Football Legend Alessandro Altobelli

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La legenda ‘spillo’ Altobelli

Il sogno di ogni giocatore è disputare un giorno la finale della Coppa del Mondo, magari segnando il gol decisivo contribuendo a dare alla propria Nazionale, e al proprio Paese, la coppa che tutti quelli che giocano a calcio vorrebbero alzare. Il protagonista del nostro spazio “Football Legend” di questa settimana è uno di quelli che non solo ha giocato una finale di un Campionato del Mondo, ma ha anche segnato una rete in quella finale, alzando al cielo di Madrid quella coppa che tutti sognano un giorno di poter alzare al cielo: Alessandro Altobelli.

Quando si parla di Alessandro Altobelli, si pensa subito a due cose: il celebre soprannome (“Spillo”) e la carriera in maglia nerazzurra, oltre al gol nella finale contro la Germania ovest che sancì il successo della squadra del CT Bearzot contro tutto e tutti.

Nativo di Sonnino, in Provincia di Latina, “Spillo”, classe 1955, iniziò a giocare a calcio nella “Spes Sonnino” per poi passare al Latina, in quegli anni alle sue prime esperienze in Serie C. Era forte quel giovane attaccante chiamato da tutti “Spillo” per la sua altezza e per il fisico asciutto.

Attaccante longilineo e veloce, Altobelli non passò inosservato, tanto che la stagione successiva al suo debutto nel professionismo (1973/1974), il giocatore venne notato dal Brescia, allora militante in Serie B. “Spillo” fece armi e bagagli e partì alla volta della città “leonessa d’Italia”. Con le “rondinelle” giocò tre stagioni in Serie B, distinguendosi per un buon fiuto del gol, andando in doppia cifra la seconda e la terza stagione.

Altobelli venne portato nella città di san Faustino e Giovita da Fulvio Bernardini, allora direttore sportivo del club, che lo visionò attentamente facendolo approdare in Lombardia a 18 anni. Nonostante i gol segnati, Altobelli non riuscì a contribuire alla promozione in massima serie del Brescia, collezionando un nono, un quinto ed un sedicesimo posto. In quelle tre stagioni, “Spillò” giocò con gente che negli anni successivi divennero famosi calciatori o celebri allenatori: da Cagni a Bertuzzo, da Jacolino ad Evaristo Beccalossi. Con quest’ultimo, ci fu una grande intesa in campo.

Nell’estate 1977 arrivò la chiamata tanto sperata, quella di una squadra di Serie A. E a chiamarlo fu la squadra per cui “Spillo” tifava, l’Inter. Il giocatore firmò e passò ai nerazzurri. L’Inter lo valutò 1.5 miliardi di vecchie lire, ovvero sei cento milioni del cartellino più il passaggio di quattro giocatori alla corte di mister Gianni Seghedoni. All’Inter confermò tutte le attese: veloce, forte, preciso, altruista e maturo per la sua età. E divenne il simbolo della squadra per tutti gli anni ’80.

Con la squadra milanese, Alessandro Altobelli divenne una bandiera, vestendo i colori della Beneamata fino all’estate 1988. In undici stagioni, “Spillo” disputò 466 partite (di cui 317 in Serie A, undicesimo giocatore con più caps), segnando duecentonove reti, di cui 128 in campionato e quinto marcatore di sempre, andando in doppia cifra per ben otto volte, mentre in due stagioni si fermò a nove marcature. Con l’Inter, il bomber di Sonnino vinse uno scudetto (stagione 1979/1980) e due Coppe Italia (stagioni 1977/1978 e 1981/1982).

In maglia interista giocò con gente del calibro di Beppe Baresi, Lele Oriali, Beppe Bergoni, Ivano Bordon, Carlo Muraro, “Kalle” Rummenigge, Daniel Passarella, Walter Zenga ed Evaristo Beccalossi, lo stesso “Becca” con cui iniziò a giocare a calcio in B con le “rondinelle”.

Altobelli debuttò nell’Inter contro il Bologna l’11 settembre 1977 a San Siro (con vittoria felsinea) e la prima rete la siglò la settimana dopo a Vicenza. Chiuse la stagione con dieci reti. La squadra vinse la Coppa Italia e Altobelli segnò quattro reti, tra cui una nella finale contro il Napoli.

La stagione 1979/1980 vide il successo dell’Inter in campionato, con Altobelli capace di segnare quindici reti, una in meno di Roberto Bettega vincitore della classifica marcatori. Con la maglia dell’Inter, Altobelli non vinse mai la classifica dei marcatori, piazzandosi però tre volte al secondo e tre volte al terzo posto finale.

Nella stagione 1981/1982 contribuì alla vittoria della terza Coppa Italia del club, segnando ancora una volta in finale, questa volta contro il Torino nel return match.

Finito il rapporto con l’Inter, a quasi 33 anni, Altobelli, nell’estate 1988, prese la macchina, entrò nella A4 in direzione “Torino” per firmare con la Juventus. Doveva sostituire il deludente Ian Rush, tornato al Liverpool dopo la stagione pessima in bianconero, e nel complesso fece bene, segnando quindici reti in stagione, di cui quattro in campionato, sette in Coppa Italia e quattro in Coppa UEFA. La stagione non fu soddisfacente, anche perché il giocatore ebbe qualche problema fisico e non poté dare il meglio di sé. Lo accusarono di “tradimento”, ma lui fece sempre spallucce, ritenendo la Vecchia Signora “antipatica” agli altri solo perché vinceva lasciando poco spazio alle avversarie, anche dal punto della gestione tecnica e dirigenziale. Una delle cause della rottura con l’Inter fu dovuta alla rottura tra lui e Giovanni Trapattoni.

La stagione successiva salutò al Juventus e riprese la A4 questa volta in direzione “Venezia”, uscendo al casello di “Brescia”. Con le “rondinelle” decise di chiudere la sua quasi ventennale carriera proprio con la squadra che lo fece conoscere al grande calcio.

In Coppa Italia, l’apporto di “Spillo” fu incredibile con qualsiasi squadra abbia giocato: 56 reti nella coppa nazionale, ripartiti tra le tre nel Brescia, le quarantasei con l’Inter e le sette con la Juventus. Nessuno migliore di lui nella storia del trofeo.

Ma Altobelli ha scritto una pagina importante sopratutto con la maglia della Nazionale. Debuttò in azzurro durante l’Europeo del 1980, che si tenne nel nostro Paese, contro il Belgio e chiuse il 26 giugno 1988, con la semifinale dell’Europeo tedesco occidentale persa contro l’URSS dove fu il capitano.

In quegli otto anni, “Spillo” Altobelli partecipò a due Campionati europei di calcio, un Mundialito e a due edizioni dei Campionati del Mondo, con l’alloro di Madrid della sera dell’11 luglio 1982 dove segnò la rete del momentaneo 3-0.

Altobelli era chiuso in azzurro da Paolo Rossi e Francesco Graziani e si pensava che in Spagna avrebbe fatto panchina. “Spillo” non giocò durante la prima fase a gironi, ma entrò in campo gli ultimi minuti del match vinto contro l’Argentina il 29 giugno al “Sarriá” e negli ultimi venti contro la Polonia in semifinale.

Il destino volle che contro la Germania ovest entrasse nella storia: subentrò al settimo minuto al posto di “Ciccio” Graziani e al minuto 81 segnò il gol del momentaneo 3-0. La partita si chiuse sul 3-1 e con Nando Martellini che in diretta tv urlò il celebre “Campioni del Mondo!” tre volte come i titoli vinti dalla nostra Nazionale.

Altobelli fu poi convocato anche per i Mondiali di Messico ’86, dove fu la punta di diamante dell’attacco. In quattro partite, il numero 18 di Bearzot segnò contro Bulgaria, Argentina e Corea del Sud con una doppietta, sbagliando anche un calcio di rigore. Non poté nulla negli ottavi contro la Francia di Platini che estromise gli azzurri dalla kermesse mondiale.

Giocò in azzurro fino alla semifinale europea del 1988 contro l’Urss, dopodiché disse addio alla maglia azzurra: 61 presenze, venticinque reti ed il sesto posto nella classifica marcatori di tutti i tempi.

Una volta ritiratosi, Altobelli ha fatto il direttore sportivo del Padova per tre stagioni, diventando poi osservatore dell’Inter. Dopo una breve esperienza politica, “Spillo” ha fatto anche l’opinionista sia in Italia sia all’estero, con l’esperienza ad Al Jazeera.

Il nome “Altobelli” è l’anagramma di “Balotelli”, come lui un bresciano acquisito (SuperMario era nato a Palermo e si trasferì da piccolissimo nel Bresciano). Peccato che l’attaccante classe 1990, nonostante sia forte, in nerazzurro come in azzurro, non abbia mai dimostrato di essere il vero erede di Altobelli.

Perché uno come “Spillo” è difficile da imitare e, a dirla tutta, uno come lui servirebbe come il pane in questa Nazionale che segna con il contagocce.