In un turno avaro di gol e al contempo ricco di delusioni per la maggior parte dei top club di Serie A, Milano se la gode. In vetta a tutti il Milan a seguito di una vittoria che sa di 6 punti per circostanze e assenze, e l’Inter che sbanca l’Olimpico nell’unico big match di giornata con una vittoria che conferma un ritmo da scudetto.
Negli anni ’80 una celebre pubblicità aveva immortalato lo slogan ‘Milano da bere’ e anche se ora è certamente presto per stappare bottiglie, non dimentichiamo una cosa: la primavera passata le milanesi hanno bruciato una stagione stringendo tra la mani poco o niente e perdendo due finali. La voglia di rivalsa è tanta. Le due squadre stanno disegnando un percorso che ad oggi sembra far riconsiderare le dinamiche di forza del Campionato, che sono molto distanti dalle previsioni di inizio stagione. C’era una sorta di diffidenza diffusa per le milanesi per motivi differenti. La caratura dell’Inter e l’organico non sono mai stati messi in discussione, ma l’arrivo di un allenatore “sconosciuto” aveva sollevato molte giustificabili perplessità. I tentennamenti delle prime giornate di campionato avevano addirittura generato considerazioni di una squadra a fine ciclo: nulla di più errato. Cristian Chivu è una delle soprese di stagione, e sabato sera ha dimostrato contro la Roma che il suo metodo funziona, ovvero ripartire dall’ottima eredità progettuale lasciata da Inzaghi per poi dare vita alle proprie idee di calcio in maniera graduale. L’unico ai titoli di coda era Inzaghi, non certo questa squadra che ha ancora tanta fame.
L’altra sorpresa è il progetto Milan, diventato ormai una certezza. Su Allegri i dubi erano relativi, ma ricordate le polemiche sul mercato rossonero non più tardi di due mesi fa? Mal di pancia ampiamente dimenticati. Domenica sera una partitaccia complicata contro una Fiorentina coriacea è stata vinta dai padroni di casa nonostante assenze importanti e uno svantaggio sfortunato quanto inaspettato. Al netto della “rabbia viola” dell’ex Pioli per un rigore discutibile più per la modalità con cui è stato assegnato che per l’entità in sé, la squadra ha ritrovato un talento tanto atteso, Leao. Autore di una doppietta e di una prestazione sontuosa, il giocatore ha la capacità unica di mettere tutti d’accordo a corrente alternata. I gol divorati contro la Juve di due settimane or sono hanno sollevato un coro unanime di giocatore estraneo al progetto e bluff. Dopo la prestazione contro la Fiorentina è ora un campione intoccabile e guai a chi lo leva dai titolari. Misteri dell’opinionismo sportivo nell’era social. Se pensiamo a quel grottesco Fiorentina-Milan dello scorso anno con il circo del ‘il rigore lo tiro io, no lo tiri tu’, vedere Leao che trasforma il penalty della vittoria scacciando tutte le paure dà un senso di una stagione agli antipodi.
Il Napoli, pur restando una chiara candidata per il titolo sta mostrando crepe inattesa che di giornata in giornata aumentano in maniera allarmante. Il fatto che proprio Antonio Conte sminuisca il problema, affermando che la prestazione nonostante la sconfitta con il Torino ci sia stata, o è la classica bugia bianca del Mister salentino, oppure è esso stesso parte del problema. La domanda a cui è difficile dare una risposta è come mai una squadra che si è rinforzata a pieni voti nel mercato estivo non è conseguentemente migliorata anche nel gioco? Certo, non tutti i neo inserimenti brillano di luce propria come Lang e Lucca, da cui oggettivamente ci si aspettava molto di più. Probabilmente è una fase di assestamento per gli uomini di Conte, ma l’impressione è che la sconfitta con il Milan abbia minato alcune certezze, e come spesso accaduto in passato, Conte non si trova a suo agio nella gestione delle Coppe nel corso di una stagione. Paradossalmente l’imminente sfida con l’Inter può essere un’occasione per lasciarsi tutto alle spalle e ripartire con una prestazione da Napoli dello scudetto. Ma quanto sarebbe stato utile Lukaku in questo imminente big-match?
In casa giallorossa nulla è perduto. La sconfitta fa male, ma la Roma non esce ridimensionata dalla partita contro l’Inter. Una match perso per una ingenuità difensiva a freddo, dimostra che la squadra del Gasp ha una solidità difensiva e un equilibrio rari. Certo il rovescio della medaglia è però palese: a Trigoria abbiamo un problema in attacco, il che lo hanno capito a tutte le latitudini. Come risolverlo? Anche questa è una domanda a cui è difficile rispondere. L’unico che può trovare la chiave di volta è Gasperini. L’idea di affidarsi a Dybala sembra ardua perché il ragazzo, si sa, è di cristallo e la sua condizione fisica non dà garanzie. L’unica è riuscire a trasformare le proprie punte in elementi che si integrino con il gruppo e non come i corpi estranei osservati fino ad ora. Un bel grattacapo.
La Juventus con questa pesantissima sconfitta subita dal Como è in uno sprofondo totale che lascia davvero pochi margini all’ottimismo. Dalla pareggite all’incapacità di reagire vista in campo contro la sorpresa di ‘quel ramo del lago’ è davvero difficile ‘Salvare il Soldato Tudor‘. Il traghettatore emerso dai cocci della gestione Motta in estate è diventato miracolosamente l’allenatore del riscatto, ma poche delle richieste da lui fatte sul mercato sono state assecondate e queste sono le conseguenze. Chi aveva visto nella Juve una candidata scudetto dopo la vittoria contro l’Inter forse non aveva notato che si era trattato di una partita rocambolesca di inizio stagione, il più classico fuoco di paglia.
Sulla Lazio c’è davvero poco da dire perché pochi sono i margini di miglioramento che si intravedono, con tutte le attenuanti del caso (il non mercato?). E la sintesi di un anno davvero senza obiettivi all’orizzonte è il miracoloso pareggio ottenuto a Bergamo contro l’Atalanta in cui la sconfitta non è sopravvenuta esclusivamente per una prestazione magistrale di Provedel. Che il migliore in campo sia il tuo portiere ci sta se lotti per la salvezza, non se indossi la maglia della Lazio.




