Donadoni: “Io al Milan? Vi spiego come stanno le cose”

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Roberto Donadoni ex stella del Milan ed ex allenatore di Lecco, Livorno, Genoa, Nazionale italiana, Napoli, Cagliari, Parma, Bologna e dall’estate 2019 in Cina allo Shenzhen, ha rilasciato una lunga intervista a “La Gazzetta dello Sport“.

Queste le sue dichiarazioni

Donadoni, cosa può insegnare la Cina per quanto?

«È stata lungimirante, così ha gestito un problema tanto grave. Ora siamo in quarantena, i 15 giorni stanno per finire: proviamo la temperatura due volte al giorno e, ovviamente, non ci alleniamo. Non c’è ancora una data certa sulla partenza del campionato, tuttavia non credo manchi molto».

Sportivamente parlando, come procede?

«A parte la retrocessione dell’annoscorso,sono soddisfatto. Pure dell’extra-campo: vivo in una città con milioni e milioni di abitanti, il club è ambizioso e vogliamo tornare subito in Super League. Il futuro? Ho un anno di contratto più l’opzione per il secondo, qui sto bene. Poi si vedrà:certamente mi vedo ancora allenatore in Serie A».

Magari,un giorno, all’Atalanta.

«Se accadesse sarebbe una bella storia, intanto me la gusto da tifoso. E sono felice, la nostra gente merita una squadra a questi livelli».

Cosa fare per impedire che la «magia» si interrompa?

«Bisogna ragionare, ancora, da provinciale: vietato montarsi la testa, diciamo così. Per continuare a essere competitivi là in alto, riuscendo magari a battere anche le grandi, come è capitato spesso ultimamente. Il concetto è questo: chiunque non dovrà mai dimenticare da dove è partito questo progetto».

Che oggi vale i quarti di Champions League.

«Una bella avventura. E non si parli di favola: perl’Atalanta non vale, non lo è più da tempo. È una realtà assoluta che sta acquisendo sempre più consapevolezza. E il cammino in Europa parla chiaro: tre k.o. all’inizio,adesso può puntare addirittura alle semifinali.Io non solo ci spero, ma ci credo seriamente».

Singoli: scontato andare su Ilicic?

«Scelgo lui, a Zingonia ha trovato la propria dimensione e si è consacrato. Ha sempre avuto qualità indiscutibili, ma qui si è integrato alla grandissima e la sensazione è che possa andare avanti a lungo. È decisivo, ancor di più lo è il gruppo, che è la parte più importante».

A proposito di gruppo, da ex c.t.: l’Europeo slittato penalizzerà la Nazionale?

«Vedo un progetto che va avanti: risultati, tanti giovani forti e di prospettiva che si inseriscono. L’Italia ha tutto per tornare a essere protagonista. Un nome?Zaniolo:era in ascesa, dunque peccato l’infortunio, ma tornerà più forte di prima».

Quando ripartirà, cosa dirà il campionato?

«La classifica sta rispettando i pronostici: la Juventus è sempre lassù el’Inter c’è, nonostante abbia perso qualcosina. La Lazio, beh, è la rivelazione: mai come quest’anno è un avversario tostissimo per tutti. Sul Milan, che dire: leggendo e sentendo, noto che i problemi partono dall’alto. Il quadro societario è nebuloso, tutto ciò condiziona il rendimento della squadra. E i risultati sono una conseguenza».

Meglio Donadoni o Rangnick?

(Ride) «L’augurio è che la squadra possa finire la stagione al meglio, al bene del club penserà chi di dovere. Alla sua domanda non c’èuna risposta: allo stato attuale non posso fare altro che auto-escludermi. Poi, in futuro, chissà…».