Boxe, storie di pugili: Arturo ‘Thunder’ Gatti

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Il pugile italo-canadese riconosciuto dall’ International Boxing Hall of Fame fra i più grandi pugili di ogni tempo.

Arturo Gatti nasce a Cassino nel basso Lazio il 15.04.1972; seguendo il sogno Americano, emigra con la famiglia in Canada a Montréal. Quando Arturo ha 15 anni, suo padre Giovanni muore in un incidente sul lavoro, ma riesce comunque a trasmettere al figlio la sua passione per la boxe, capitava spesso infatti che padre e figlio si allenassero insieme, e forse fu proprio questo a far intraprendere la carriera pugilistica al futuro campione.

Mio padre era il più duro di Montreal, era un elettricista ma avrebbe potuto combattere. In un modo totalmente diverso, ma avrebbe davvero potuto»

Nel 1991 Gatti si trasferisce negli Stati Uniti d’America, nello Stato del New Jersey, e a soli 19 anni fa il suo esordio nel pugilato professionistico; anche se in realtà l’anno successivo avrebbe dovuto rappresentare il Canada ai Giochi olimpici di Barcellona, ma per seguire il suo sogno rinunciò all’appuntamento olimpico.

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Arturo Gatti inizia così la sua carriera, disputando diversi incontri, e tutti i suoi avversari vengono mandati al tappeto dai suoi potentissimi colpi durante le prime riprese. La sua capacità di sferrare colpi in rapida successione, unita ad grande potenza gli valgono il soprannome di ‘The Thunder’, il Tuono.

Il 15 dicembre del 1995, al Madison Square Garden, Gatti si incontra con Tracy Patterson, figlio dell’ex campione del mondo dei pesi massimi Floyd, vince ai punti diventando campione IBF dei pesi super piuma. Nel 1998 sale di peso, passando ai pesi leggeri, e a gennaio incontra, al Convention Hall di Atlantic City, Angel Manfredy che lo aspetta sul ring con una maschera da diavolo. L’italo-canadese, lasciando troppo scoperto il volto, riceve un gancio che gli apre una brutta ferita all’occhio sinistro, da cui esce molto sangue. Manfredy, a quel punto, concentra i suoi colpi su quella ferita, fino a quando l’arbitro è costretto a sospendere l’incontro. Lo stesso Angel Manfredy in futuro riferì che non aveva mai visto un pugile così agguerrito e tenace.

Seguirono poi altre due sconfitte contro Ivan Robinson, e il 26 febbraio 2000, invece, contro il povero Joey Gamache, Gatti vinse per KO alla 2° ripresa. Ma questo match non passò certo inosservato, visto che Gamache dopo il KO subito, andò in coma; lo statunitense in seguito riporterà danni cerebrali permanenti, tanto da dover richiedere a Gatti il risarcimento dei danni subiti.

Arturo a marzo del 2001 combatte contro il giovanissimo e velocissimo Oscar De la Hoya, dove perde per TKO al 5° round. Nel 2002 il pugile italo-canadese sale di nuovo sul ring contro l’avversario storico, Micky Ward, pugile noto per la sua ‘mascella di ferro’, i due daranno vita all’epica trilogia Gatti-Ward, il primo e il terzo capitolo della saga furono premiati come Fight Of The Year, i tre match si svolsero nel giro di un anno. Un aneddoto vuole che i due pugili finiti entrambi nella stessa sala d’ospedale al termine del match, strinsero una vera amicizia. Successivamente i tre cruenti incontri portarono Ward ad appendere i guantoni al chiodo, entrando poi nello staff dello stesso Gatti.

Nel gennaio del 2004 Arturo disputa un match tutto italiano contro Gianluca Branco, vincendo il Titolo mondiale WBC dei superleggeri rimasto vacante. Il futuro campione del mondo apprezzando l’italiano nell’intervista pre-match dichiarò: “Complimenti, ci vogliono le palle per venire in America a battersi contro uno come me!

Nel 2005 Gatti perde la cintura mondiale contro il fenomeno Floyd Mayweather jr. Dopo quella sconfitta l’ex campione sale ancora una volta di categoria, riuscendo a conquistare il vacante Mondiale dei pesi Welter IBA nel 2006 contro Thomas Damgaard, vincendo per KOT all’11^ ripresa.

Arturo Gatti annuncerà il ritiro dopo un’altra pesante sconfitta subita per KO alla 7^ ripresa, questa volta subita da Alfonso Gomez, di origini messicane. Alla fine di questo match Il ‘Tuono’ dichiarò ai giornalisti:  “Hasta la vista baby! Non posso combattere ad armi pari nella categoria dei welter e alla mia età non posso più scendere di categoria. Perciò vi saluto. Ringrazio tutti, tutta la gente che mi ha seguito e ha tifato per me con grande calore e affetto per tutti questi anni. Tornerò ancora alla Board Walk Hall, ma questa volta come spettatore”.

Il grande campione si sposò due volte, la prima con Erika Rivera dalla quale avrà una figlia di nome Sofia, e una seconda volta con Amanda Rodrigues dalla quale nascerà il piccolo Arturo Jr.

L’11 luglio 2009, mentre si trovava con la famiglia in vacanza in Brasile, fu ritrovato misteriosamente morto nella sua stanza d’albergo con una profonda ferita alla testa. La morte non fu mai chiara, emersero infatti anche sospetti di omicidio nei confronti della moglie Amanda Rodriguez, la quale avrebbe ereditato tutto il suo patrimonio. La vicenda però fu comunque archiviata come suicidio.

Daniele Amore
Daniele Amore, Direttore di SportPaper.it e di Komunicare Editore, esperto di calcio italiano ed estero