Giro d’Italia, tappa 8: Dowsett vince in solitaria a Vieste. Highlights

240

Giro d’Italia, la tappa di oggi

Il Giro è scosso dal covid. Simon Yates, uno dei protagonisti più attesi, ha contratto il virus. I primi sintomi ieri sera, dopo il finale di tappa, hanno fatto scattare subito i test precauzionali. Il britannico è risultato positivo sia al tampone rapido, che al contro-tampone classico. Ora è in isolamento, mentre i suoi compagni di squadra sono tornati in corsa perché al momento negativi. La preoccupazione non è di certo poca perché le misure di isolamento sono piuttosto rigide. La domanda quindi sorge spontanea: da chi è stato contagiato? La speranza è che non provenga da qualcuno all’interno della bolla perché potrebbe causare una rapida escalation, come sta accadendo proprio in Italia. La risposta più confortante invece porterebbe ad un contagio portato da cause esterne alla carovana, magari per effetto di tifosi troppo vicini e senza mascherina. In questo caso, la trasmissione potrebbe fermarsi a numeri abbastanza bassi, se non nulli. Se veramente fosse così, la situazione non dovrebbe ripresentarsi molto facilmente vista la nuova normativa del governo che prevede di portare sempre la mascherina per salvaguardare la salute di tutti. Dopo questo discreto terremoto, la buona notizia è che la corsa non è messa in discussione e al momento prosegue. Come prevedibile, oggi la fuga non è stata ripresa dal gruppo ed è andata a segno. L’ha vinta Alex Dowsett, che ha nel proprio palmarès più prove a cronometro che altro. Nonostante non si trattasse di una prova contro il tempo, ha passato gli ultimi chilometri di tappa nella tipica posizione a creare un tutt’uno con la bici, che conosce tanto bene. La lotta non era sul filo dei secondi, ma contro i compagni di fuga che aveva staccato in pianura. Le salite non sono il suo forte e allora ha spinto al massimo nel terreno che più gli è congeniale. Una grande vittoria, che è anche un po’ la metafora della sua vita. Dowsett soffre di emofilia fin da piccolo. È abituato a combattere, ma in modo diverso da come ci si potrebbe aspettare. La malattia gli ha fatto capire che gli sport di contatto erano troppo pericolosi, perché gli scontri e le ferite avrebbero potuto costargli la vita. Così la sua lotta è in sella ad una bicicletta e contro il tempo: un nemico invisibile, ma molto competitivo.

Giro d’Italia, la sintesi della tappa

Giro d’Italia, la tappa di domani

Bisognava tracciarla proprio lì, non si poteva deviare di qualche chilometro la retta. La guerra del resto è fatta per distruggere non per salvare. Mosso da cotanta ignoranza, Hitler nel 1943 tracciò la linea Gustav sulla cartina d’Italia, che così veniva divisa in due. A nord c’erano nazisti e fascisti, a sud i paesi alleati. In mezzo si trovava Roccaraso. Era da poco diventata una stazione sciistica molto amata e ricercata dai turisti. Tuttavia le linee disegnate a Berlino non si potevano spostare e quindi la città venne quasi completamente fatta saltare in aria. Roccaraso è stata ricostruita negli anni ’60 ed è riuscita a rinascere. Però non è il paese sorto attorno all’anno 1000. Moreno Argentin nel 1987 e Tim Wellens (alzando la bici verso il cielo al traguardo) nel 2016, non sono arrivati in quella città. Perché la guerra sa solo radere al suolo.

Fabiano Corona
Fabiano Corona, redattore di SportPaper.it e di Sport Paper TV, esperto di calcio italiano ed estero