Allegri tra le righe, il metodo dello psico-comunicatore

Il Milan (con)vince 3 a 0 contro l'Udinese e il merito è nella duplice dote del suo allenatore.

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MASSIMILIANO ALLEGRI PUNTA IL DITO IN ALTO ( FOTO FORNELLI/KEYPRESS )

Quando questa estate è partita l’operazione ricostruzione sulle macerie della passata stagione a Milanello, sul nome di Max Allegri sono sorte due scuole di pensiero.

I pro Allegri cullavano il ricordo nostalgico dello scudetto vinto dall’allenatore toscano alla prima stagione milanista rafforzato dagli anni trionfali sulla panchina juventina degli scudetti seriali; gli scettici avevano, invece, ancora negli occhi la sua controfigura del ritorno in Bianconero conseguente alla deleteria pausa sabatica.

Dopo la partita praticamente perfetta disputata a Udine, in cui tre gol inflitti all’Udinese sono uno specchietto per le allodole che non deve distrarre dal reale elemento di pregio che sono gli zero gol subiti per la terza volta di seguito (non accadeva da due anni e mezzo), stiamo già assistendo alla migrazione di giornalisti e opinionisti scettici verso il partito del pro Allegri. Un classico all’italiana. Merito delle vittorie certamente, ma ancor di più dei clean sheet difensivi rafforzati da un dato sensazionale: il Milan non concede praticamente occasioni agli avversari, solo otto tiri subiti in quattro partite di Serie A.

Il fatto che il Milan stia conseguendo tali risultati in una fase in cui stanno mancando due attaccanti di rilievo – uno per infortunio di nome Leao, l’altro per assenza dalla finalizzazione ingiustificata come Giménez – rende questa serie di vittorie ancora più ragguardevole. Dove potrà arrivare il Milan con il rientro del portoghese e magari con un redivivo Bebote goleador?

Messo da parte l’esordio agghiacciante con la Cremonese, e tenendo conto che con gli impegni di Coppa Italia il Milan sta al momento affrontando un calendario analogo alle squadre italiane impegnate nelle coppe europee, quali sono gli ingrediente segreti di Max Allegri in questa sua capacità di rigenerare da un lato il Milan e dall’altro di far cambiare idea a quasi tutti suoi detrattori in sole quattro giornate?

Riavvolgendo il nastro del tempo, prendendo le parole spese da Allegri nella conferenza pre-match, possiamo percepire il segreto della sua maestria. Come tutti i grandi allenatori, Max dimostra che l’arte oratoria è la chiave del successo, e non solo in allenamento o a bordo campo nel corso della partita, ma soprattutto nelle interviste e nelle conferenze stampa. Le frasi spese da Allegri rilette oggi dopo la partita sono profetiche quanto di per sé determinanti per il successo ottenuto. Buono psicologo e ottimo comunicatore, proviamo a leggere l’allenatore toscano “tra le righe”.

Abbiamo un’opportunità importante contro una squadra fisica e temibile. Solo perché abbiamo vinto due gare non siamo tutti bravi e belli. 

E’ come dire, se vogliamo porre le basi per diventare bravi e belli dobbiamo battere l’Udinese. Così è stato.

Per ora la nostra percentuale realizzativa è bassa e va alzata

Ovvero: contro il Bologna abbiamo fatto un solo, gol. Se vogliamo alzare il livello dobbiamo fare più gol, sennò inizieranno subito a tirare fuori il ritornello del corto muso. Così è stato.

Udine non è un campo semplice. Durante la stagione ci sono quattro partite che sono uno snodo, e questa è una delle più importanti del Campionato. […] Delle quattro partite prima della sosta, questa è la più difficile in assoluto rispetto al Lecce in Coppa Italia e alle sfide contro Napoli e Juventus”.

Affermazione paradossale che però ha lo scopo sia di concentrare totalmente l’attenzione sull’Udinese senza distrarsi pensando ai big match imminenti, sia di ottenere la vittoria utile proprio ad affrontarli successivamente con la giusta fiducia nei propri mezzi.

Non solo con i rodati strumenti dialettici, ma ancor di più con i fatti, Allegri sta inanellando una serie di imprese. Come quella di far dimenticare i due grandi nomi che hanno appena lasciato il Milan ovvero Theo Hernández e Tijjani Reijnders sembrava una missione impossibile; lui l’ha resa possibile.

Inoltre è il primo allenatore in grado di mettere in campo un Milan che può prescindere da Leao. Lo stesso Stefano Pioli, l’artefice dell’ultimo Scudetto, non ci era mai riuscito.

Napoli e Juve sono avvisate.