Delvecchio: “Seguo sempre la Roma. Fonseca? Spero gli diano tempo e fiducia”

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Delvecchio: “Campionati da concludere senza rischi”

Marco Delvecchio, ex attaccante della Roma, ha rilasciato un’intervista ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport“. Queste le sue dichiarazioni.

Lei è un ex calciatore atipico: sta pochissimo sui social, concede poche interviste e di calcio parla raramente.
“Quando lavoravo in radio un po’ di più. Ora sono un po’ fuori, anche se è un mondo che mi ha dato tanto. Quando lavoravo in radio cercavo più il lato ludico senza prendermi troppo sul serio, non mi piace commentare sempre cose che non conosco. Quello che dovevo dire l’ho detto quando giocavo”.

È stato atipico pure perché riuscì a trasformare un’esultanza polemica, le orecchie ai tifosi per sentire i fischi, in un’esultanza di gioia.
“Sì, successe dopo un chiarimento con i ragazzi della curva. Magari per alcuni ero scarso, volevano un’altra punta, ma poi quando hanno visto l’anima che davo in campo si sono ricreduti. I tifosi sono così, quelli della Roma in particolare. Però era un calcio diverso, oggi non sarebbe più possibile”.

La Roma la segue sempre?
“Certo. E già so che vorreste chiedermi di Totti e De Rossi. Ma non giudico tanto per giudicare. Mi dispiace che non facciano più parte della Roma, spero possano tornare, ma non conosco bene le situazioni”.

Fonseca le piace?
“Molto, come anche Di Francesco o Spalletti.
Spero gli diano tempo e fiducia, senza smobilitare la squadra ogni anno”.

Campionati da terminare?
“Se c’è il minimo rischio no, altrimenti spero che si riesca a riprendere. Servono coraggio e decisioni ferme”.

Giusto che i calciatori si riducano lo stipendio?
“Serve un accordo tra l’Aic e le parti in causa, non mi sono mai piaciute le imposizioni. Anche quando giocavo e andavamo a trattare i premi con il presidente che non erano automatici nei contratti come oggi. Venirsi incontro sì, imporre no. Poi certo, dipende da chi hai davanti. Franco Sensi sembrava burbero, e quando si incazzava lo era, ma a me ha cambiato la vita”.

Ultima domanda: alla fine, dopo anni, può dirci chi balla meglio tra lei e Vieri?
“Prima dicevo sempre lui, è un burbero ma anche un orsacchiotto. Adesso dico la verità:
ballo meglio io. Ma lui era più forte in campo”.