Lionel Messi e quel fax che cambia la storia del calcio

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Messi

Messi, il futuro della pulce…

Siamo nel 2020, ventesimo anno del XXI secolo. Il nostro è un mondo iper connesso, tra smartphone e bande larghe ultra veloci. I millennials non sanno cosa sono, ad esempio, le cabine telefoniche e i telefoni gettoni o il modem 56k. Il motivo? Mezzi obsoleti, superati. E chissà che magari tra venti anni proprio la nostra tecnologia sarà proprio lei superata.

Eppure il 25 agosto 2020 passerà alla storia come il giorno della rivincita del fax, quello strumento, prettamente ad uso ufficio, che serve ad inviare documenti usando una linea telefonica. Ebbene quello strumento, un po’ rumoroso e che oggi non viene praticamente usato da nessun ufficio, ha cambiato le sorti non solo del prossimo calciomercato, ma della storia del calcio. Il motivo è semplice e ormai noto a tutti: tramite un fax, Lionel Messi ha chiesto al Barcellona di essere ceduto. Eh sì, la pulce ha chiesto di non essere convocato per le visite mediche e i prossimi allenamenti dei blaugrana, chiedendo espressamente di essere ceduto facendo riferimento ad una particolare clausola del contratto firmato nel 2017 in cui, al termine del terzo anno di contratto (a fronte di un quadriennale), avrebbe potuto chiedere, comunicandolo al club, la volontà di svincolarsi. Lui dice che la clausola è ancora valida perché la stagione sportiva, causa Covid-19, scadrà il prossimo 31 agosto, mentre il team legale del club catalano dice che è scaduta il 10 giugno.

Se dovesse “vincere” Messi, il giocatore lascerebbe la Catalogna a zero euro, non permettendo alla squadra che lo ha portato venti anni fa esatti in Spagna di guadagnarci un euro, a fronte del suo lautissimo stipendio (45 milioni di euro) che lo rende oggi il giocatore più pagato di sempre.

La notizia di ieri è deflagrata nel Mondo calcistico e non solo: il giocatore riconosciuto come il più forte di tutti (se non della storia del calcio) vuole andare via, vuole cambiare area e a 33 anni, fisicamente integro, sarebbe in cerca di una nuova sistemazione. E ieri i social network sono letteralmente esplosi alla domanda: dove andrà a giocare la prossima stagione Lionel Messi? Tutti i tifosi di tutte le squadre del Mondo sognano che la “pulce” di Rosario possa indossare la maglia della loro squadra, sia top team sia squadre di provincia.

A dire la verità sono davvero poche le squadre che possono permettersi Lionel Messia, sia come costo di cartellino (se non dovesse “vincere” la linea del giocatore di svincolarsi entro il 31 agosto) sia come ingaggio. Solo che nessuna squadra (a parte un’estate di 4/5 anni fa il Manchester City) ha mai fatto un’offerta reale al Barcellona per accaparrarsi Lionel Messi, perché tutti hanno sempre pensato che mai e poi mai Messi avrebbe lasciato la camiseta blaugrana: il Manchester City ci aveva provato offrendo 250 milioni di euro cash con rifiuto del Barcellona. Ed invece questo può diventare realtà, ma solo poche squadre possono permettersi il giocatore, perché questa è un’operazione non solo sensazionalistica, ma economicamente monstre.

E chi può accaparrarsi il talento di Messi? Come detto poche squadre: l’Inter, il Paris Saint Germain, il Chelsea, il Manchester United ed il Manchester City. Ci sarebbe anche il Real Madrid, ma è impossibile che Messi tradisca Barcellona con la capitale spagnola vista la rivalità (non solo calcistica) tra le due città. Ma, a dire il vero, nessuno, poteva pensare ad inizio agosto che Messi avrebbe lasciato Barcellona, quindi qualche tifoso merengue sicuramente ci ha fatto un pensierino.

Nel novero ci potrebbe anche essere la Juventus, ma il fatto di avere già in squadra l’alter ego di Messi in squadra (Cristiano Ronaldo) ne impedirebbe l’acquisto. Anche se i tifosi bianconeri (che non sono dirigenti e che non gestiscono direttamente le casse della Vecchia signora) sognano l’attacco Messi-CR7. Ma questa, come detto, è pura fantasia.

Stringi stringi, sono due le squadre che hanno sempre manifestato l’interesse per l’attaccante di Rosario: l’Inter e, ancora una volta, il Manchester City.

E’ notizia di ieri che i nerazzurri, usciti sconfitti nella finale di Europa League contro il Siviglia, hanno confermato che proseguiranno anche la nuova stagione con Antonio Conte in panchina e la squadra di Steven Zhang, negli ultimi due mesi, ha strizzato più volte l’occhiolino al giocatore argentino, con il coupe de theatre della sua effige di spalle sull’ingresso del Duomo. I tifosi interisti sognano e già vedono Messi con la maglia numero 10 a giocare in attacco con Romelu Lukaku. Ma anche con Lautaro Martinez (quello che oggi ha la maglia numero 10), visto che il “toro” non ha mai nascosto a nessuno che gli piacerebbe giocare un giorno con Lionel Messi. E poi c’è la storia che sia Messi sia suo padre hanno comprato una maxi casa a Milano non in una zona periferica della città, ma a cinquecento metri scarsi dalla sede del club nerazzurro.

Certo che l’operazione Messi-Inter avrebbe costi esorbitanti, anche per il fisco italiano visto che gli ingaggi dei calciatori hanno una tassazione elevatissima e può essere un azzardo. Tanto per intenderci, se oggi Messi giocasse in Serie A, la squadra che lo tessera deve pagare all’anno al giocatore 45 milioni netti e al fisco il doppio.

Ma sarebbe bello vedere in campo, in Italia, uno contro l’altro Cristiano Ronaldo e Lionel Messi che tornano a sfidarsi dopo le grandi battaglie (e i gol) nel Clasico Barça-Real.

L’altra squadra,come detto, è il Manchester City degli sceicchi che in rosa hanno colui che potrebbe spingere Messi a prendere un aereo e scendere all’Ethiad. Un asso nella manica, colui che lo ha plasmato, colui che ha contribuito ancora di più a renderlo il più forte di tutto, il suo maestro: Josep Guardiola.

Il filosofo di Santpedor non vince la Champions League dal 2011, da quando era al Barcellona e Messi era il faro del suo attacco, e dopo che ha lasciato la Catalogna non ha più vinto il trofeo, spingendosi al massimo quattro volte in semifinale (tutte con il Bayern Monaco). Addirittura quest’anno il City è stato eliminato nei quarti dal Lione e ha preso diciotto punti di distacco dal Liverpool campione d’Inghilterra in campionato.

Molti sostengono che alla fine Messi, se davvero lascerà il Barcellona, approderà in Premier League, contribuendo a rendere il massimo campionato inglese ancora più bello, tecnico ed accattivante di quanto non lo sia oggi.

Perché, a dire il vero, non è ancora tutto deciso. Tutte queste sono ipotesi e sogni, ma nulla è concreto e molti esperti credono che se si dimettesse l’attuale presidente del Barcellona, Josep Maria Bartomeu, Messi potrebbe cambiare idea, rimanere ancora al Nou Camp, rinnovare ancora il contratto con i blaugrana e chiudere la sua carriera a Barcellona.

Perché il problema, alla fine di tutto, è proprio la dirigenza del Barcellona che in questi ultimi anni ha creato un po’ di malessere in Messi e la notizia di aver tesserato per la nuova stagione l’olandese Ronald Koeman, ha un po’ destabilizzato l’ambiente (“pulce” inclusa), visto che prima del suo annuncio il club blaugrana aveva esonerato contemporaneamente il tecnico Quique Setien ed il direttore sportivo Eric Abidal. Non perché “l’eroe di Wembley ’92” sia un pessimo allenatore, ma per il fatto che in pochi giorni dal suo arrivo ha già stabilito che lasceranno Barcellona niente meno che Luis Suarez, Arturo Vidal, Ivan Rakitic e Samuel Umtiti. E lo stesso Koeman ha avuto già un incontro con Messi, in cui l’argentino ha detto di sentirsi “più fuori che dentro” nel progetto del tecnico di Zaandam.

Insomma, si prospetta una fine estate calda. Caldissima. Proprio nell’anno più complicato di tutti, non c’è più nessuna certezza e a contribuire a rafforzare questa testi, ci si mette anche Lionel Messi da Rosario, 33 anni lo scorso 24 giugno, 763 presenze in blaugrana con 645 gol, 250 assist, sei Palloni d’oro vinti, dieci Liga, otto Supercoppe spagnole, sei Cope del Rey, quattro Champions League, tre Supercoppe UEFA, tre Mondiali FIFA per club con l’unico cruccio di non aver vinto (fino ad oggi) il Mondiale, unico trofeo che non lo rende uguale a Diego Armando Maradona, il più forte di tutti.

Riassumendo, la storia di amore tra Messi ed il Barcellona, in campo, potrebbe essere terminata all’”Estadio da Luz” di Lisbona il 14 agosto 2020, giorno del tremendo 8-2 inflitto ai catalani dal Bayern Monaco poi campioni d’Europa, mentre il suo ultimo gol è stato quello del momentaneo 2-0, l’8 agosto, al Camp Nou negli ottavi contro il Napoli. Un gol…alla Messi.

Da ieri il Mondo del calcio è cambiato. E non solo grazie al Covid-19. E’ cambiato grazie ad un fax (anche se tecnicamente è un burofax, una sorta di raccomandata spagnola) con cui un uomo di 33 anni ha deciso di sparigliare le carte del calcio.

Si chiude un’era, finisce la favola. Finisce la favola blaugrana del ragazzino partito tredicenne da Rosario verso Barcellona con l’obiettivo di diventare un calciatore professionista e di vedere curati i suoi problemi legati alla crescita estivo

Poi, nell’estate 2005, durante il “Trofeo Gamper”, trofeo indetto dalla squadra barcelonista per omaggiare il fondatore svizzero del club, il mondo scoprì, durante Barcellona-Juventus. Il talento di quel ragazzino piccolo di statura, con i capelli lunghi e i difensori bianconeri che lo inseguivano per tutto il campo seminando il panico.

Lo stesso panico che Leo Messi ha creato in tutte le aree di rigore tra il 16 ottobre 2004 (giorno del suo debutto in Liga nel derby contro l’Espanyol) fino a oggi.

Nel 2004, i fax erano molto in uso. Ma il fax del 24 agosto 2020 passerà sicuramente alla storia. Soprattutto del calcio.