Liverpool, i 7 eroi di Klopp: Alisson

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Mancano 7 giornate alla conclusione della Premier League e il Liverpool è già campione. Per celebrare la cavalcata della squadra di Klopp è giusto ricordare i 7 giocatori chiave che hanno riportato il titolo ai Reds dopo 30 anni.

Liverpool, Alisson è il prototipo del portiere moderno

Il primo della lista non può che essere colui che indossa il numero 1, Alisson Becker. Il portiere brasiliano è il prototipo del portiere moderno. La sua grande tecnica, invidiata da molti centrocampisti, gli permette di essere il primo regista della squadra. Continua, senza problemi, a rianimare l’azione e a trovare soluzioni alternative seguendo sempre il credo principe del calcio di Klopp: la squadra corre e, insieme, la palla viaggia. Alisson passa corto, anche davanti alla propria porta, senza che da Anfield (quando c’erano ancora i tifosi) si alzi un sospiro di sollievo perché il suo è un calcolo perfetto, non c’è margine d’errore. Allora meglio applaudire ogni volta che, terminato un giro palla, si affida la sfera alla banca che non fallisce mai. Quando invece i compagni vicini sono troppo marcati, il brasiliano deve optare per il lancio lungo, ovviamente senza difficoltà. Una precisione millimetrica che gli vale un assist in questo campionato. E’ il 19 gennaio e il Liverpool al 93′ sta difendendo il gol segnato al Manchester United. Alisson prende la palla, non la culla tra le braccia come ci si aspetterebbe, ma la scaraventa subito sul piede di Salah che dalla linea di metà campo scatta per segnare il 2-0. Il primo ad arrivare di corsa per abbracciarlo è proprio il portiere. Già, il suo mestiere è l’estremo difensore. Se con i piedi il brasiliano è una garanzia, tra i pali è una sentenza. E’ ancor più facile rendersi conto delle sue capacità in questa stagione. Infatti al 39′ minuto della partita d’esordio contro il Norwich esce infortunato. Una lesione al polpaccio lo tiene fuori per le successive 8 giornate. Prende il suo posto il secondo, Adrián, con cui il Liverpool non perde mai. La differenza però si nota alla voce gol subiti. Alisson gioca 22 partite in Premier subendo 11 gol, il suo sostituto prende 10 reti in 11 match. La media è 0.5 contro 0.9 esultanze avversarie per incontro. Il brasiliano copre bene tutta la porta, sa dove si trova e non lascia indifeso nessuno spazio. A volte neutralizza l’impossibile con dei miracoli, mentre il parabile è già tra le sue mani. Una delle caratteristiche che lo rendono così determinante è l’uscita bassa, che gli permette di restare dinamico nonostante sia a terra. In attesa dell’arrivo dei compagni, scivola sull’erba con le ginocchia piegate come se il prato fosse un tappeto magico. In questo modo, mette in difficoltà gli avversari lanciati verso la porta oscurando lo specchio e piombandogli davanti. Gli attaccanti, già dubbiosi sul da farsi, non sanno più come comportarsi di fronte al monolite che si materializza improvvisamente. Il temporeggiatore Alisson aspetta di avere le spalle coperte anche soltanto per sfiorare il pallone sventando così la minaccia.

Il pericolo poteva chiamarsi stasera (alle 21.15) Manchester City, ma Klopp è riuscito a staccare Guardiola di ben 23 punti. I due allenatori però hanno annunciato che la partita verrà onorata al meglio. Verrà riproposta allora la sfida che nelle ultime stagioni ha infiammato l’Inghilterra e che non lasciava neanche il tempo di sorseggiare un tè con i biscotti.

Fabiano Corona
Fabiano Corona, redattore di SportPaper.it e di Sport Paper TV, esperto di calcio italiano ed estero