Zebre Rugby, Iacopo Bianchi: “Lavoro per guadagnarmi l’azzurro” – VIDEO

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Zebre Rugby, parla Iacopo Bianchi

Nella settimana del raduno della Nazionale a Parma, proseguono anche gli allenamenti delle Zebre Rugby che il prossimo 22 agosto torneranno a giocare in Guinness PRO14, chiudendo la stagione 2019/20 col primo dei due derby in programma contro il Benetton Rugby. A margine della sessione di lavoro odierna al centro sportivo in gestione alla Federazione Italiana Rugby, il giovane flanker Iacopo Bianchi ha rilasciato la sua prima intervista ai microfoni del sito web del club. Il prodotto del Vasari Rugby ha raccontato il suo percorso di crescita dal rugby toscano a quello internazionale, passando per la preziosa esperienza svolta nelle file dell’Accademia Nazionale “Ivan Francescato” e nel massimo campionato italiano con le Fiamme Oro Rugby. Entrato in pianta stabile nello spogliatoio delle Zebre da quest’anno, l’ex Azzurrino ha già collezionato 11 apparizioni ufficiali ed una meta segnata con la franchigia federale in qualità di permit player.

Le parole di Iacopo Bianchi

A che età hai scoperto il rugby e cosa ti ha appassionato fin da subito di questo sport? “L’ho scoperto grazie ad un amico che un giorno ha portato la palla ovale al parco, chiedendomi di venire a provare a giocare ad Arezzo. Io prima giocavo a calcio, ma una volta scoperto il rugby mi sono lasciato contagiare da questo sport!”

Sei cresciuto nelle giovanili del Vasari Rugby con cui hai vinto il campionato U16 elite. Che ricordi hai di questo bel momento e del rugby toscano in generale? “Sono stati degli anni fantastici perché ad Arezzo avevamo creato un gruppo molto affiatato con giocatori, genitori e allenatori, tutte persone con cui sono tuttora in contatto e che frequento. Del rugby toscano ricordo delle partite davvero toste giocate ai tempi delle giovanili! E’ stata una bella esperienza che mi ha aiutato a crescere e soprattutto ad appassionarmi ancora di più a questo sport”.

Successivamente ti sei guadagnato non ancora diciottenne una chiamata con i Medicei, club fiorentino che milita nel massimo campionato italiano. Che esperienza è stata e come hai vissuto questo passaggio di squadra ad un’età così giovane? “E’ stato tutto agevolato dal ritrovare in squadra dei compagni che avevo già conosciuto alle selezioni regionali. A quell’età i cambiamenti possono essere difficili da affrontare, ma devo dire che ai Medicei ho trovato un gruppo fantastico che mi ha accolto a braccia aperte”.

Che consigli daresti a un giovane per raggiungere l’alto livello? “Lavorare con umiltà, non mollare mai nei momenti brutti, ascoltare gli allenatori e tutte le persone che ti sono accanto, perché ognuno di loro può darti dei consigli utili per migliorare; e poi, non da ultimo, lavorare sempre con il sorriso ed essere felice per ciò che stai facendo”.

Hai quindi proseguito il tuo percorso di crescita nelle file dell’Accademia Nazionale “Ivan Francescato”. In quale aspetto tecnico pensi di essere cresciuto maggiormente sotto la supervisione dei tecnici federali? “Non c’è un aspetto particolare, sono cresciuto sia sul piano fisico che su quello tecnico e mentale perché rappresenta il primo momento della tua carriera in cui inizi a lavorare da professionista, allenandoti tutti i giorni e basando la tua vita prevalentemente sul rugby”.

Palla in mano o in difesa, in quale lato del campo pensi di essere più performante? “Mi piace di più giocare in difesa e placcare, però apprezzo anche attaccare palla in mano e ripulire le ruck. Penso di essere più performante nella fase difensiva ma sto lavorando molto per migliorare anche nella fase offensiva e nel gioco tattico, facendo magari quel passaggio extra o quell’offload in più quando è opportuno”.

Le ultime due stagioni ti hanno visto protagonista nel massimo campionato italiano con la maglia delle Fiamme Oro Rugby. Qual è il più grande insegnamento che ti ha lasciato l’esperienza nel gruppo sportivo della Polizia di Stato? “E’ stata la prima squadra con cui ho militato nel massimo campionato italiano, per cui ringrazio la Polizia di Stato e il presidente della società cremisi Armando Forgione per la preziosa opportunità concessami. Ho trovato un gran bel gruppo e fin dal primo giorno ho capito di essere capitato in una ambiente in cui si lavora sodo. Ho passato dei bei momenti ed è stata un’esperienza fondamentale per la mia crescita”.

Nel 2017 e ancora nel 2018 sei stato un punto fisso della mischia degli Azzurrini al Sei Nazioni e al Mondiale di categoria. Cosa hai tratto di positivo a livello tecnico e personale dall’esperienza con la Nazionale Under 20? “Si è trattato di un primo momento di avvicinamento ad un rugby di un livello ancora più alto rispetto a quello dell’Accademia che è già di per sé prestigioso. Con l’U20 hai l’opportunità di confrontarti con le altre squadre nazionali che hanno ovviamente un modo diverso di lavorare. Sono sfide internazionali prestigiose che ti arricchiscono molto come giocatore e che ti danno tanti stimoli per continuare a guardare avanti nella tua carriera”.

Dopo 11 apparizioni e 1 meta segnata con le Zebre da permit player, entri a tutti gli effetti in squadra. Com’è stato l’inserimento in spogliatoio tu che hai esordito nel lontano ottobre 2018 a Parma contro l’Edinburgh Rugby? “E’ stato fantastico, è come se avessi sempre fatto parte di questo gruppo! Accogliere al meglio i nuovi innesti penso sia un aspetto molto importante in una squadra che si pone degli obiettivi ambiziosi come le Zebre”.

Assieme a Federico Mori, sei detentore di un record speciale: hai schiacciato una meta prima in Guinness PRO14 che in Top12. Eri a conoscenza di questa curiosità e che emozione è stata segnare con le Zebre? “No, non sapevo di essere detentore di questo record! Segnare è sempre bello, ma ogni volta che scendo in campo non penso mai direttamente ad andare in meta, ma a pormi al servizio della squadra”.

Che obiettivi ti poni adesso e che aspettative hai per la prossima stagione? “Stiamo lavorando per presentarci al meglio al doppio appuntamento contro il Benetton Rugby, in programma a fine agosto. Per la prossima stagione puntiamo a vincere quante più partite possibile, mentre a livello personale cercherò di essere sempre d’aiuto per la squadra in qualsiasi momento, mettendomi in mostra agli occhi dello staff tecnico della Nazionale con delle buone prestazioni”.

Giovanni Cardarello
Giornalista Pubblicista, Romano del Quadraro, ma vivo in Umbria fra Spoleto e Terni. Social Media Manager per Lavoro, Giornalista per Passione. Sposato con Ilaria, 3 figli. Seguo il Calcio dal 1975 con ampie frequentazioni nel Basket (NBA, LBA, Rieti e Virtus Roma), nel Volley, nel Rugby, nella Formula 1 e nella MotoGP. Ho visto giocare dal vivo Totti, BrunoConti, Dibba, Scirea, Zoff, Gentile, Cabrini, Tardelli, Antognoni, PaoloRossi, Maradona, Platini, Baggio, Van Basten, Matthaeus, Cafu, Rummenigge, Falcao, Ronaldo, Lollo Bernardi, Ancelotti, Zidane, Del Piero, Pirlo, Buffon, Gardini, Batistuta, Larry Wright, Antonello Riva, Dino Meneghin, Pierluigi Marzorati, Tofoli, David Ancilotto, Roberto Brunamoniti, Domenico Zampolini, Bracci, Mike D'Antoni, Willie Sojourner, Kevin Garnett, Paul Pierce, Ray Allen e Papà Bryant. Dubito vedrò di meglio ma non si sa mai :-)