Nella notte in cui il San Siro Rossonero ritrova la voce del suo pubblico, il Milan ritrova la vetta del campionato come non accadeva dei tempi di Pioli. Ottiene tutto questo vincendo il big match più importante, quello contro i campioni in carica.
Il Milan è tornato
Ora perché continuare a giocare a nascondino Max? Diciamolo, chiaramente: il tuo Milan è da scudetto. E attenzione, lo diciamo non alla luce della vittoria sul Napoli, bensì della prestazione. Ovvero, avremmo detto la stessa cosa anche se la partita fosse finita in pareggio, data la piega presa in inferiorità numerica per più di mezz’ora. Poi ovviamente la vittoria lancia un messaggio forte a tutti, Napoli compreso. Un successo meritato perché scaturisce da un Milan duplice: micidiale nel primo tempo con un uno due che conferma come Pulisic sia al momento il giocatore più determinante della Serie A, solido nella sua capacità di soffrire nel secondo tempo nel momento in cui la partita era girata malissimo per l’espulsione di Estupiñán con conseguente rigore siglato da De Bruyne.
Una famiglia rossonera
Nella spirito di sacrificio messo in campo in dieci conto undici è emerso il valore del Milan di Allegri. Nelle interviste a fine partita Saelemaekers – altra rivelazione di inizio stagione – ha parlato reiteratamente di famiglia. E proprio come un nucleo famigliare il Milan non ha mai perso unità. Emblematica in questo stesso senso è la deviazione di testa con cui Modrić ha evitato il pareggio del Napoli sul tiro di Neres, indirizzando il pallone all’incrocio dei pali. L’abnegazione del croato in fase difensiva, al pari di Rabiot, è stata commovente. Il pallone d’oro ha inseguito gli avversari fino al centesimo minuto come un Gattuso degli anni migliori. Non come Leao, il quale subentrato negli ultimi minuti non ha mai inseguito gli avversari con la stessa lena. Anzi è stato surreale vedere la differenza di spirito tra i due nonostante gli anni di differenza. L’assenza forzata del portoghese ha dato la possibilità a Max Allegri di sperimentare soluzioni offensive alternative alla sua ingombrante presenza, per la serie non tutti i mali vengono per nuocere. Rafael dovrà sudare per ritrovare un posto in un meccanismo che per ora funziona alla perfezione, anche senza di lui. Di certo dovrà tornare in campo con un piglio diverso da quello mostrato domenica sera.
Nessun Napoli ridimensionato, però…
Il successo non ridimensiona il Napoli di Conte, che anzi sfiora il pareggio nella bolgia di San Siro pur affrontando una partita fondamentale con una difesa improvvisata causa infortuni. Anche se l’allenatore salentino intravede delle crepe nel suo giocattolo perfetto che dimostra una minore solidità difensiva già intravista contro il Pisa. Anche l’attacco offre spunti di riflessione: come mai il Napoli campione d’Italia non è riuscito a trovare il pareggio con un uomo in più per oltre mezz’ora? Nella sfida delle stelle tra Modrić e De Bruyne, il belga esce con le ossa rotte. Da sette mesi i partenopei non masticavano il sapore amaro della sconfitta in Campionato. Oggi perdere contro questo Milan non è un’eresia, eppure è un segnale di resa che non va sottovalutato.




