Acerbi: “Spalletti vuole una mentalità vincente. Non mi sento un leader, e su Fagioli non giudico”

Il difensore dice la sua sul caso Fagioli

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FRANCESCO ACERBI PENSIEROSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Intervenuto in conferenza stampa a due giorni dalla sfida contro Malta, Francesco Acerbi ha parlato della Nazionale di Spalletti e non solo.

Acerbi: “Questa maglia un privilegio”

Queste le parole del difensore ex Lazio: “Indossare la maglia dell’Italia deve essere sempre un onore, un privilegio. Spalletti ha parlato di attaccamento alla maglia ed è giusto, rappresentiamo una intera nazione. Il comportamento deve essere esemplare qua come nei club, per rispetto per noi stessi e per tutti serve un comportamento esemplare e questo è ciò che vuole il mister. E’ giusto. L’aria che si respira è molto serena, l’ambiente è tranquillo. Il nuovo mister ha i suoi concetti e siamo qui per eseguirli”.

Vi siete dati delle regole di comportamento non scritte? I club sperano che voi qui non vi facciate male
“Noi non vogliamo farci male, così come non vogliono i club. Venire in Nazionale deve essere qualcosa che tutti sognano, non deve essere qualcosa in più. Deve essere voglia di ambire a qualcosa che va oltre, tutti vorrebbero giocare per la nazionale italiana. Il minimo dolorino si può sopportare, poi se il giocatore stesso ha paura di farsi male meglio non convocarlo… Dipende anche dal calciatore, se uno ha paura di farsi male ha molte più probabilità di infortunarsi”.

Cosa ti disse ad agosto Spalletti?
“Mi chiamò, fu gentilissimo. Io mi infortunai il 5 agosto e arrivai alla fine del mese senza aver giocato: in quell’occasione, decidemmo che mi sarei messo in carreggiata per poi farmi trovare pronto. Avevo bisogno della pausa di settembre per fare chilometri, per tornare al passi con gli altri”.

Cosa cerca di trasmettervi il mister?
“Il mister cerca di costruire una mentalità vincente, una mentalità che ti permette di fare la partita. Dobbiamo essere coraggiosi, determinati, giocare a calcio e vincere che poi è la cosa più importante. Questo è fondamentale. Poi qui ci sono tanti giovani bravi, che vogliono arrivare, che devono crescere. A 21-22-23 anni devono dimostrare di aver voglia, di essere da Nazionale. Questo devono impararlo, devono farlo, c’è bisogno di questo come Nazionale”.

Ti senti il leader di questa squadra?
“Sono uno che parla abbastanza in campo, cerco di aiutare i miei compagni. Cerco di mettere ordine quando è necessario, parlo quando è il momento giusto. Mi sento ancora bene mentalmente, anche fisicamente. Ovviamente cerco di dare una mano ai miei compagni: mi sento vecchietto solo per l’età, cerco di dare l’esempio con la voglia di fare e di mettermi sempre in discussione. Non sempre bisogna per forza parlare, ma fare i fatti”.

A che punto è questa Nazionale?
“Innanzitutto pensiamo a Malta, una squadra che vuole giocare a calcio. Anche nella gara che abbiamo vinto 2-0 loro hanno giocato bene, la mentalità e l’attenzione deve essere sempre uguale, anzi anche qualcosa in più rispetto alle gare più difficili come quella contro l’Inghilterra. Se non scendi in campo con la giusta concentrazione rischi di fare una figura brutta, come già successo a noi contro la Nord Macedonia quando uscimmo. Ciò che non vogliamo è pensare cosa potevamo fare… Ogni gara deve essere affrontata con attenzione massimale”.

L’Inghilterra che pensieri ti fa venire?
“Non è una rivincita, quella vittoria in finale nel loro stadio è stata una cosa bella per noi e meno per loro. Sicuramente saremo pronti per la sfida”.

Stai rivedendo qualcosa del Napoli di Spalletti in questa Nazionale? Vi ha chiesto qualcosa di particolare in fase difensiva?
“Quel Napoli era davvero forte, ha disputato un campionato di altissimo livello. Giocava bene, tutti si muovevano ed era difficile andarli a prendere. Meritò di vincere il campionato. Qui sono con Spalletti da quattro giorni e vedo che prova a mettere in atto le sue idee. Vogliamo giocare con la voglia di giocare a calcio”.

In difesa in tanti giocate con la difesa a 3. E’ possibile vedere la difesa a tre nelle prossime partite?
“Deciderà il mister ciò che vuole fare, lui è sempre partito a quattro e per ora stiamo provando la difesa a quattro. Io tante volte ho giocato nella difesa a quattro, noi ci adattiamo, siamo giocatori esperti e sappiamo cosa fare, non c’è nessun problema sia a tre che a quattro”.

Quando parli di comportamenti esemplare fai anche riferimento alle scommesse nel calcio?
“Io intendo il sapere cosa vuoi, il fare le cose fatte bene per svolgere al meglio il tuo lavoro. Non ci sei solo te che vuoi quella cosa lì e non sei da solo, non è il tennis che giochi da solo. Il comportamento esemplare intendo questo, intendo il rispetto per te stesso e per gli altri. E poi ognuno deve avere grandi obiettivi per dare il 100% e non centra nulla ciò che è successo. Non è nelle mie competenze giudicare, noi siamo molto sereni e concentrati sulle due partite. Ciò che accadrà verrà giudicato da persone più in alto”.

Non siete andati al Mondiale anche perché qualcuno ha tirato la gamba?
“No, secondo me non era una questione di giocatori ma questioni mentali. E’ colpa solo nostra se siamo usciti con la Nord Macedonia”.

Avete ritrovato entusiasmo nel gioco?
“In passato è mancata un pizzico di spensieratezza come fu all’Europeo vinto. Abbiamo vinto l’Europeo che non eravamo favoriti ma quella era una squadra operaia, ognuno di noi faceva il massimo per raggiungere un traguardo insperato. Ora quella serenità c’è e sta a noi metterla in pratica”.

Anthony Cervoni
Anthony Cervoni, redattore di SportPaper.it e Sport Paper TV, esperto di calcio italiano ed estero