E se l’obiettivo di Mancini fosse… la Nazionale?

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Mancini

C’è chi grida allo scandalo, così come chi dice che in campo, effettivamente, certe cose possano scappare. Il dibattito sarebbe estenuante a meno di prese di posizioni trancianti, rispettabili quanto poco esaustive. Molto più interessante è cercare di capire il motivo che ha spinto un grande personaggio di calcio come Roberto Mancini a scatenare un putiferio mai visto.

Già, perché non era mai accaduto che un addetto ai lavori si esponesse così tanto su un tema da sempre considerato tabù nel mondo del calcio. Non ci interessa tanto il merito della questione – se ne discute in Parlamento e potrebbe anche bastare – quanto, appunto, la molla che ha innescato l’ondata mediatica. E allora, facendo qualche supposizione, non possiamo non partire dall’intelligenza sopraffina che ha sempre caratterizzato Roberto Mancini, uomo di mondo e acuto osservatore del mondo, non solo calcistico. Sì, è un permaloso di natura e forse le offese di un “provinciale” come Sarri non gli sono andate giù, ma potrebbe esserci di più.

C’è, per esempio, che dopo gli Europei del 2016 pare che Antonio Conte voglia chiudere con la Nazionale. Ovviamente, è già partita la giostra del toto-nomi sul suo successore, una giostra in cui altrettanto ovviamente non manca Roberto Mancini. Preparare il terreno è la miglior tattica per raggiungere un obiettivo e lui, Mancini, da tecnico preparato lo sa bene. Ecco che all’improvviso entra durissimo su un tema che oggi in Italia è all’ordine del giorno, tra dibattiti parlamentari, talk show e manifestazioni di piazza.

Un tema che divide, certo, ma che mediaticamente traccia un solco netto tra “progressisti” che guardano al futuro e “conservatori” che vivono nel passato. In questo senso, è facile immaginare come nella corsa alla panchina della Nazionale Roberto Mancini – dopo aver dato addosso così rumorosamente ai “razzisti del calcio” – sarebbe “sponsorizzato” da larga parte dei media italiani ed europei, perché questa presa di posizione gli garantisce mediaticamente la patente ufficiale di grande uomo di calcio che il calcio lo vuole cambiare davvero, portandolo con coraggio verso un futuro illuminato.

Senza dimenticare, poi, che il Presidente della FIGC è tal Tavecchio, uno che su battute del genere si è giocato tantissima popolarità. Quale scelta migliore di Mancini, dunque, per ottenere un bel restyling di immagine? Forse sono solo supposizioni e ipotesi, ma il dubbio è naturale. Roberto Mancini sogna la Nazionale, una Nazionale con cui da calciatore ha sempre avuto un rapporto burrascoso proprio a causa di qualche presa di posizione un po’ troppo istintiva e maldestra negli anni della gioventù sampdoriana. Una lezione, quella, che il Mancio potrebbe aver capito molto bene. Il passato nella “civilissima” Inghilterra, un curriculum denso di trofei, le sciarpe eleganti e uno stile mai banale farebbero il resto.