Morte Bryant, l’ultimo saluto di Jordan: “Se ne va un pezzo di me”

Jordan Morte Bryant

Morte Bryant, l’ultimo saluto di Jordan

Jordan Morte Bryant | L’ultimo saluto diventa una passerella di ricordi e di emozioni, di lacrime e di commozione. Le luci dello Staples Center si illuminano ancora una volta per le celebrazioni pubbliche in onore di Kobe Bryant, morto in un tragico incidente d’elicottero il 26 gennaio scorso insieme alla figlia Gianna e ad altre sette persone. Tra le 20.000 persone che hanno partecipato alla cerimonia nella casa dei Lakers e dei Clippers non manca praticamente nessuno: campioni del presente (Curry, Wade, Harden, Davis tra gli altri) e del passato (Shaq, Jordan, Russell, Magic Johnson), dello musica e dello spettacolo ma soprattutto Vanessa, la vedova di Kobe. Che dopo l’esibizione iniziale di Beyoncé e l’intervento di Jimmy Kimmel, volto di uno dei talk show più seguiti d’America, ha trovato la forza per salire sul palco ed esprimere davanti al mondo intero le proprie emozioni.

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Le emozioni di Vanessa

Tanto per Gianna, “un’anima incredibilmente dolce” che “amava far sorridere tutti noi, il suo sorriso era come un raggio di sole – ha raccontato una commossa Vanessa – Aveva così tanta energia che non riusciva a tenerla a freno. Mi manca il suo sarcasmo, il suo spirito e quel sorriso”. Altrettanto toccante i ricordo del marito che non c’è più. “Era la mia anima gemella – ha esordito – Era conosciuto come un feroce agonista, il Black Mamba, ma io non riuscivo a vederlo come una celebrità. Lui era il mio dolce marito e lo splendido padre delle mie bambine. Era il mio tutto, sono stata la sua prima ragazza, il primo amore, la sua migliore amica, la confidente e la protettrice. Io ero il fuoco e lui il ghiaccio”. Tra i momenti più toccanti della cerimonia c’è stato anche l’omaggio di un Michael Jordan in lacrime. Che ha parlato di Kobe non come rivale sul parquet ma come “amico molto intimo e fratello minore”. “La cosa più importante è che era un papà e un marito fantastico, che amava le sue figlie con tutto il suo cuore. Quando Kobe è morto è morto anche un pezzo di me. E se guardo le reazioni di tutto il mondo penso che per voi sia lo stesso – ha sottolineato la leggenda dei Bulls rivolgendosi al pubblico – Posso dire che nella vita non lasciava mai nulla nel serbatoio. Lasciava tutto sul campo. E’ stato un’ispirazione per me”. Come per tanti. Dentro e fuori dal campo.

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Giovanni Cardarello
Giornalista Pubblicista, Romano del Quadraro, ma vivo in Umbria fra Spoleto e Terni. Social Media Manager per Lavoro, Giornalista per Passione. Sposato con Ilaria, 3 figli. Seguo il Calcio dal 1975 con ampie frequentazioni nel Basket (NBA, LBA, Rieti e Virtus Roma), nel Volley, nel Rugby, nella Formula 1 e nella MotoGP. Ho visto giocare dal vivo Totti, BrunoConti, Dibba, Scirea, Zoff, Gentile, Cabrini, Tardelli, Antognoni, PaoloRossi, Maradona, Platini, Baggio, Van Basten, Matthaeus, Cafu, Rummenigge, Falcao, Ronaldo, Lollo Bernardi, Ancelotti, Zidane, Del Piero, Pirlo, Buffon, Gardini, Batistuta, Larry Wright, Antonello Riva, Dino Meneghin, Pierluigi Marzorati, Tofoli, David Ancilotto, Roberto Brunamoniti, Domenico Zampolini, Bracci, Mike D'Antoni, Willie Sojourner, Kevin Garnett, Paul Pierce, Ray Allen e Papà Bryant. Dubito vedrò di meglio ma non si sa mai :-)