Messi come Cruijff nel ’73. Guardiola come Michels?

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Messi-Barcellona si legge insieme perché sono da vent’anni una cosa sola. Il binomio è indissolubile e lega il giocatore alla società, l’uomo alla città. Tuttavia l’incantesimo può essere spezzato. Sembra l’inizio di una favola a lieto fine, in realtà è l’apice di un incubo. Le due parti stanno divorziando nel peggior modo possibile: da un lato Leo non si presenterà agli allenamenti e vuole andarsene a zero, dall’altro il Barça non risponde con compattezza e chiarezza, come se non vedesse l’ora di fare cassa. La dirigenza infatti dà l’idea di essere rassegnata e quasi contenta di liberarsi dell’unico calciatore in grado di risolvere con uno schiocco di dita tutti i problemi economici. Ai piani alti forse dimenticano che gli aiuti più grandi di Messi si sono mostrati in campo, sempre per la stessa maglia. La faccenda ha tutte le sembianze di un sacrilegio. Per questo i tifosi ieri sera sono andati davanti al Camp Nou, appena uscita la notizia. La protesta contro la società nasce in un momento successivo, quando le persone si incontrano e iniziano a discutere, ma il pellegrinaggio è prima di tutto un messaggio di vicinanza e amore nei confronti della loro stella più luminosa. Del resto è inevitabile e scontato che ci sia sconcerto a Barcellona: è come se il Papa decidesse di spostare il Vaticano in Alaska, Trump si candidasse con i democratici e Cruijff, dopo tre Coppe dei Campioni vinte consecutivamente, avesse all’improvviso lasciato l’Ajax. No, quest’ultimo caso è accaduto veramente.

Messi come Cruijff

Nel 1973 il numero 14 più famoso della storia non viene rieletto capitano dei Lanceri e per questo decide di piantarli in asso. Va proprio al Barcellona, dove ritrova un suo grande maestro. Con Rinus Michels vince, ma soprattutto impara. I due sono la mente in panchina e il braccio in campo del calcio totale, la rivoluzione permanente senza cui forse non esisterebbe il Barcellona attuale. Cruijff infatti una ventina d’anni dopo torna in Catalogna e allena Guardiola. Pep, come il suo maestro e come il maestro del suo maestro, è sempre un passo avanti nella storia. Oggi ha la possibilità di riscriverla ancora una volta perché strappare Messi a Barcellona non è mai stato così facile. Leo ritroverebbe il tecnico che più l’ha valorizzato e forse aiuterebbe nel migliore dei modi il Barça. Il club infatti ha bisogno di liquidità. Non è un mistero che l’operazione Arthur-Pjanic abbia come sfondo la necessità di plusvalenze e si spiega solo così il continuo rinvio dell’affondo definitivo per l’acquisto di Lautaro Martinez. Con un’offerta attorno ai 300 milioni complessivi (contropartite comprese) i Blaugrana riuscirebbero a risanare quasi del tutto le follie spese per Dembelé, Coutinho e Griezmann. Guardando l’altra faccia della medaglia però il Barcellona perde lo stipendio più alto al mondo, ma anche il miglior giocatore del globo, che a sua volta ha fatto due conti.

I vantaggi di Messi al Manchester City

Il City è pronto ad offrire a Messi un contratto di tre anni alle stesse cifre attuali e, a quanto riportano in Argentina, ci sarebbe anche l’opzione per altre due stagioni con i New York City. A Barcellona lascia un grande amico, Luis Suarez, che però è ormai in partenza. Proprio il modo con cui è stato scaricato l’uruguaiano, una semplice telefonata, è una delle cause immediate che hanno portato Messi ad incamminarsi sulla via dell’addio. A Manchester però troverebbe un altro compagno fedele. Con Sergio Agüero ha passato molti momenti felici, seppur non abbiano mai giocato nello stesso club, ma solo in nazionale. La Pulga avrebbe così la possibilità di affinare un’intesa nata fuori dal campo, ma che sul rettangolo di gioco non ha mai reso al massimo. Nel tempo sono stati provati molti compagni di Messi, tanto che proprio il fuoriclasse ha pensato ad un certo punto di essere il problema dell’Argentina decidendo di ritirarsi, tranne poi ripensarci. Da questo punto di vista, le critiche non l’hanno mai aiutato e non sono state da stimolo come con il club. Facile vincere con il Barcellona è l’accusa lanciata maggiormente contro Leo e la più difficile da sbolognare per chi prende le sue difese nel confronto con Cristiano Ronaldo. Ora Messi ha deciso di uscire dalla Liga, il suo giardino di casa, per mettersi pesantemente in gioco. La proporzione Michels : Cruijff = Guardiola : Messi da impossibile fino a qualche giorno fa, non è mai stata così realizzabile.

Fabiano Corona
Fabiano Corona, redattore di SportPaper.it e di Sport Paper TV, esperto di calcio italiano ed estero