Una nuova stagione sul solco della precedente
“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”
La celebre esternazione tratta dal capolavoro di Tomasi di Lampedusa – Il Gattopardo – in occasione della nuova stagione di Serie A ci fa venir voglia di tramutare il personaggio di Tancredi in opinionista calcistico. Non ce ne vogliano gli appassionati di letteratura, ma per quanto la celebre citazione venga sovente scomodata nelle più disparate situazioni, questa volta è il prosaico sport nazionale a fornire lo spunto.
Vecchi e nuovi scugnizzi di importazione crescono
Il Napoli di Antonio Conte riparte con una vittoria netta contro il Sassuolo guarda caso con un gol di McTominay. Lo scugnizzo di Scozia, tra i principali artefici dello scudetto Azzurro, aveva segnato l’ultimo gol della scorsa stagione cucendo di fatto il trofeo sulla casacca del Napoli. Una continuità che fa ben sperare per la nuova annata, per una città che della scaramanzia ne ha fatto un culto. La squadra partenopea è tra le poche che riparte in Serie A con lo stesso allenatore in panchina e con un organico nel complesso coerente con la passata stagione. Ma tra le novità (il tutto cambi gattopardesco) svetta quello che potrebbe diventare lo scugnizzo fiammingo che farà la fortuna del nuovo/vecchio Napoli: Kevin De Bruyne ha già fatto capire con un gol all’esordio e una prestazione sontuosa che a Fuorigrotta anche quest’anno ci si divertirà assai, se non più dell’anno scorso.
Gasp e il nuovo corso Giallorosso
La nuova Roma (questa sì) di Gasperini riparte da quel che la Roma di Ranieri ha praticamente fatto per quasi tutta la seconda parte di stagione: vincere. Proprio sotto lo sguardo occhialuto di colui che ora osserva la sua Roma dalla tribuna, la squadra capitolina ha non solo dominato la squadra rivelazione delle ultime due stagioni – quel Bologna che ormai se la gioca anche nell’Europa che conta e che proprio all’Olimpico aveva vinto la Coppa Italia in faccia al Milan non più tardi dello scorso maggio – ma lo fa anche dando lustro alla nuova argenteria. Ferguson e Wesley, i due neo acquisti di stagione, sembrano essersi già ambientati in Italia, intrepretando l’esordio in Serie A da assoluti protagonisti. I padroni di casa hanno dominato un avversario che si è reso realmente pericoloso in un’unica azione su tutti i novanta minuti. E se è vero che il mercato della Roma non è ancora concluso, i tifosi sono legittimati a cullare sogni e buone speranza per la nuova stagione.
C’è poco da stare Allegri
Ma nell’esordio delle tre big di giornata quello che ovviamente fa più rumore è l’incipit da incubo del Milan. Proprio la squadra che aveva sulla carta l’esordio più semplice, con tutti i pronostici a favore, è sprofondata all’inferno. Qui la citazione gattopardesca calza a pennello, perché in questo caso l’aria di rinnovamento tra Allegri in panchina e Tare alla cabina di regia del mercato Rossonero, e i nuovi acquisti in campo non hanno spostato di un centimetro le problematiche del Milan dello scorso anno. Probabilmente il caos portoghese della stagione appena trascorsa aleggia ancora in quel di Milanello, e se è così ad Allegri spetta un duro lavoro. La Cremonese non aveva mai vinto a San Siro contro il Milan: ha atteso il ritorno in Serie A di Allegri dopo il suo anno sabatico per fare lo scherzetto. Nell’anno dello scudetto di Max al Milan già alla seconda giornata incontrò difficoltà con una sconfitta clamorosa a Cesena, ma la cabala in questo caso lascia il tempo che trova. All’epoca in attacco c’erano Ibra, Pato, Inzaghi, Robinho; oggi il Milan sembra avere problemi proprio con le punte, e il tira e molla della visite mediche del probabile neo acquisto Boniface non promettono nulla di buono. Il pur buon esordio del Professore Modrić non può compensare una prestazione di squadra complessivamente mediocre. Questo Milan ha le stesse amnesie difensive dello scorso anno e fa tremendamente fatica a insinuarsi tra le retrovie di squadre difensiviste. La continuità con la scorsa stagione è inquietante, quasi quanto un San Siro stracolmo in ogni ordine di posto eppure silente per lo sciopero dei tifosi della Curva Sud. Doppio campanello di allarme per Allegri sul piano tecnico, e per Tare con le sue scelte di mercato. Sicuramente è presto per parlare di bocciatura, e uno schiaffo in faccia così forte alla prima giornata potrebbe essere addirittura salvifico per capire la giusta strada da intraprendere (ricordate l’esordio shock di Conte lo scorso anno contro il Verona?). Ma se il buongiorno si vede dal mattino, a Milano sponda rossonera c’è poco da stare Allegri.
Luca Cacciatore




