bissare la finale di Rio de Janeiro? Tutto dipenderà da tanti fattori. Messi compreso.

E siamo sicuri che Mauro Icardi non se la starà ridendo di gusto nel vedere la sua Nazionale soffrire e salutare anticipatamente il Mondiale. Anche se qualche ghignata se la sarà fatta sicuramente in questa settimana.

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