Roma, Mourinho: “Io sono un esempio di professionalità, assurdo dovermi giustificare”

Le dichiarazioni di Mourinho in vista della sfida contro il Milan

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JOSE MOURINHO PERPLESSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

La Roma, eliminata dalla Coppa Italia dopo la sconfitta nel derby, giocherà a San Siro contro il Milan. José Mourinho, che sarà squalificato, inizia la conferenza stampa così: “Assurdo che devo giustificarmi per un allenamento saltato dopo aver concordato con la società: non ho mai saltato una partita in 23 anni di carriera.”

Le dichiarazioni di Mourinho

Ecco l’intervista:

“Come si riparte dopo la sconfitta nel derby?”

“Abbiamo perso la partita, facendo alcune cose buone e altre meno bene. Ieri lo abbiamo analizzato. Ne abbiamo parlato, sempre alla ricerca di poter migliorare all’interno delle nostre limitazioni e si riparte come faccio da 23 anni: partita giocata, analizzata e finita, c’è la prossima partita.”

“Che squadra si aspetta di affrontare domani?”

“Affrontiamo una squadra che gioca per il titolo, che lo ha finto due anni fa. Ovviamente sembra che la distanza di punti tra loro e Juventus e Inter sia una distanza non facile da colmare, ma è quella squadra lì, che ha perso qualche giocatore importante per infortunio nella zona difensiva, in centrocampo e in attacco sono lì, dietro ha perso 2-3 giocatori ma ne ha presi 2 per cercare di trovare la soluzione, ha preso Terracciano, ha preso di nuovo Gabbia. Metteranno tutto su questa partita, conoscono le nostre difficoltà, sembra che le sappiano tutti. Tutti sanno le nostre difficoltà.”

Già dopo la finale di Budapest aveva chiesto un dirigente di supporto. Ora che i tifosi sono arrabbiati dopo il derby, come è possibile che nessuno della società abbia detto qualcosa a loro? Lei cosa dice?”

“Io sono anche la società. Non sono un carico alto della società, sono l’allenatore, ma sono anche la società. Mentre sono qui mi considero parte della Roma e penso che la gente fuori vuole sentirle. Voglio essere sempre leale e corretto nel confronto con la società. È un mio dovere, ma anche un mio modo di essere. Penso che le mie parole sono obiettive. Ho giocato circa 200 partite, ho vinto, perso pareggiato e le ho sempre giocate in modo diverso.”

“Cosa pensa delle difficoltà della Roma?”

“Ci sono stati diversi momenti difficili, le prime tre giornate lo sono state. Non avevamo giocatori e su nove punti ne abbiamo presi solo 1. Ne abbiamo persi 8 visto che non avevamo la squadra per giocare. Adesso siamo in questo periodo in cui abbiamo incontrato grandi squadre e abbiamo un gruppo ridotto. Se qualcuno non vuole riconoscere la difficoltà non è giusto. Criticarci in questo momento è una cosa incredibile. Abbiamo vinto contro la Cremonese, che secondo me è da Serie A, e ci siamo presi diverse difficoltà. Abbiamo giocato con Karsdorp che non è un terzino, Mancini non si allenava da un mese, Huijsen è solo un bambino.”

“Quali sono gli obiettivi della Roma?”

“Siamo a quattro punti dall’obiettivo e solo perché siamo la Roma allora è un obiettivo impossibile. Non possiamo confrontarci con le prime quattro. L’allenatore si chiama José Harry Mourinho Potter, non José Mourinho Felix e solo il suo nome alza il livello delle aspettative. Nessuno però può dirci che non possiamo lottare. Noi con il Milan saremo lì a metterci la faccia. Mi dispiace che sarò in tribuna e non in panchina, in uno stadio in cui non sono benvenuto. Andiamo lì con tutto quello che abbiamo e con la certezza che i ragazzi daranno tutto.”

“Domani Dybala sarà presente?”

“No, Dybala non credo ci sarà.

“Come si fa a trovare una soluzione nella mente dei giocatori quando non gioca Dybala?”

“Trovare una soluzione per giocare senza Dybala, non è lo stesso, ma è come per Guardiola giocare senza Haaland. Non è lo stesso per Pochettino che se non ha Sterling ha Mudryk. Non è lo stesso per Klopp che può mettere Jota o Nunez. Non è lo stesso. Non sto occupando nessuno, solo che non capiscono. La Roma vive una situazione difficile a causa del Financial Fair Play che non è un compromesso. Abbiamo tante limitazioni e si vede in campo. Abbiamo fatto uno sforzo per Smalling, ma non possiamo averne un alto e lui non c’è. Abbiamo fatto uno sforzo per Renato Sanches e lui non c’è. Non possiamo neanche averne un altro. Dybala è speciale e negli ultimi anni ha giocato in un’altra squadra che aveva altri giocatori speciali. A volte era in panchina e a volte giocava. Qui, invece, non c’è un altro. Con la Fiorentina dovevamo vincere 3-0 dopo venti minuti, invece è uscito Dybala ed è cambiato tutto. Non è Belotti che crea la condizione, non è Joao Costa, il ragazzino, che potrebbe anche giocare domani. È Dybala che però non ha una condizione diversa.”

“Quale sarà la formazione di domani?”

“La formazione non sarà la stessa, Dybala non gioca titolare e quindi già non è la stessa. Di sicuro farà qualche cambio, ma non esiste l’intenzione di punire o cambiare solo i singoli. Voglio costruire un puzzle sia dal punto di vista tattico che mentale che ci permetterà di competere. La squadra più tattica è quella con meno livello tecnico. Quando il livello tecnico è alto fai meno tattica, noi invece ci concentriamo molto sull’organizzazione e sul dettaglio che può pagarci o meno. Siamo una squadra che va molto su una strada definita che sono i principi che mettiamo in campo. Siamo pochi e siamo pochissimi ora. Abbiamo sia Azmoun che Dybala fuori.”

Silvia Chiorboli
Redattrice sportpaper.it esperta di calcio italiano ed estero