Martusciello: “Roma non è come Milano, la piazza vuole sempre di più. Domani lascio la Lazio”

Frosinone-Lazio, Martusciello torna sull'addio di Sarri

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GIOVANNI MARTUSCIELLO E MAURIZIO SARRI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Sono queste le parole a Sky Sport di Martusciello, al termine della vittoria contro il Frosinone di Di Francesco: “Un po’ di liberazione c’è. I ragazzi non lo fanno apposta a perdere le partite, hanno delle difficoltà in una piazza complicata. Erano contenti di aver vinto, la settimana è stata impegnativa quindi erao felici, ma c’è da risalire velocemente la classifica. Cos’è cambiato rispetto allo scorso campionato? È cambiato un altro campionato, abbiamo approcciato con un pizzico d’energia minore. In un arco temporale così lungo ci sono passaggi che spostano, partendo dall’inizio: quelle due partite ci sono pesate tanto nella rincorsa. E poi l’evento di Champions, che sposta in maniera prepotente. Secondo me ci sono state tante situazioni che ci hanno portato a far meno dell’anno scorso, siamo usciti dall’Europa League e lì c’è stato il salto che ci ha fatto arrivare secondi. Le annate non sono tutte uguali e questa è la conferma”.

Martusciello: “Ecco perchè Sarri ha lasciato”

Sulla piazza di Roma: “A Roma non è come a Milano, qui la piazza vuole arrivare sempre più in alto. Quando non riesci a confermare, diventa tutto più complicato. Bellissimo vivere questa città, soprattutto quando si gioca all’Olimpico, abbiamo avuto la fortuna di vincere parecchi derby, però le annate non sono tutte uguali. Speriamo che questa squadra riesca a compattarsi e far sognare nuovamente i tifosi. Tradimento? No, assolutamente no. Questo gruppo qui è impossibile, impensabile. Una cosa che non appartiene al DNA di questi ragazzi. Vi assicuro che non è così, sono professionisti esemplari, alcune volte non riescono a dare il 100% o a uscire da situazioni particolari, la parola tradimento è certamente troppo forte. Non ho mai avuto la sensazione del genere, e ci sono stato due anni a contatto”.

Su Sarri: “Sarri l’ha fatto per far in modo che venissero gare di questo tipo. Si è accorto che non incideva più, per farli reagire c’erano tre strade: le dimissioni, l’esonero, il prolungamento del contratto, non c’erano altre vie. Non è una cosa solita soprattutto per la condizione del mister. Non si è dimesso perché aveva paura, ma per tentare questa ultima strappata, reazione. È stato anche il direttore che ha sofferto questa condizione qui, non vi nascondo che quando sono arrivate le dimissioni s’è emozionato, è stato il primo a rimanerne male. Dispiace, si troveranno altre strade”. Sono quattro giorni che non dormo. Il mio futuro era talmente evidente, s’è allargata una macchia di discussioni che non stanno né in cielo né in terra. Ho dato disponibilità perché il gruppo e la squadra avevano bisogno e non avevano il tempo per trovare un nuovo allenatore. Ora l’hanno trovato, era programmato che io me ne andassi”.

Anthony Cervoni
Anthony Cervoni, redattore di SportPaper.it e Sport Paper TV, esperto di calcio italiano ed estero