Inter e Napoli pareggiano mantenendo aperta la corsa scudetto
Dopo aver superato il Milan ed aver subito una cocente sconfitta casalinga con l’Atalanta, il Napoli chiude il “trittico della verità” come molti lo avevano etichettato, con un pareggio sul campo della formazione campione in carica e resta in testa alla classifica sia pure con un solo punto di vantaggio nei confronti dei nerazzurri e con un nugolo di avversarie alle calcagna. Al Meazza si è assistito ad una partita molto dura, sia dal punto di vista fisico-agonistico sia per quel che concerne l’aspetto tattico, con tanto di polemica arbitrale a fine gara da parte di Antonio Conte, non certo nuovo a simili exploit. Resta il fatto che se il rigore (contestato) di Calhanoglu non fosse finito sul palo interrompendo una serie di realizzazioni consecutive da parte del centrocampista turco, oggi si parlerebbe di un’Inter di nuovo in testa e di un Napoli ridimensionato dagli scontri diretti. Tuttavia i partenopei non hanno dato una sensazione di debolezza, tenendo alta la concentrazione fino alla fine e rischiando il colpaccio proprio in chiusura. Da una parte e dall’altra ci si domanda però quale siano i mali che attanagliano i rispettivi centravanti ed ex compagni di squadra, visto che ne Lautaro ne Lukaku sono apparsi all’altezza della loro fama e delle loro precedenti stagioni.
Fiorentina, Atalanta e Lazio non mollano la presa
L’Inter viene così agganciata dal terzetto delle “aspiranti grandi” formato da Atalanta, Fiorentina e Lazio. I nerazzurri sembrano ormai maturi per il grande salto: da anni nel giro che conta, la vittoria in Europa League ha conferito agli uomini di Gasperini quella convinzione nei propri mezzi ed quell’autorevolezza che alla lunga potrebbero fare la differenza, al pari della definitiva esplosione di talenti come Lookman, De Ketelaere e lo stesso Retegui.
La Fiorentina prometteva bene già in estate grazie ad una campagna acquisti mirata e ben assortita; il resto lo sta facendo Palladino, capace di recuperare, anche alla causa azzurra, un centravanti come Kean che pareva essersi ormai smarrito nelle pastoie “allegriane” dello scorso campionato e che ora, forse, alla Juventus rimpiangono un po’.
Chi stupisce di più è naturalmente la Lazio che continua a sciorinare un calcio piacevole e d’attacco badando alla sostanza e lasciandosi dietro proclami, teoremi e progetti che infarciscono i discorsi vuoti di contenuto in altre latitudini.
Juventus sempre in scia; Roma in crollo verticale. In coda risale il Parma
Ad appena due lunghezze dalla vetta c’è la Juventus, che supera per l’ennesima volta il Torino, lontano e sbiadito fantasma di una squadra che un tempo faceva dell’orgoglio e della ferocia agonistica le sue caratteristiche fondanti. Nella formazione di Motta comincia a prendere sempre più “peso” il turchetto Yildiz, il che suona come un campanello d’allarme per le altre rivali.
Non riesce a ripartire il Milan, pari in affanno a Cagliari nonostante un ottimo Leao, mentre continua il crollo verticale della Roma, superata a domicilio anche dal Bologna e che si appresta nelle prossime ore ad accogliere il terzo allenatore stagionale, anche se l’impressione dall’esterno è che i veri problemi della formazione giallorossa non siano propriamente ascrivibili alla sua conduzione tecnica.
Con la vittoria di Venezia, riparte il Parma di Pecchia, consolidando la sua posizione a tre punti dalla zona pericolante; sempre buono il cammino dell’Empoli che pareggiando a Lecce porta i salentini all’esonero di Gotti, anche se l’arrivo di Giampaolo francamente non ci esalta…