Addio a Rino Tommasi, Giornalista con la maiuscola

Ci lascia un grandissimo giornalista e uomo di sport

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Boateng lutto

Tommasi, la grande boxe e il “cartellino”

Dopo Ormezzano se ne va un altro pezzo di Giornalismo, quello con la lettera maiuscola.
Organizzatore di eventi sportivi, ma soprattutto cronista preciso, puntuale, ficcante, mai banale, mai da zero a zero. Sapeva tutto degli sport che commentava con tono di voce inconfondibile e con una proprietà di linguaggio non certo comune.

 

Salvatore Tommasi, per tutti Rino, era nato a Verona il 23 febbraio del 1934 e della squadra scaligera era tifoso. Grandissimo conoscitore di Tennis e pugilato, i suoi approfondimenti in materia ne hanno fatto uno dei maggiori esperti di statistiche sportive, prima di lui non molto considerate e assurte ormai ad una delle basi di partenza anche per disquisire di una qualunque partita di calcio.

Iniziata nel 1947 con un articolo pubblicato su Il Messaggero,  Tommasi porta avanti la sua carriera giornalistica presso l’agenzia “Sportinformazioni” per poi lavorare con Tuttosport e La Gazzetta dello Sport per la quale scrive per oltre quattro decenni. Collabora anche con la Repubblica, Il Gazzettino di Venezia e Il Mattino di Napoli. 

Nel 1968 ricopre la carica di capo dell’ufficio stampa della S.S. Lazio Calcio, ruolo che mantiene per un solo anno.

Dal settembre 1970 ha pubblicato, per dieci anni circa, la rivista specialistica mensile Tennis Club. Dal 1959 al 1970 organizza numerosi incontri di pugilato e di fatto rende Il Palazzo dello Sport capitolino il primo polo pugilistico italiano, scalzando l’Arena di Milano.

Nel 1981 diventa il primo direttore dei servizi sportivi della nascente Canale 5  e dieci anni dopo è il primo direttore dei servizi sportivi di Tele +. Ha seguito ben 13 edizioni dei Giochi olimpici e da telecronista più di 400 incontri valevoli per il titolo mondiale di boxe, 7 edizioni del Super Bowl della NFL e 149 tornei di tennis del Grande Slam.

Parafrasando una delle sue frasi più celebri ci permettiamo di scrivere: “sul nostro personalissimo cartellino: numero uno”.