Sogno di una notte di mezza primavera: le fasi conclusive della Champions

Il meglio d'Europa ai giri di valzer finali

6
Champions League
UEFA CHAMPIONS LEAGUE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Un torneo da ricordare

Questa edizione rinnovata della Champions League ci è piaciuta e le semifinali che decideranno le due finaliste 24/25 sono l’espressione migliore del calcio continentale.

Arrivati alle fasi conclusive del torneo possiamo affermare di aver assistito a una formula che ha messo in difficoltà le squadre più blasonate e meglio attrezzate per la vittoria finale. Il primo grande spunto di riflessione riguarda appunto l’esclusione di squadre nobili come Liverpool, Manchester City e da ultimo anche il Real Madrid di Re Carlo Ancelotti, giunto a fine ciclo con i Blancos (e chissà che non scatti un derby del cuore per Carletto con la suggestiva idea di allenare due delle sue ex squadre quali Milan o Roma la prossima stagione).

La semifinale di chi l’ha solo sognata

E ora arriva quella fase magica della stagione in cui le giornate si allungano e la primavera combacia con quel sogno di ogni calciatore: giocare la finale di Coppa dei Campioni, come si diceva un tempo. Un ramo del tabellone propone una sfida inedita a ridosso della finale, un’affascinante PSGArsenal che corrisponde al match di chi la Coppa dalle grandi orecchie finora l’ha solo sognata senza mai alzarla al cielo. La squadra inglese arriva in semifinale con lo scalpo dei Blancos: la tanto decantata remontada del Real, questa volta è rimasta infatti solo uno slogan. La doppia vittoria della squadra londinese ha un valore storico, che la pone ora come outsider. Nessuno avrebbe potuto immaginarlo a inizio stagione. E’ curioso il fatto che in questa semifinale si scontreranno la squadra che ha eliminato i campioni in carica, e la squadra che ha dovuto dire addio al suo astro Mbappé proprio a favore della squadra spagnola. Non solo questo acquisto altisonante non ha giovato alla squadra di Carlo Ancelotti, ma, beffardamente, la squadra che avrebbe dovuto subire il contraccolpo del suo addio, il PSG, si giocherà un posto in finale di Champions.

La semifinale delle otto vittorie complessive. 

L’altro ramo del tabellone ci propone un partita tra Inter e Barcellona che quanto a karma non è da meno, e che propone un palmarès di ben otto Coppe dei Campioni complessive. Quindici anni fa un sogno di una notte di mezza primavera divenne realtà proprio passando per la medesima semifinale. Ci stiamo riferendo proprio a quel leggendario triplete nerazzurro che si tramutò in realtà proprio a seguito della vittoria in semifinale contro il Barcellona. Non è peregrino affermare che allora come oggi il Barcellona sia la favorita al titolo, e se Inzaghi avrà ragione del temibile avversario diventerà il più accreditato per la vittoria finale. L’Inter arriva a questo match con una consapevolezza maggiorata del proprio potere atletico, forte non solo di essere in vetta su tutti i fronti, ma di avere eliminato un Bayern Monaco granitico. Il turno appena superato dalla squadra di Inzaghi entra di diritto nella storia del club, per la tenacia, la caparbietà con cui i suoi giocatori hanno saputo affrontare le avversità della doppia sfida. L’Inter non ha mai vacillato nei momenti più ardui, e ha saputo reagire con coesione al vantaggio tedesco della partita di San Siro che avrebbe tagliato le gambe a qualunque altra squadra.

Inter, credi in te!

Per questo motivo l’Inter non deve temere nessuna avversaria da qui alla finale di UEFA Champions League 2024/25 che si giocherà alla Munich Football Arena di Monaco; anzi semmai vale il ragionamento opposto. Con la consapevolezza che nonostante ciò l’Italia ha matematicamente perso il quinto piazzamento Champions in campionato per la prossima stagione (complice anche l’uscita sciagurata della Lazio in Europa League contro un’avversaria assolutamente alla portata), l’Inter si conferma per l’ennesima volta il nostro fiore all’occhiello a livello (inter)nazionale, rispettando così la vocazione del suo nome.

Manca solo un piccolo step per raggiungere quel sogno da rivivere quindici anni dopo. E che arrivi con un rinnovato triplete o meno davvero poco importa.